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 2010  agosto 24 Martedì calendario

Pechino entra nella guerra del potassio - Sarà cinese il Cavaliere Bianco che «salverà» la canadese Potash Corp, il più grande produttore di potassio del mondo (controlla il 20% del mercato, con quote anche in Israel Chemical e nella cilena Sqm), dalla grinfie di Bhp Billiton, il gigante minerario anglo-australiano che ha scatenato la guerra? Ieri il board di Potash ha formalmente respinto l’Opa ostile da 40 miliardi di dollari (130 dollari per azione) di Bhp, ritenendo che la stessa «sottovaluti fortemente il gruppo e non rifletta nè la sua posizione nell’ambito di un settore strategico, nè le prospettive di crescita senza equivalenti»

Pechino entra nella guerra del potassio - Sarà cinese il Cavaliere Bianco che «salverà» la canadese Potash Corp, il più grande produttore di potassio del mondo (controlla il 20% del mercato, con quote anche in Israel Chemical e nella cilena Sqm), dalla grinfie di Bhp Billiton, il gigante minerario anglo-australiano che ha scatenato la guerra? Ieri il board di Potash ha formalmente respinto l’Opa ostile da 40 miliardi di dollari (130 dollari per azione) di Bhp, ritenendo che la stessa «sottovaluti fortemente il gruppo e non rifletta nè la sua posizione nell’ambito di un settore strategico, nè le prospettive di crescita senza equivalenti». Secondo il cda della società canadese, «l’offerta è inadeguata e non è nell’interesse del gruppo, dei propri azionisti e di altri parti interessate». Da qui, l’invito agli stessi azionisti - che devono pronunciarsi entro il 18 ottobre - «di rigettare l’offerta di Bhp e di non consegnare le azioni». Il board di Potash dice di aspettarsi offerte «superiori o alternative» e fa sapere di aver preso contatto «terzi che hanno manifestato il proprio interesse per soluzioni alternative». Nessun nome, però. Il magazine Industrial Minerals e Bloomberg parlano dell’interesse del colosso anglo-australiano Rio Tinto, della brasiliana Vale e di Sinochem Corp., che è il più grande trader nella chimica cinese e quarto gruppo energetico del Paese (controllato al 100% dallo Stato). Il South China Morning Post di Hong Kong alla Sinochem, cui fa capo Sinofert Holdings (per il 22% di Potash), ovvero il più grande distributore cinese di fertilizzanti, affianca anche il fondo sovrano China Investment Corp. Di certo, si parla con insistenza di Pechino. Proprio Sinochem ha lasciato trapelare di voler «monitorare con attenzione» il tentativo di scalata di Bhp. «I rapporti commerciali con Potash sono buoni e saremo molto attenti a ciò che succederà», dice Li Qiang, portavoce di Sinochem. Secondo alcuni analisti la Cina non si farà scappare l’occasione di mettere le mani sul principale produttore al mondo di fertilizzanti (l’oro del futuro: sono strategici per sfamare il pianeta, che avrà sempre più bisogno di prodotti agricoli e di foraggio per gli allevamenti di animali da carne), considerando anche che il Paese è il principale importatore di carbonato di potassio e che le sue riserve su questo fronte sono limitate Il Wall Street Journal, a tal proposito, vedrebbe in corsa per Potash un consorzio guidato dal fondo di private equity cinese Hopu (timonato dall’ex presidente di Goldman Sachs China, Fang Fenglei) del quale farebbero parte due fondi sovrani e investitori canadesi, americani e asiatici. «Ci sono discussioni con altre parti per trovare alternative di valore», insistono i vertici di Potash, che hanno affidato a Goldman Sachs, Rbc Capital Markets e BofA Merrill Lynch la ricerca di un’offerta alternativa a quella di Bhp che garantisca l’indipendenza della società. Ora, si attende la nuova mossa del gigante anglo-australiano, che nel frattempo ha chiesto il sostegno di diverse banche europee per scalare Potash. Difficile che Bhp molli facilmente la presa, anche perché la sua strategia per il controllo del potassio è stata preparatacon cura. Nel gennaio scorso, ad esempio, ha offerto 320 milioni di dollari per il gruppo di esplorazioni Atabascha Potash Inc. (il board ha già detto ok, si attende il voto degli azionisti entro marzo) e, più di recente, ha deciso di commerciare il potassio estratto in Canada per proprio conto, senza passare per i servigi di Canpotex, l’agente che tratta ed esporta tutta la produzione del Nord America, con clienti come Potash, Agrium e Mosaic.