FLAVIA AMABILE, La Stampa 24/8/2010, pagina 20, 24 agosto 2010
Bisogna abbattere Tor Bella Monaca? - Forse era una provocazione ferragostana, o forse no, e l’idea di Gianni Alemanno è davvero destinata a cambiare un pezzo di Roma
Bisogna abbattere Tor Bella Monaca? - Forse era una provocazione ferragostana, o forse no, e l’idea di Gianni Alemanno è davvero destinata a cambiare un pezzo di Roma. «Tor Bella Monaca va demolita, rasa al suolo». L’aveva definita «una cisti urbana» e spiegato che «è necessario demolire e ricostruire ampie aree della città, recuperando anche terreno urbano». La platea ascoltava, piuttosto stupita. In molti avevano pensato ad un’esagerazione, alla voglia di catturare un titolo sui giornali. In realtà ieri Alemanno ha confermato ogni parola e aggiunto anche qualche dettaglio annunciando un master plan e un referendum: «Sbaglia chi pensa che sia una boutade estiva: a fine ottobre presenteremo un master plan della zona e faremo un confronto diretto con i residenti, anche con un referendum, perché vogliamo attuare una urbanistica partecipata e non calata dall’alto». Se urbanistica partecipata deve essere, allora l’idea è già morta perché gli abitanti di Tor Bella Monaca non hanno mostrato molto entusiasmo all’idea di veder distrutte le loro case. «Invece di pensare a queste cavolate spenda i soldi per costruire dei centri a buon mercato per le famiglie che non se lo possono permettere, in modo che i ragazzi possano andare tranquillamente a fare attività sportiva e toglierli così dalla strada». E, un altro: «È tutta una speculazione per poter lavorare, prendere appalti, subappalti, sub subappalti, e i poveri disgraziati vivono sempre come vivono». Oppure: «Quando è venuto qui a prendere voti non doveva radere al suolo Tor Bella Monaca!» Alemanno vorrebbe abbattere le torri e alcuni dei lunghi palazzi orizzontali del quartiere, e poi ricostruire non con i grattacieli ma sulla falsa riga della città giardino, modello Garbatella. «I grattacieli servono - spiega - per realizzare servizi e non residenze. Lo schema edilizio verticale è fallito. Penso per Tor Bella Monaca a case come quelle della Garbatella», cioè basse e con ampi spazi verdi. Questione di estetica, certo, ma non solo, tiene a precisare Alemanno. «Nelle case di Tor Bella Monica ci piove dentro, la qualità di vita dei cittadini è pessima perché spesso si tratta di prefabbricati spinti, e tra una lastra e l’altra ci sono crepe ed infiltrazioni. Forse Asor Rosa questo aspetto non lo conosce». È stato anche affrontato il versante economico: «Puntiamo ad edificare le aree circostanti con premi di cubature da dare ai costruttori, quindi senza esborsi per l’amministrazione comunale». Diversa per il sindaco la situazione dell’altro quartiere periferico di Corviale. «Non c’è un problema funzionale, non piove dentro le case. C’è un problema di organizzazione bisogna abolire il condominio unico e crearne diversi, puntare sui servizi. Su questo sono d’accordo con Asor Rosa, non si può abbattere soltanto per un pregiudizio estetico». Si parlava di un progetto urbanistico, di una proposta tecnica ma il mondo politico ha risposto secondo blocchi compatti e contrapposti come se già fosse in corso una pre-campagna elettorale. Il via libera governativo arriva con Francesco Giro, Pdl, sottosegretario del ministero ai Beni Culturali. Ma le voci a favore sono davvero tante, da Buontempo a Gramazio. E Massimiliano Lorenzotti, tessera del Pdl in tasca e presidente dell’VIII municipio, quello di Tor Bella Monaca, in totale disaccordo con i suoi amministrati, si augura che sia «un sogno che si possa realizzare» perché «Tor Bella Monaca è diventato un ghetto, un quartiere insicuro con sacche di microcriminalità, tanto che le persone per bene non riescono a viverci, non c’è più vita sociale. La manutenzione è poi difficilissima, perché gli edifici sono vecchi e mal costruiti». Ironia e condanna da parte dell’opposizione. «Con quali soldi fare una nuova Tor Bella Monaca?» Se lo chiede il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione affari europei e dirigente del Pd di Roma. Oppure Luigi Nieri, ex assessore alle periferie del Comune che ricorda il fascino degli sventramenti fascisti anche sulla maggioranza attuale.