ELIO PIRARI, La Stampa 25/8/2010, pagina 21, 25 agosto 2010
Battaglia legale per il “Mc” - Santa Maria Navarrese, costa est della Sardegna, 1600 abitanti d’estate, molti di meno d’inverno
Battaglia legale per il “Mc” - Santa Maria Navarrese, costa est della Sardegna, 1600 abitanti d’estate, molti di meno d’inverno. Case piccole con terrazzine a mare, il porticciolo, la chiesetta sulla piazza e olivastri antichi, almeno quanto il viso del parroco. La spiaggia di sabbia bianca è una lingua di mare che si allunga oltre Girasole e poi fino a Tortolì e Arbatax. Quando tziu Atzeni, il postino di Santa Maria, gli consegna la prima lettera, sono le ore 12 del 16 aprile 2008: alle 12,01 uno dei culurgiones che fuma nel piatto si trasforma in un lampo di calore. Nel retro busta c’è scritto «Studio Siblegal, per conto di McDonald’s Corporation». Ivan Puddu non ci crede, rilegge e impallidisce: Mc Donald’s. Loro, la più grande catena di fast food del mondo, quella dove i dipendenti, molti dei quali tragicamente sovrappeso, neanche si conoscono, dove cambiano tutto in un amen, tutto ogni due o tre mesi a seconda della spinta o del rifluire dei mercati. Cosa ne sanno di Santa Maria, Girasole, di questa enclave chiamata Ogliastra. E cosa vogliono da me, Ivan Puddu? Per conto della multinazionale americana nel 2008 lo studio legale romano Siblegal, a Puddu contesta l’uso del suffisso Mc perchè «Rischia di ingenerare confusione nei clienti». Con la compagna Martina, Puddu è titolare di due piccole rivendite alimentari, la De Puddu, un locale di 20 metri per 20, muri bianchi, tramezzi in castagno e pavimento in cotto sardo, e la De Fruttu, situate entrambe in via del Lungomare. Fino a cinque giorni fa le rivendite si chiamavano McPuddu’s e McFruttu’s. Fino a cinque giorni fa perché i legali dello studio Siblegal cinque giorni fa si sono rifatti vivi notificando una seconda diffida. Allora Puddu, 33 anni a settembre, ha preso due pezzi di legno, sopra ci ha scolpito la parola «censored», li ha inchiodati alla vecchia insegna facendo sparire il suffisso «Mc», uno dei simboli più riconoscibili e contestati della globalizzazione, e sostituendolo con il più familiare «De». In un posto confinante un paradiso ma dove non succede mai nulla e l’unico evento che finisce sui giornali è la sagra del prosciutto, tra lo sdegno degli assessori locali il «censored» sta bruciando energie mentali e creando suggestioni forti. E un certo movimento. L’ex Mc Puddu’s è diventato il quartiere generale dell’affaire. Le facce in circolo più o meno sono sempre le stesse ma si fanno sentire. I bambini urlano, i turisti fotografano, i vecchi si interrogano, voci fuori campo stramaledicono fast food, multinazionali e cheeseburger. Evocando il latte e le famigerate quote latte, i formaggi e la carne dei pascoli del Gennargentu, i pastori discutono di produzioni identitarie di eccellenza. Ma il lieto fine c’è: culurgiones, malloreddos, pane carasau e seadas sbancano. «Quando ho letto la prima lettera ho pensato a uno scherzo», fa Puddu. Quindi con un sussulto d’orgoglio: «Poi che i nostri culurgiones, i malloreddos, la nostra farina, il nostro pane, le nostre patate e la nostra menta loro se li sognano. Io ho provato a diffondere i prodotti ogliastrini in versione “da passeggio”, non volevo e non pensavo di poter fare tutto questo casino». Intanto la Regione Sardegna s’è schierata con Puddu assicurandogli la copertura legale. «Se il grottesco non la sovrastassse direi che questa è una vicenda seria - dice l’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Prato - la più potente multinazionale americana, uno dei più grandi corruttori mondiali del palato, se la sta prendendo con un ragazzo, e una regione, l’Ogliastra, che conta 56mila abitanti». «I culurgiones - continua l’assessore - proposti da Puddu e da decine di negozi tipici sardi sono il pasto veloce per eccellenza, bastano due minuti di cottura, una sfoglia di pasta di semola di grano duro ripiena di pecorino sardo fresco, patate e menta naturale. L’Italia ogni anno subisce 70 miliardi di euro a causa di falsi e imitazioni alimentari, diffidare Puddu per l’uso del suffisso “Mc” suona come una beffa».