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 2010  agosto 25 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CUTUGNO

Toto"

Ray Charles nella sua carriera si era esibito in Italia molte volte. Aveva partecipato al Festival di Sanremo del 1990 eseguendo la versione inglese di Gli amori, una canzone di Toto Cutugno
(Mario Luzzatto Fegiz, ”Corriere della Sera” 11/6/2004)

Il libro di Di Michele (I magnifici anni del riflusso) è una miniera di ricordi, sensazioni, frammenti. Nella conta dei fagioli di Raffaella Carrà c’è la televisione dei Fatti nostri che trionferà in seguito, l’Italia di Toto Cutugno anticipa quella del presidente Ciampi.
(Stenio Solinas Linea, 20/07/2003)

[Intervista a Panariello] Dei precedenti qual è il tuo Festival preferito?
«Le edizioni di Aragozzini erano le migliori, con il connubio cantanti italiani e stranieri. Mi è rimasta nel cuore l’esibizione di Cutugno e Ray Charles».
(Onda n. 9 22/02/2006)

Adriano Aragozzini: «Il sottoscritto ha fatto cantare a Sanremo Ray Charles con Toto Cutugno. Non so se mi spiego»
(Antonello Caporale, ”la Repubblica” 4/3/2006)

Dino Vitola: «Ma ti sembra! Toto Cutugno costa ventimila euro e credimi, è niente. Ha l´allestimento, i musicisti, la preparazione. Toto in un anno farà una quindicina di serate, non di più».
(la Repubblica 05/03/2006, pag.24 Antonello Caporale)

«Io sono un cantante che ha spaccato a metà la critica: quelli che mi volevano bene dicevano che ero il Ray Charles bianco, mentre quelli che mi volevano male dicevano che ero Toto Cutugno nero» (Gene Gnocchi).
(Onda n.31 2006)

Vito Pallavicini, nel suo carnet anche testi per Milva (Nessuno di voi), Toto Cutugno (Serenata) che fu una sua scoperta e Fausto Leali».
(A. Laf., ”La Gazzetta dello Sport” 17/8/2007).

Nel suo carnet anche testi per Milva (Nessuno di voi), Toto Cutugno (Serenata) che fu una sua scoperta e Fausto Leali» (A. Laf., ”La Gazzetta dello Sport” 17/8/2007).

Al Bano: «Il momento più brutto della mia vita artistica? Quando ho vinto il Festival nell’84 con Ci sarà - racconta Al Bano -. Pareva un funerale: il mio discografico era Freddy Naggiar, che in scuderia aveva anche Toto Cutugno e Pupo. A quei tempi per la vittoria contavano le cartoline Totip e venni a sapere che per la vittoria di Toto erano stati spesi molti soldi. Altrettanti ne spese Pupo per assicurarsi almeno una buona posizione. Ebbene, io e Romina ricevemmo tre milioni e trecentomila cartoline che vennero spedite spontaneamente. Figuratevi quale fu la situazione alla cena della vittoria. L’atmosfera era plumbea. Naggiar faceva la spola fra il mio ristorante e quello dove stava Cutugno nero di rabbia, e potete immaginare che razza di imbarazzo si creò».
(Luca Dondoni, La Stampa 3/3/2003)

Il 7 luglio scorso il presidente del Kazakistan ha voluto un concerto di Toto Cutugno davanti a 84 mila persone. [...] «Il presidente di una società petrolifera russa – confessa Cutugno – mi ha voluto l’altra sera in occasione di una festa privata. Mi hanno mandato un jet veloce a Linate che in poco più di due ore mi ha portato a Mosca (a bordo hostess, camerieri, massaggiatrice). Cachet importante. Un trattamento analogo a quello che viene riservato ad Al Bano che si è trovato a cantare a Cortina per un magnate russo: undici ospiti protetti da un servizio di sicurezza di una ottantina di uomini. [...] «Non c’è dubbio – spiega ancora Cutugno – che il mio successo è legato anche alla indisponibilità di Adriano Celentano che resta l’artista più venerato dell’ex impero sovietico. Io, che in qualche modo lo evoco in quanto autore e anche per ragioni timbriche, sono considerato una spanna sopra tutti i miei colleghi italiani» «Si – conferma Albano – al punto che Toto se la tira moltissimo. Ci saluta appena, quando ci incontriamo in un Paese dell’Est. Cutugno conduce vita appartata e recita la parte dell’irraggiungibile». «Per forza – si giustifica Cutugno che il presidente della Georgia, 34 anni, ha voluto far esibire di recente in uno stadio da 84 mila posti ”. Con i ricchi russi bisogna fare i capricciosi e misteriosi. Metterla giù dura. Più costi più ti rispettano».
(Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della Sera 26/8/2007)

Toto Cutugno, qui al suo quattrordicesimo festival reduce da un cancro alla prostata perciò migliorato dalla sofferenza.
(Concita De Gregorio, la Repubblica, martedì 26 febbraio 2008)

No, "Il falco chiuso in gabbia", di Cutugno, non è un doppio senso. Non è da Toto, festivaliero integralista, gentiluomo della canzone.
(Giuseppe Videtti, la Repubblica, martedì 26 febbraio 2008)

