Karima Moual, Il Sole 24 Ore 24/8/2010, 24 agosto 2010
AL NORD L’AMORE È PIÙ MULTIETNICO
L’amore al nord? Bahebbek, te quiero, te iubesc. Altro che "ta vöri ben". Più si sale al nord e più l’amore è multietnico. In barba alle polemiche sui conflitti di convivenza e la linea dura della Lega. Ma l’amore non vuole sentire ragioni. Ecco allora che è la Lombardia la regione nella quale si è registrato il maggior numero (oltre 35 mila) di unioni miste.
Proprio dalla Lombardia alla provincia di Napoli si è spostata Simone Maria Da Conceicao, 39 anni brasiliana, in Italia da quando ne aveva cinque. Laureata in scienze dell’educazione, per amore Simone Maria ha lasciato la sua Milano, per Ciro. «Conviviamo da nove anni –dice – e oggi abbiamo due bambini di sette e quattro anni che stanno crescendo perfettamente con una doppia cultura, parlano due lingue, e porteranno avanti due bagagli culturali. Stiamo bene, anche se ovviamente non mancano problemi per le diverse culture che ci uniscono, ma che qualche volta ci dividono anche. Perché – aggiunge – mentre io ho una parte dentro di me italiana e che comprendo, lui invece non conosce molte nostre usanze e quindi e più restio. Ad esempio la religione. Io sono della religione cardomble, una religione animista afro-brasiliana. Inizialmente non conoscendola e non comprendendo i suoi riti, Ciro non la accettava pensando fosse una setta. Adesso invece si scherza sulle candele sempre accese per la mia religione appunto o per il fatto che il venerdì dobbiamo vestirci tutti di bianco. E il prossimo anno finalmente ci sposiamo».
Senz’altro la storia di Simeone Maria va in controtendenza, perché diversità di culture e tradizioni sono la causa dei divorzi, che per le coppie miste hanno una durata media di nove anni. È questa la fotografia scattata sul territorio italiano dal primo osservatorio sui matrimoni misti in Italia di MoneyGram, attraverso le elaborazioni sugli ultimi dati 2009 del dossier statistico Caritas/Migrantes.
C’è da dire che il fenomeno delle coppie miste ha registrato un incremento soprattutto negli ultimi 15 anni ( il numero è triplicato), parallelamente alla crescita e al consolidamento della presenza straniera nel paese e all’arrivo sempre più numeroso di donne sole. A guardare i dati per regione, il bel paese appare nettamente diviso in due. Anche per l’incidenza del numero di matrimoni misti abbiamo un Sud e un Nord: dal Lazio in su abbiamo percentuali più significative in Emilia Romagna (15%), Lombardia (13,5%), Liguria (13%) e Valle d’Aosta (13%). Qui i matrimoni misti costituiscono una realtà importante e statisticamente significativa. Al Sud rimane poco, nonostante si registrino i più elevati quozienti di nuzialità (rapporto tra nozze celebrate in regione e popolazione residente).
Non c’è quindi rispondenza fra le regioni in cui il quoziente di nuzialità generale è più elevato e quelle in cui è più alto il tasso dei matrimoni misti.
In Campania- che rappresenta la regione italiana con il più alto quoziente di nuzialità – l’incidenza dei matrimoni misti sul totale è stata solo del 4,9 per cento. Ancora più bassa la percentuale che si registra in Puglia dove le coppie miste sono solo il 3,7% del totale. Per capire questi dati bisogna considerare non solo che gli stranieri sono più presenti al nord che al Mezzogiorno, ma anche l’aspetto culturale, che vede il Sud più tradizionalista e di conseguenza più chiuso verso le coppie miste.
Se in Italia il livello medio di endogamia nel 2007 è stato dell’86,2%, le punte più elevate sono state raggiunte in Puglia (con 96 matrimoni fra italiani su 100), mentre al lato opposto si collocano la provincia di Bolzano con il 73,5% (stando ai dati contenuti nel dossier Caritas/ Migrantes 2009).
Ma come sono le nostre coppie miste?
Il prototipo e soprattutto quello in cui è lo sposo italiano a preferire la straniera (circa 17mila all’anno), mentre le donne italiane che scelgono per marito uno straniero sono ancora molto basse (solo 6 mila). Una novità è rappresentata invece dal crescere del fenomeno dei matrimoni misti in cui entrambi i coniugi sono di nazionalità non italiana e diversa tra di loro, che ammontano a circa 11 mila.
Per gli italiani la straniera preferita è soprattutto quella proveniente dai paesi dell’Unione europea (59% dei casi) oppure dal continente americano con una preferenza per le donne latinoamericane che rappresentano circa un quarto dei matrimoni misti. Poche chance invece per le donne provenienti dall’Africa settentrionale che rappresentano invece solo l’8% dei casi e le donne asiatiche con un 6 per cento.
L’amore per le donne italiane è invece soprattutto africano, con una buona percentuale del 40,7%; seguono poi i sudamericani con il 17,4% e, con una quota molto più bassa, gli asiatici (4,7%).