Varie, 25 agosto 2010
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Ionut AlexandruJean
• Romania 1991 (~). Condannato a sei anni per lo “stupro della Caffarella”, la violenza sessuale avvenuta a Roma il giorno di San Valentino del 2009 contro una ragazzina di 15 anni mentre il suo fidanzato di 16 veniva immobilizzato e costretto ad assistere, il complice Oltean Gavrila fu condannato a 11 anni (per la stessa vicenda erano già finiti in carcere altri due romeni, Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz, poi scagionati) • «[...] Indagando sulla serie di rapine avvenute nelle ultime settimane, gli investigatori guidati dal capo della squadra mobile Vittorio Rizzi riscontrano una «“erialità” nella scelta di luoghi, vittime e refurtiva. La prima è avvenuta il 13 febbraio contro quattro minorenni aggrediti a parco Scotti e privati di cellulari e scarpe. La terza è stata commessa il 15 febbraio a Parco Lemonia contro una coppietta di quindicenni: anche in questo caso via telefonini e scarpe. In mezzo c’è stata quella del 14 alla Caffarella che però ha avuto un esito drammatico: dopo aver preso gli apparecchi e 70 euro i due rapinatori hanno scatenato contro la ragazzina una furia bestiale. Avrebbero potuto farlo anche il giorno dopo: “Dammi il cellulare o ti stupro”, ha minacciato Ionut anche se poi non ha dato seguito alle sue parole. Ma è proprio questo dettaglio, raccontato dalla giovane rapinata, a far capire che la pista può essere giusta. Si decide così di effettuare nuovi controlli e dalla verifica dei tabulati emerge come nei cellulari rubati il 15 sia stata inserita la sua scheda Sim. Il romeno viene rintracciato in un padiglione della Fiera di Roma dove dorme accampato con decine di altri rom trasferiti dopo gli sgomberi dei campi nomadi. Ma gli accertamenti consentono soprattutto di scoprire che il pomeriggio di San Valentino il suo telefonino ha agganciato la “cella” della Caffarella. Lo fermano il 18 marzo per rapina. Lo interrogano e lui [...] fa alcune ammissioni e poi indica anche il nome del complice. [...] Ad entrambi vengono prelevati campioni biologici [...]Rizzi mostra le loro foto ai fidanzatini della Caffarella. “Sono loro”, affermano i due ragazzi. In realtà i riconoscimenti fotografici hanno già dimostrato di non essere un elemento di indubbia attendibile, ma [...] arriva la controprova del Dna. [...]» (Fiorenza Sarzanini, “Corriere della Sera” 21/3/2009).