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 2010  agosto 22 Domenica calendario

«INTESE» TRA STATO E RELIGIONI, MA NON CON I MUSULMANI


Novità in vista nel rapporto fra lo stato italiano e le varie religioni. Il Parlamento sta per approvare ben sei «intese» con altrettante autorità religiose che hanno ben poco a che vedere con la chiesa cattolica, e cioè: buddisti, mormoni, induisti, apostolici, ortodossi, testimoni di Geova. Un totale di circa un milione e mezzo di credenti (quasi un milione di immigrati, il resto italiani; la maggioranza ortodossi e testimoni di Geova).
Fino ad oggi «intese» erano state firmate con la Chiesa Cattolica, con le Assemblee di Dio in Italia, con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con la Chiesa Evangelica Luterana, con l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno e con la Chiesa Evangelica Valdese.
La questione delle «Intese» ha ormai un valore non soltanto simbolico, ma anche molto pratico, economico. Alla «Intesa» è infatti legato il famoso finanziamento dell’otto per mille. Ai debuttanti, infatti, spetterebbe un posto nella tavolata che vede, a tutt’oggi, la Chiesa Cattolica fare la parte del leone, dato che a lei arriva il contributo dei molti, moltissimi che non dichiarano la loro preferenza. A tutt’oggi, secondo dati del 2007, al Vaticano va il 90 per cento del totale dell’otto per mille, allo stato il 7 e agli altri le briciole. Un meccanismo che applica in percentuale all’intera somma le preferenze di quei pochi che hanno scelto. Un meccanismo che si deve assolutamente cambiare.
Con le «intese» i vantaggi non sarebbero solo di natura materiale. Ogni famiglia religiosa avrebbe il diritto di chiedere alla propria scuola l’insegnamento dell’ora della propria religione. Si pensi, ad esempio, ai circa 200 mila bambini rumeni ortodossi iscritti nelle nostre classi. Inoltre i ministri dei vari culti potrebbero andare nelle carceri e negli ospedali. Il riconoscimento sarà una buona notizia anche per le badanti rumene che accudiscono i nostri nonni.
Dai passi avanti democratici, già fatti o da fare, restano fuori i musulmani (circa un milione, molti dei quali sono italiani): colpa di una serie di pregiudizi difficili da smantellare, come la paura del terrorismo.