Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 24/8/2010, pagina 72, 24 agosto 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
2 luglio 1947
Le belle del Reame
«Signorina Grandi Firme, con le gonne sempre al vento, ti faremo un monumento tutto d’or», così alla radio cantava il trio olandese delle sorelle Lescano. È il 1938 e il settimanale Le Grandi Firme stampato da Mondadori conosce un successo straordinario: 250 mila copie per un florilegio di novellette di autori più o meno grandi e parecchie rubriche di quello che oggi si chiama gossip e all’epoca è ancora pettegolezzo. Ma il vero motivo del successo sta nella copertina interamente dedicata a una bella ragazza disegnata da Alberto Boccasile: un vento birichino solleva la gonna della giovane, impegnata a saltare verso un avvenire felice, i capelli fluttuano, il sorriso non lascia mai le sue labbra perfette. È una forte immagine di spensieratezza, di gioia di vivere, di libertà. Dirige il settimanale uno scrittore assai noto che diventerà uno dei maggiori esponenti del cinema italiano: Cesare Zavattini. Ma Le Grandi Firme ha visto la luce molti anni prima e ha vivacchiato alla meglio sotto la guida di Pitigrilli, romanziere scandaloso, poi sospettato di essere un informatore dell’Ovra, la polizia politica del regime. Pitigrilli è ebreo e deve lasciare la testata, che nella nuova versione va subito a ruba. Si pensa a una «Miss» Grandi Firme, ma naturalmente la parola è vietata perché straniera e si ripiega sulla «Signorina» che vola con quelle lunghe gambe perfette. Le autorità non gradiscono, il modello proposto da Boccasile non è consono ai tempi, quando ormai i tuoni di guerra si fanno vicini. Il settimanale viene chiuso, la donna italiana deve prepararsi a ben altro che svolazzare.
E così purtroppo avviene. Ma non appena il macello finisce, le belle ragazze d’Italia non tardano a farsi avanti. Possibile che da noi non ci siano delle creature capaci di tener testa alle pin-up americane? Nel 1947 la seconda edizione del concorso di Miss Italia si svolge a Stresa. Le selezionate provengono da ceti sociali modesti, sono timide, piuttosto mal vestite, non prive di goffaggini. Una di loro si presenta con un occhio pesto per un pugno del fratello che voleva impedirle di partecipare. Si tratta di Lucia Bosè, la vincitrice, che fa la commessa in una pasticceria di Milano. È un’annata straordinaria per il cinema italiano che su quella passerella scoverà le sue stelle maggiori: Gina Lollobrigida, Eleonora Rossi Drago, Gianna Maria Canale, la «miss Lazio» Silvana Mangano (che rinuncia alla finale perché non vuole sobbarcarsi il viaggio in treno) e, tre estati dopo, Sofia Loren. Belle, ma poi anche brave, quelle ragazze hanno fatto la loro parte nel «miracolo» italiano. Le veline di oggi sono tutta un’altra cosa...