Marcel Vulpis, ItaliaOggi 24/8/2010, 24 agosto 2010
IL SOCCER USA ALLA PROVA MONDIALE
Il calcio americano, più comunemente conosciuto come soccer, punta a una definitiva consacrazione dopo gli anni d’oro dei Cosmos (1970-80) e l’occasione mancata del Mondiale Usa (1994), che non è riuscito ad avvicinare i tifosi a stelle e strisce allo sport più diffuso al mondo.
Colpa sicuramente della popolarità e degli investimenti che, ogni anno, finiscono nelle casse delle società di baseball, football americano, basket e hockey su ghiaccio.
Passi importanti, però, sono stati fatti dalla Major league soccer (Mls), l’equivalente della serie A italiana, che sta crescendo grazie all’arrivo di campioni di grido come David Beckham (L.A. Galaxy) o Thierry Henry e Rafa Marquez (da quest’anno entrambi ai N.Y. Red Bulls). Attualmente sono 16 squadre e nel 2011 debutteranno Vancouver e Portland.
La Mls vuole raggiungere, entro i prossimi tre anni, un fatturato superiore ai 600 milioni di euro, puntando sul marketing, sui ricavi commerciali da stadio e su una distribuzione più razionale dei diritti tv all’estero (in Italia le partite sono trasmesse da Sky), oltre che in ambito domestico.
A trainare il movimento ci pensano anche le imprese sportive della Nazionale a stelle e strisce, uscita negli ottavi di Sudafrica 2010 per mano del Ghana.
Per questa ragione la Federcalcio americana punta molte delle sue carte sull’opportunità di ospitare nuovamente un’edizione del Mondiale di calcio: nel 2018 o nel 2022.
Gli statunitensi dovranno vedersela con una concorrenza agguerrita (Inghilterra, Russia, Messico, Spagna-Portogallo e Qatar), anche se il fiore all’occhiello sono gli stadi, un elemento sempre più determinante da parte della Fifa nell’assegnazione dell’evento iridato (la scelta verrà ufficializzata il 2 dicembre 2010). Gli americani ne dispongono di 18 a cinque stelle completamente costruiti con fondi privati. Secondo Sports Illustrated l’assegnazione di un Mondiale può valere per l’economia Usa più di 5 miliardi di euro. Una cifra che interessa sia la Federcalcio che il governo americano, soprattutto in una fase di crisi finanziaria come quella attuale.
Tra le buone notizie c’è anche la rinascita dei Cosmos, che intendono diventare la seconda franchigia Mls di New York assieme ai Red Bulls. Un gruppo di investitori, infatti, ha rilevato il nome della vecchia società, che chiuse i battenti nel 1985. La nuova dirigenza ha nominato Pelè presidente onorario. Molti grandi campioni del passato, come lo stesso O’Rey, Franz Beckenbauer, Carlos Alberto e Giorgio Chinaglia scelsero il club di New York per sponsorizzare il calcio negli Usa e chiudere la loro carriera calcistica.
Gli addetti ai lavori sottolineano che la crescita del movimento americano è collegato più agli investimenti sui giovani che sulle stelle a fine carriera (a partire da Beckham), provenienti dall’Europa e dal Sudamerica. Anche se sotto il profilo meramente economico la mancanza di «Becks» si è fatta sentire proprio in quest’ultimo campionato, dove all’Home Depot center (la casa dei Galaxy) è stato registrato un preoccupante -22,42%, segno che il calciatore inglese fa ancora la differenza almeno sugli spalti e nei negozi per i ricavi da merchandising.