Panizza, Oskar - *Dal diario di un cane / postfazione di Laura Chersi, 23 agosto 2010
DAL DIARIO DI UN CANE
Sembrerebbe che gli uomini si rubino gli uni cogli altri degli organi del più grande valore e che, grazie a ciò, essi comunichino tra di loro. Così, con mia grandissima sorpresa, ho visto, proprio oggi, uno di quelli che mostrano le gambe infilare la mano nella tasca di un altro, e ciò in pubblico. Ne ha tirato fuori qualcosa ed è fuggito a gambe levate. L’altro, che si tastava ansioso la parte scalfita, ha capito subito quel che era accaduto e si è messo a urlare in modo spaventoso. Sono accorsi degli uomini che chiedevano delle spiegazioni. Tutti si agitavano e le membra si sfilavano. E’ occorso un sacco di tempo prima di sapere dove erano finite, a causa di quella desolante incapacità a capirsi che li caratterizza. All’improvviso sono partiti correndo nella stessa direzione. Quello a cui era stata forzata la tasca rimase indietro, pallido e tremante. A quanto pareva, era stato derubato di uno dei suoi organi più preziosi, uno senza i quali non poteva più vivere: il cuore oppure l’anima.
E noialtri cani ansimiamo al loro fianco, la lingua penzoloni.
Dal fatto che io sono un cane tedesco, discende del tutto naturalmente questa tendenza a classificare con pertinenza tutto ciò che mi cade sotto il naso. Allora costruisco un sistema e da questo posso concepire una Weltanschauung . Ora che mi è riuscito questo colpo magistrale di dividere la razza umana in due categorie, ossia quelli che mostrano le gambe e quelli che le nascondono, voglio applicarmi un po’ a suddivisioni più variegate.
La rana che sempre ruota gli occhi.
Io che volevo classificare la razza degli uomini, rubricare le loro bizzarrie e ridicolizzarli, io non sono che un miserabile cane che, forse, tra poco creperà.
Oskar Panizza, medico psichiatra (1853-1921) Dopo aver praticato per alcuni anni la professione di psichiatra, si dedicò in particolare ai suoi interessi, che rimasero soprattutto letterari. Cacciato e braccato per i suoi scritti, vagabondò a lungo per l’Europa e, nel 1905, decise di costituirsi. Affetto da sifilide, venne internato nel manicomio di Herrogshohe, vivino a Bayreuth, dove rimase fino alla morte.