TOTO CUTUGNO: 5
«Un falco chiuso in gabbia» (Amore volato via). Triste autocritica amorosa di un innamorato agé, dopo che lei si è decisa per un altro. Non invecchia Cutugno, né di voce né di scatto: come sempre, è maestro di melodie contagiose e spesso gli sfugge la citazione di un collega (questa volta, tocca a «Tre settimane da raccontare» di Bongusto).
(Le Pagelle di Marinella Venegoni, La Stampa, martedì 26 febbraio)

E anche le polemiche più belle partono dal DopoFestival. Lunedì notte è bastata una sottolineatura del critico del Corriere Mario Luzzatto Fegiz sulle stonature di Cutugno per far perdere i nervi al cantante. La polemica ha tenuto banco per tutto il giorno. Baudo ci è tornato durante la conferenza stampa: «Hanno stonato in due». � arrivata pure Striscia e ieri notte Elio ci ha scherzato ancora: «Ricordo le regole: vietati i colpi bassi fra cantanti e giornalisti».
(Andrea Laffranchi, Corriere della Sera, mercoledì 27 febbraio 2008)

[Intervista a Jovanotti] Chi vede "oltre", fra i cantanti in gara?
«Tricarico, per me. Ma è questione di dove guardi. Anche Little Tony "vede" la musica italiana, quella che piaceva a mia madre, mi parla di un mondo di 200 mila serate nei paesi: ha una visione. Persino Cutugno: va sentito all´estero però. Se senti "L´Italiano" all´estero ti può succedere di commuoverti, in Italia meno. Loredana, lei sì che ha visto cose… � il rock, è la nostra Britney Spears».
(Concita De Gregorio, la Repubblica, venerdì 29 febbraio 2008)

Negli uffici milanesi dell’etichetta Carosello sono passati molti grandi nomi della musica, italiana e non solo: da Domenico Modugno a Giorgio Gaber, da Toto Cutugno a Miguel Bosé, dalla Sugarhill Gang ai Lost. Ancora sotto il controllo degli eredi del fondatore Giuseppe Gramitto Ricci, la Carosello sembra aver affrontato bene la crisi del mercato di questi ultimi dieci anni.
(Bruno Ruffilli, La Stampa 8/10/2009)

«Me ne stavo dietro le quinte in attesa del verdetto quando fui avvicinato da una troupe del Tg1 che mi comunicò la mia vittoria. Rilasciai, commosso, una lunga intervista. Intanto i vincitori venivano avviati verso il palcoscenico e io non ero tra loro» (Toto Cutugno, al Festival del 1983 con L’italiano).
(GIGI VESIGNA, VOX POPULI - VOCI DI SESSANT’ANNI DELLA NOSTRA VITA, EXCELSIOR 1881, 2010, 648 PAGG., 21.50 EURO)

SCARAMANZIA - Enrico Ruggeri a Sanremo ha provato diversi riti scaramantici. Un anno è salito sul palco con il piede destro, un altro ha cercato di non pestare i cavi. Toto Cutugno per anni ha portato con sè un gilet azzurrino a pois bianchi.
(Roberta Spadotto, Sabrina Bonalumi Gente, 23 febbraio 2010, pag. 72-78)

«Adesso ti faccio io una domanda. Com’è nata l’idea di andare a Sanremo a cantare con Toto Cutugno?».
Belen. Lui mi cerca da una vita, io sono sempre impegnata. Poi Lucio Presta, il mio agente, mi ha detto: ”Ti fidi di me? Prendi un secondo e conosci Toto”. Ho trovato una persona incredibile, ho ascoltato la canzone e mi sono emozionata. Sul palco dell’Ariston avrò una paura terribile. Ma la mia voce e quella di Toto si incastrano bene, abbiamo una tonalità bassa. Mi rappresenta il suo modo di scrivere, l’Italiano è l’inno degli italiani all’estero, la conosco a memoria.
(CHI, n. 8 , 24/02/2009, pp. 56-60)

TOTO CUTUGNO: 5
AEROPLANI. Una malinconica, melodica e un poco disperata elegia che vola nei ricordi, alla riscoperta di un tenero sogno: far rivivere un amore già vissuto, compiacendosi di invenzioni già sperimentate in una lunga carriera alla quale nulla si aggiunge.
(La Stampa mercoledì 17/2/2010)

La controprova è la strage degli impotenti, di quelli che non hanno séguito presso il popolo degli under qualcosa, e che finora erano sopravvissuti in virtù di un pubblico festivaliero agé e musicalmente «arretrato». Strage che colpisce i buoni (Nino D’Angelo) e gli scarsi (il canterino rampollo di una casa Savoia mai a livelli così imbarazzanti dal 1943), ma soprattutto i classici «arnesi da Festival», tipo Cutugno.
(Gabriele Ferraris, La Stampa 18 febbraio 2010)

Al Festival 2010 la Snai dà la vittoria di Cutugno 20 a 1 (cioè altamente improbabile, pressoché impossibile); peggio di lui solo il duetto di Pupo ed Emanuele Filiberto, dato 25 a 1.
Marianna Aprile, Novella 2000, n. 8, 25/02/2010, pp. 18-21

Nel 2005 la Federazione industria musicale italiana e gli artisti che parteciparono a quella edizione della rassegna [Sanremo] (fra gli altri, Franco Califano e Toto Cutugno) adirono le vie legali ritenendo lesivo dal punto di vista morale e patrimoniale il lancio sul mercato di puntate sui risultati finali. (Panorama, 5 febbraio 2009)