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 2010  agosto 24 Martedì calendario

RACCOLTI APPENA 9MILA DOLLARI PER LA MOSCHEA VICINA ALLE TORRI

La moschea della discordia si allontana da Ground Zero? Giorno dopo giorno la polemica scatenata da Obama quando ha apposto il sigillo presidenziale al progetto dell’imam Feisal Abdul Rauf di costruire un centro islamico in un palazzo a due passi dalle ex Torri Gemelle si arricchisce di voci di dissenso, di proposte alternative di compromesso e di notizie di obiettivi ostacoli alla realizzazione. L’ultima testimonial del buon senso prevalente nel Paese, dove due americani su tre sono contrari a “quel” posto, è la miss Usa Rima Fakih, che è anche la prima musulmana praticante a vestire la corona della più bella degli Stati Uniti. Mentre pratica il digiuno del ramadan e si prepara alle sfilate di lunedì quando concorrerà al titolo di Miss Universo, la giovane ventiquattrenne, nata nei Queens a New York da genitori libanesi, ha detto d’essere d’accordo in linea di principio con il presidente nella difesa della libertà di religione, ma ha aggiunto che la moschea «non dovrebbe essere così vicina a Ground Zero. Dovremmo essere tutti più preoccupati al pensiero di quella tragedia che non alla religione».
BELLA E INTELLIGENTE
Fakih è una fan del presidente, al punto che su YouTube gli ha dedicato un video: «Mr. Presidente, lo stupendo costume che vestirò durante il concorso di Miss Universo rappresenta la celebrazione della vita, della libertà e di tutto ciò che è americano». Obama, musulmano al 50%, si è insomma beccato una lezione di pura sensibilità umana da una bellona musulmana al 100%. Un bel risultato per il presidente, che poi si lamenta se un americano su 4 (l’ultimo sondaggio di Time, dopo quello del Pew Research che ne aveva calcolati uno su 5) ritiene che sia un islamico.
A livello istituzionale, dietro al governatore democratico dello Stato di New York David Paterson che è stato il primo a proporre incontri con gli sviluppatori del progetto per trovare un luogo alternativo non così oggettivamente provocatorio, si sta allungando la lista di chi favorisce il compromesso. In settimana si è aggiunto l’arcivescovo cattolico di New York, Timothy Dolan, che «prega affinchè sia trovata una sistemazione diversa», mentre l’ex sindaco Rudy Giuliani ha giudicato «offensiva» in tv l’idea di erigere la Moschea a due isolati da quell’area «sacra» per la memoria di tutti gli americani per non parlare delle migliaia di familiari e amici delle vittime.
QUESTIONE DI SOLDI
Intanto, a rallentare comunque il piano è l’aspetto finanziario. Finora, secondo fonti bancarie, ci sarebbero solo
9mila dollari sul conto Paypal dei promotori, arrivati da un gruppo di musulamane locali. Ne servono 100 milioni, come emerge dal faraonico progetto che prevede un palazzo di 13 piani, con auditorium e piscina, e la raccolta del denaro è destinata a diventare una questione scottante, e potenzialmente decisiva in senso negativo.
Rauf, che è attualmente impegnato in un viaggio in Medio Oriente a spese del dipartimento di Stato per promuovere nei paesi arabi un messaggio di buona volontà sotto lo slogan
dell’ "Islam americanizzato", si è rifiutato di escludere che il denaro arriverà da quegli stessi regimi che hanno finanziato e continuano a finanziare l’estremismo e il terrorismo musulmano (dall’Iran all’Arabia Saudita).
Se un solo centesimo venisse da Teheran sarebbe peraltro anche una violazione delle sanzioni Onu e Usa che escludono relazioni economiche con l’Iran, ma anche un singolo assegno staccato da altri regimi islamici sarebbe uno schiaffo tale da seppellire politicamente il progetto.