MARINELLA VENEGONI, La Stampa 22/8/2010, pagina 35, 22 agosto 2010
“Così vado a caccia di sogni adolescenti” - Antonio Campo Dall’Orto è stato il ragazzo prodigio della tv italiana, vicedirettore di Canale 5 a 28 anni e direttore generale di Mtv Italia a 33
“Così vado a caccia di sogni adolescenti” - Antonio Campo Dall’Orto è stato il ragazzo prodigio della tv italiana, vicedirettore di Canale 5 a 28 anni e direttore generale di Mtv Italia a 33. Adesso che ne ha 46 - e un curriculum lungo così - conserva il ciuffo da ragazzo e la parlata svelta di quelli che guardano sempre avanti. Nel ristorante parigino dove siam riusciti a placcarlo, il vago accento veneto è l’unica traccia delle origini del giramondo diventato n. 2 di Mtv a livello mondiale. Ma guai a dirgli che il suo è uno dei tanti cervelli in fuga perché, fra una corsa in Cina e una a Buenos Aires, Antonio si sente profondamente italiano. Segue con un occhio di riguardo la tv giovanile in patria, è invitatissimo a parlare delle proprie esperienze, da Enrico Letta per fine agosto come dalla ministra Meloni a metà novembre per il Festival dei giovani talenti. E non si tira indietro: «Dove vedo interesse, vado. Da qualche parte bisogna ripartire: dopo lo stallo, per gli aerei, c’è la caduta. Ho sempre creduto che un sistema dei media possa essere bello e ricco se pieno di diversità. Il sistema pubblico televisivo è un baricentro culturale, un punto di confronto su cui misurarsi, ma in Italia se ne sente l’assenza tutti i giorni. Ci vorranno lustri a ricostruirlo». La Mtv generation di cui tanto si parlò, allevata a videoclip, tiene ormai laurea e famiglia. I clip sono morti, travolti dalla tecnologia. Ma fra tumulti e riaggiustamenti, dopo il walkman, dopo l’iPod, nel 2011 il network farà 30 anni, e grandi feste sono in preparazione: «Primo, si lavora all’evoluzione dei contenuti. Due, vogliamo costruire dei live musicali riconoscibili, perché la musica fa sempre parte del marchio: è la narrazione che cambia. Un programma deve contenere emozione, per colpire direttamente». Per un network come questo, che guarda al mondo degli adolescenti, il futuro e le emozioni si rivelano autentiche ossessioni: «Credo che la generazione dell’iPhone sarà quella che imprimerà un cambiamento forte. La tv va verso l’estinzione, ma abbiamo tempo; non siamo come le case discografiche che si sono lasciate travolgere, e ancora non abbiamo capito bene cos’è la banda larga. Nel giro di 10 anni, più che tv sarà comunicazione video». Il percorso accidentato di tante evoluzioni rapide, ha trovato un punto fermo dal 2004: «Abbiamo seguito l’immaginario visivo, che si è spostato su ambiti non musicali. Reality, film, telefilm. Oggi il programma di maggior successo è Sixteen and pregnant (incinta a 16 anni), a metà fra il documentario e il reality; un tema che incrocia la vita, la religione, le pressioni sociali e familiari: l’80 % dei paesi non lo voleva, ma si sono ricreduti. Poi è nato Teen Moms, sulle mamme adolescenti». Sono in corso nuovi esperimenti, sempre fra reality e documentario. Tempi duri per RJ Berger, serie con inserti di animazione, racconta il ragazzo un po’ ai margini nella scuola, non bello né corteggiato: un giorno sul campo sportivo perde i pantaloni, rivelando doti anatomiche che lo fanno diventare il più popolare della scuola. Acquistata sicurezza, realizza i propri sogni: è la favola dell’autostima, che può cambiare la vita delle persone più delle doti nascoste. Le ragazze si possono invece identificare in My life as Liz, su una teenager precoce e sarcastica di una cittadina del Texas, che lotta per ritagliarsi uno spazio fra i coetanei. «Sono cose che piacciono al nuovo pubblico ma non a quello dei venticinquenni, che già non ci si riconoscono più», spiega Campo Dall’Orto. Ma ogni Paese ha la propria specificità, e Mtv finisce per essere assai elastica: «L’Italia in verità è piena di contraddizioni, è difficile da capire nonostante il cambiamento sia simile a quello dei paesi più sviluppati: mandiamo in onda tanti telefilm, e da settembre pure Tempi duri, che costa un milione di dollari a episodio; poi vanno bene gli eventi live, come quello di Patty Smith da Torino dello scorso giugno. In Spagna abbiamo lanciato Mtv Travel, con il quale portiamo i ragazzi ai nostri concerti, sempre basato sulle emozioni». In Cina, Mtv è l’unico soggetto straniero, collegato a 20 milioni di famiglie: «Lì il controllo è de visu, guardano proprio quello che fai, con i turni. Nei paesi di cultura musulmana come la Malesia, e nel canale arabo, la situazione è stimolante: facciamo videoclip e musica, ma è solo questione di tempo. Il clip ha ancora un senso se è legato a un contesto specifico, come in India, dove il 70% viene estratto dai film di Bollywood. In Africa c’è un visibile sviluppo economico, abbiamo due canali ma li moltiplicheremo». Con la globalizzazione vera, l’ex ragazzo prodigio Antonio Campo Dall’Orto convive ogni giorno. Giura di dormire bene, e di avere pure del tempo libero. È sposato con l’attrice indo-tedesca Mandala Tayde, hanno due bimbi piccoli: «Dopo vari esperimenti, la base è rimasta a Milano». Più che un cervello in fuga, un cervello pendolare.