SILVIA FUMAROLA, la Repubblica 22/8/2010, 22 agosto 2010
VENTURA: VIA GLI SMS DA QUELLI CHE... "NON PENSAVO LI USASSERO I BOSS" - ROMA
Che i boss della ‘ndrangheta usassero gli sms inviati al suo programma per ricevere notizie, Simona Ventura l´ha saputo a giugno. «I magistrati non mi hanno mai chiamato. Me l´ha detto il produttore esecutivo di "Quelli che il calcio" e sono rimasta scioccata. Ci è stata chiesta una documentazione e l´abbiamo fornita. Mi è sembrato un piano davvero ingegnoso. Abbiamo aperto una linea con gli spettatori per avere un contatto diretto con loro, tutto mi sarei aspettata tranne che fosse usata per lanciare messaggi ai boss. Ora gli sms spariranno».
Signora Ventura, non aveva mai pensato ai rischi della tv interattiva?
«Francamente no. L´interattività è il futuro, chi fa televisione lo sa bene, deve aprirsi al mondo esterno: chi ti guarda è sempre più protagonista. Poi l´idea degli sms per noi non è una novità, li lanciavamo già con Gene Gnocchi, sono le dediche alla radio di una volta. Abbiamo sempre ricevuto tanti messaggi».
Invece in questo caso erano mirati.
«Ho piena fiducia nella magistratura che fa benissimo il suo lavoro, e ho letto la dichiarazione del procuratore antimafia Grasso: "Ipotesi possibile ma nessun caso concreto". Loro faranno le indagini e scopriremo la verità. I messaggi spariranno dal programma, c´inventeremo un altro modo per coinvolgere il pubblico. Il nostro è sempre stato trasversale: giovani, laureati, anziani, ora scopro anche i boss con i loro parenti».
Una volta usavano i pizzini, oggi la tv.
«Si sono evoluti, d´altronde viviamo in un mondo tecnologico».
Quindi niente più sms in diretta.
«No. Già da lunedì, alle riunioni per la ripresa del programma - torniamo in onda dal 12 settembre - penseremo a una serie di proposte alternative».
Cosa l´ha colpita di questa vicenda?
«Intanto non sapevo che i detenuti sottoposti al 41 bis guardassero la tv, in effetti fargli vedere un certo tipo di programmi sarebbe già una punizione... Scherzi a parte, ho pensato alla fortuna che hanno avuto, ogni domenica riceviamo dai tremila ai cinquemila messaggi. Non è scontato che un saluto o una frase vadano in onda. C´è una selezione alla fonte, non è facile essere sorteggiati e passare i filtri, il caso - se tutto verrà confermato - ha giocato a loro favore».
Gli sms a "Quelli che il calcio" destinati ai boss sono finiti sulle prime pagine dei giornali, ne parlerete nel programma?
«Certo. Con ironia, a modo nostro, nella prima puntata. L´ironia è una grande arma scomparsa, questa è una società che ha dato più sfogo all´aggressività».
Verissimo, però il tema è delicato.
«Infatti non ne parleremo con leggerezza. Ricorda quando Max Giusti faceva Ricucci e ripeteva quella frase in codice: "Spero che il pompelmo faccia mele...". C´inventeremo qualcosa, certo non possiamo dimenticare la genialità e l´efferatezza di queste persone».
Aboliti gli sms, cosa v´inventerete?
«Ne dobbiamo discutere, le idee low cost - minima spesa massima resa, come dico io - ci sono. "Quelli che il calcio" ha la sua community, non la possiamo perdere. E ci tengo a dire che abbiamo tanti carcerati che ci seguono e ci scrivono, e sono felice di potergli fare compagnia per tre ore».
Riceve molte lettere?
«Sì, sono storie di grande sofferenza. Se posso rispondo sempre. Un giorno, lontano dai riflettori, vorrei andare in un carcere. Per capire. Ma ripeto, lontano dalle telecamere: non vorrei mai che pensassero che speculo sulle disgrazie».