Andrea Tempestini, Libero 25/8/2010, 25 agosto 2010
PICCOLA GUIDA PER PRODURRE UN QUINTALE DI RIFIUTI IN MENO
Pensandoairifiutiealloro impatto ambientale, di primo acchito si individua la raccolta differenziata come il più virtuoso dei comportamenti. Ma questo è solo un secondo passo, se è vero come è vero che produrre meno scarti alla fonte può avere un impatto decisivo. La pensa così anche l’Unione Europea, che nell’ultima direttiva sui rifiuti pone al primo posto il concetto di riduzione: crearne sempre meno e, soprattutto, riutilizzarne il più possibile.
La percentuale di raccolta differenziata è un indicatore che nasconde qualche insidia: prendiamo un comune dove raggiunge il 60% dei 2,5 kg pro capite di rifiuti prodotti ogni giorno. E prendiamone un altro dove a fronte di una differenziata più modesta, per esempio al 30%, la produzione di scarti sia di 0,5 kg, un chilo sotto la media nazionale. È facile comprendere come l’impatto ambientale del secondo comune sia minore rispetto a quello del primo. Inoltre, il materiale destinato al riciclo o alla discarica comporta maggiori costi di gestione, a partire da quello per il trasporto.
Per ridurre la quantità di rifiuti domestici, certo, bisogna cambiare alcune abitudini. Il principio cardine è semplice: usare meno materiali e prolungare la loro esistenza. Partendo da quella delle bottiglie, in particolare di vetro o di plastica dura, che possono essere riempite con l’acqua che sgorga potabile dalla maggior parte dei rubinetti italiani. Con questa accortezza, una famiglia ogni anno risparmierebbe 13 kg di immondizia. Bisogna riporre una certa cura anche agli imballaggi dei prodotti che si acquistano, cercando di prediligere quelli che ne hanno il meno possibile. Come le verdure o le olive sciolte che non ne hanno affatto ma anche tutto ciò che è secco e non deperibile, come pastasciutta, riso, caramelle e cibo per gatti. Ancora non è facile trovare sciolti questi prodotti sugli scaffali dei supermercati italiani, fatta eccezione per alcune realtà (in particolar modo piemontesi) dove è stata sdoganata la vendita alla spina.
Il terzo comportamento virtuoso, pur riguardando una minoranza le famiglie con bambini con meno di due anni e mezzo permetterebbe di realizzare una riduzione record. Si parla dei pannolini, che nelle aree dove la raccolta differenziata è particolarmente spinta raggiungono l’incredibile quota del 15% dei rifiuti totali destinati alla discarica. Basti pensare che un neonato, nei primi 30 mesi di vita, ne produce per una tonnellata di peso. In media, nello stesso lasso di tempo, una persona adulta produce 1,2 tonnellate
complessive di rifiuti. Una soluzione sono i pannolini lavabili, consigliati da pediatri e ostetriche perché causano meno dermatiti, oppure quelli biodegradabili molto diffusi in Germania destinati poi al compostaggio domestico.
Altro teatro dove le abitudini dovrebbe essere affinate è l’ufficio. Seguendo piccoli accorgimenti potremmo risparmiare 8 kg di carta a testa ogni anno. Le regole da seguire possono sembrare banali: stampare solo se necessario, sempre fronte-retro e riducendo l’interlinea. Insomma, è necessario fare il piccolo sforzo di leggere le email sul video. Sul fronte carta, un altro fenomeno “molto occidentale” è quello delle pubblicità non richieste e consegnate a mano che ci troviamo nelle cassette della posta. Un articolo del codice penale vieterebbe questa “invasione della buca”, ma viene puntualmente disatteso. Tanto che la quantità di queste missive ricevute ogni dodici mesi oscilla fra i 12 e i 15 chilogrammi. Ogni condominio, ogni abitazione dovrebbe insomma escogitare una misura per contrastare questo fenomeno.
Le idee di bere acqua dal rubinetto, quella di riflettere qualche secondo in più su tutti i nostri acquisti e di lavare i pannolini sporchi, potrebbero far storcere il naso ai più. Ma sono accorgimenti che ridurrebbero la produzione di rifiuti di ogni famiglia per più di 100 kg ogni anno. Cifre che, fatti due conti, ci risparmierebbero le 12 milioni di tonnellate di Co2 che vengono generate dal loro smaltimento. Numeri che potrebbero convincere anche i più scettici.