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 2010  agosto 24 Martedì calendario

Maniaci Pippo

• (Giuseppe) Partinico (Palermo) 25 marzo 1953. Giornalista. Direttore di Telejato di Partinico (Pa), emittente in prima linea nella denuncia del potere mafioso, nel 2008 fu picchiato dal figlio di un boss, nel 2009 fu accusato di esercizio abusivo della professione di giornalista (non aveva il tesserino da pubblicista) • «[...] Dal 1999 Maniaci racconta dalla sua Tv - 150 mila spettatori al giorno, da Alcamo a Corleone - la mafia di Partinico, zona, secondo gli inquirenti, tra le più problematiche del palermitano. A lavorare con Maniaci i due figli - Letizia [...] ha anche vinto il premio Cutuli - e un manipolo di collaboratori, tra cui Salvo Vitale, amico di Peppino Impastato, ucciso nel 1978 per le sue trasmissioni in radio che non piacevano a don Tano Badalamenti. [...]» (Gabriele Isman, “la Repubblica” 19/7/2008) • «[...] querelato, quasi 200 volte, per le sue inchieste scomode sulle cosche e sull’inquinamento della distilleria Bertolino, una delle più grandi d’Europa [...] è il conduttore del tg di TeleJato, un’emittente locale che copre un territorio di 20 comuni in provincia di Palermo con un bacino di circa 150 mila telespettatori. Da anni porta avanti coraggiose crociate contro le cosche mafiose della zona facendo nel suo telegiornale nomi e cognomi di boss. Tanto che il 30 gennaio del 2008 viene preso a calci e pugni in pieno centro città da due persone, uno dei quali era proprio il figlio (ancora minorenne) del boss Vito Vitale, personaggio di spicco del mandamento di Partinico negli anni ’90 e uno dei protagonisti delle ficcanti inchieste del giornalista. “Dopo avermi malmenato - racconta - uno dei due ha poi cercato di utilizzare la mia cravatta per soffocarmi, fortunatamente uso il doppio nodo e non vi sono riusciti. Dopo si sono messi in macchina e sono fuggiti”. Causa mancanza di persone intenzionate a testimoniare la denuncia cade nel vuoto. Non per l’opinione pubblica che gli esprime solidarietà e i vertici dell’Ordine regionale e nazionale che insieme all’Unci (Unione nazionale cronisti italiani) e al Fnsi, gli riconoscono una tessera “ad honorem”. [...]» (Giacomo Russo Spena, “il manifesto” 31/3/2009) •