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 2010  agosto 25 Mercoledì calendario

METALLI APPESI ALLE SORTI DELL’ECONOMIA

L’andamento del prezzo dei metalli industriali è sempre più vulnerabile alle notizie dal fronte economico. Lo si è visto anche nelle ultime sedute: la scorsa settimana le quotazioni si stavano riportando sui massimi del periodo, ma proprio mentre gli analisti si chiedevano se il rame potesse superare l’ormai prossima soglia tecnica di resistenza a salire posta a 7.500 $/tonn. (base tre mesi), ecco giungere una serie di deboli notizie economiche dagli Usa, che causavano perdite per tutti i metalli di riflesso al generale ribasso delle borse azionarie mondiali.
Le statistiche più povere del previsto hanno spinto gli analisti di JP Morgan ( la grande banca d’affari, ora membro del Lme con seggio alle grida) a correggere all’ingiù le previsioni di crescita americane portando il Pil da +2% a +1,5% per il terzo trimestre e da +3% a +2% per il quarto. Il peggioramento delle prospettive ha colto di sorpresa gli operatori sul rame, soprattutto gli investitori che negli ultimi tempi avevano incrementato le posizioni in acquisto, forti del sostegno di una situazione fondamentale che sta migliorando da inizio anno. Solo pochi giorni fa il World Bureau of Metal Statistics aveva comunicato che ne primo semestre si è registrato un deficit di 80mila tonn. di rame raffinato. Inoltre, ormai da mesi le giacenze di catodi presso i magazzini Lme stanno calando, nonostante si sia in piena estate, periodo in cui di solito prevalgono le entrate a causa del rallentamento dell’attività nell’emisfero nord. Ieri intanto l’Lme ha riaperto in consolidamento sulla chiusura di venerdì, in attesa di sviluppi sul fronte economico. Gli investitori sono infatti attenti ai processi di revisione delle prospettive di crescita a cui è strettamente legata la domanda di metalli, ma c’è anche l’impressione che vengano ritenute minoritarie le probabilità di una nuova recessione. La stessa JP Morgan ad esempio ha abbassato solo di poco le stime sul Pil cinese: da +10% a +9,8% per quest’anno e da +8,8% a +8,6% per il 2011,livelli che in verità sono all’incirca quelli a cui mira il governo di Pechino per evitare un’espansione tumultuosa.
In un mondo in crescita moderata, la domanda al consumo dei cinesi continua di fatto a essere il maggior sostegno per il mercato del rame. Nelle ultime settimane, nonostante i prezzi di borsa fossero inferiori a Shanghai piuttosto che che all’Lme, sono stati segnalati a Londra parecchi acquisti cinesi a ogni buon ribasso: segno che pochi si aspettano che i prezzi possano scendere di molto, anche perché il mercato in Estremo Oriente è atteso rimanere in tensione. Hidenori Kamoo, direttore marketing della giapponese Pan Pacific Copper, si aspetta ad esempio un mercato in equilibrio nel 2010 e un deficit mondiale di 200mila tonn. nel 2011, dopo che in gennaio aveva previsto per quest’anno un’eccedenza di 300mila tonnellate.