VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica 24/8/2010, 24 agosto 2010
MAMME A CINQUANT´ANNI PERCHÉ SEMPRE PIÙ DONNE SFIDANO IL TABÙ DELL´ETÀ
Per alcune, ma non per tutte. Diventare madri a 50 anni e oltre è una scelta coraggiosa e controversa, sempre più diffusa ma ancora, e soprattutto, riservata alle donne ricche e famose. Come Gianna Nannini. I numeri sono ancora piccoli ma il fenomeno è certamente in aumento. L´Istat dice che nel 2006 in Italia hanno partorito 1.164 donne over 45 in un trend di crescita di tutte le puerpere superattempate: più di 26mila donne quell´anno, 12mila nel 1995. Il blog di Heather Parisi è letteralmente preso d´assalto da donne non più giovanissime che vogliono sapere dove, come e a che prezzo la showgirl sia riuscita a mettere al mondo i suoi gemelli, nati nel 2010 quando lei era cinquantenne. «Spendiamo tutta la giovinezza a cercare la nostra identità e le nostre affermazioni professionali - risponde lei, che per altro era già la felice mamma di due figlie - poi all´improvviso ci accorgiamo che ci manca qualcosa e ci assale la voglia di essere mamme». Ma nessun indirizzo magico: «Non esiste un´unica soluzione… Mi domando quale differenza faccia, di fronte alla meraviglia di due vite nuove, conoscere tecnicismi e metodi. Tanto più che, nel nostro vivere quotidiano, di veramente naturale rimane ben poco». Marina Piazza, sociologa milanese, fondatrice di Gender e autrice di un libro a suo modo profetico, "Le ragazze di cinquant´anni", aggiorna così il suo punto di vista di studiosa: «In dieci anni, da quando ho cominciato a occuparmi di "giovani cinquantenni", è cambiato tutto o quasi. Ora molte di queste donne hanno conquistato autorevolezza, potere nel proprio ambito, e possono decidere di avere un figlio con ogni mezzo. Si sovrappongono fenomeni diversi: un conto è l´elevarsi dell´età media per la prima maternità, che ormai supera i 30 anni, un altro è la decisione di diventare madre sfidando le presunte o reali leggi del corpo e della natura». Pericoli? «Io vedo soprattutto quelli per i figli. Oggi ci sono cinquantenni davvero giovanissime, e del resto qualunque giovane nonna sa che è possibile "addestrare" il proprio corpo a svegliarsi a più riprese durante la notte o a fare i conti con le esigenze di un piccolissimo. Ancora non sappiamo, invece, quali conseguenze possa avere sui figli la decisione di diventare madre e padre in età decisamente avanzata rispetto alla media».
«Occorre distinguere tra casi diversi - dice Sara Randaccio, responsabile del servizio di psicologia dell´ospedale ginecologico Sant´Anna di Torino, dove c´è uno dei reparti maternità più grandi d´Europa – Ci sono donne, reduci da tentativi durati anni e costati fallimenti, che finalmente raggiungono l´obiettivo e altre che, avvertendo il ticchettare dell´orologio biologico, provano all´improvviso un desiderio per il quale spesso non sono preparati». I rischi li spiega Paolo Sirimarco, primario di ginecologia al Cardarelli di Napoli: «Una maternità a 50 anni richiede estrema cautela, deve essere seguita attentamente sia nella fase del concepimento sia durante la gravidanza, quando aumentano tutti i rischi, o al momento del parto, che quasi sempre deve essere programmato in anticipo».
Era stato Sirimarco, due anni fa, a far nascere Vincenzo e Rosa, i due gemellini di Adele Dramis, 53 anni, a sua volta medico e mamma felice: «Ho lottato anni per avere questi figli, ora sento in me tutte le energie per accudirli…». Ma gli sguardi e l´attenzione non sempre benevola del mondo hanno poi convinto la dottoressa napoletana a tornare nell´anonimato, un po´ come la stessa Parisi, che non può farlo ma confessa di percepire su di sé un´eccessiva curiosità. «Per diventare madri a cinquant´anni, come a qualunque altra età, c´è bisogno della testa ma anche del cuore. Il pancione nelle donne non più giovani piace non solo a loro ma a telecamere e riviste. Questo però non garantisce la felicità né per la madre né per il bambino», commenta Sara Randaccio. E proprio da Torino, ieri, è arrivata una notizia che fa riflettere: i servizi sociali di Casale Monferrato hanno sottratto ai genitori di 57 e 70 anni una bimba di due mesi, nata a Torino dopo una probabile "ovodonazione". La neonata sarebbe stata lasciata sola in auto. La piccola ora è in comunità, il Tribunale per i minori a settembre discuterà il suo stato di adottabilità.