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 2010  agosto 22 Domenica calendario

LE AZIENDE «LICENZIANO» LA CO2

Negli anni della crisi e delle pazzie energetiche, l’industria scopre quel giacimento nascosto rappresentato dall’efficienza: l’Autorità dell’energia ha stimato in 6 milioni di tonnellate il petrolio "ricavato" in cinque annidal giacimento virtuale del risparmio. Uno dei casi più recenti è quello della Peroni: con gli investimenti fatti insieme con la Siram (gruppo Veolia) l’azienda ha ridotto il contenuto di anidride carbonica della sua produzione. Attenzione, non si parla dell’anidride carbonica che caratterizza le bollicine festose delle birre Peroni (uno slogan della tv di molti anni fa era: «Bionda, fresca, spumeggiante ») bensì dell’anidride carbonica prodotta dai consumi energetici del ciclo produttivo. Dal 2007 al 2009 i birrifici di Roma e della controllata Saplo hanno risparmiato energia pari a 3.880 tonnellate di petrolio equivalenti o pari a 11mila tonnellate di anidride carbonica. La Siram ha progettato per il gruppo birraio una centrale di cogenerazione da 3 megawatt con ricupero termico di acqua e vapore e sta pensando a un’altra centrale elettrica ad alta efficienza per alimentare la fabbrica del malto.
Come ha fatto la Peroni con la Siram, molte aziende che s’impegnano sull’efficienza si rivolgono a società specializzate nella consulenza energetica. Spesso sono divisioni delle società di settore, come nel caso della Siram – che opera nei servizi energetici – o come ha fatto il gruppo Mapei di Giorgio Squinzi che si è rivolto all’Edison. In altri casi si ricorre alle cosiddette esco ( sigla di energy saving company), che fatturano sul risparmio energetico dei loro clienti e che quindi hanno tutto l’interesse a conseguire i risultati più efficienti. C’è chi istalla i pannelli fotovoltaici (lo ha fatto di recente perfino il Vaticano) e chi adotta sistemi elettronici per ridurre i consumi inutili dell’energia reattiva generata dai motori elettrici.
Secondo una ricerca condotta dall’Icim, una società di certificazione energetica e industriale promossa da alcune delle maggiori associazioni confindustriali relativa al 2009, «i principali driver per ridurre i consumi energetici – avverte il direttore Paolo Gianoglio – sono il risparmio economico, gli incentivi governativi e la responsabilità sociale. I principali freni sono invece di ordine economicofinanziario e burocratico ». Dalla ricerca dell’Icim emerge che tutte le aziende di questo comparto hanno almeno "preso in considerazione" una soluzione e l’88% ha effettivamente fatto qualcosa: il 64% ha cambiato fornitore di elettricità o gas, il 49% ha migliorato l’efficienza dei processi produttivi, il 34% ha migliorato l’efficienza degli edifici e l’11%ha installato un impianto per produrre energia da fonti rinnovabili. «Tra le aziende che hanno installato, pianificato, valutato e anche solo considerato di installare un impianto per produrre energia rinnovabile – ricorda Gianoglio – rientra quasi l’80% dell’intero comparto industriale: un’ulteriore conferma del grande fermento che circonda la produzione di energia da fonti rinnovabili nel nostro paese».
Qualche esempio tra mille? Fra i più recenti spicca per esempio l’esperienza di Intesa Sanpaolo, che con la Dnv ha conseguito la certificazione 16001 per il sistema di gestione dell’energia e ha ottimizzato i consumi in 160 filiali adottando pompe di calore invece delle vecchia caldaie sbuffanti e dei condizionatori ruggenti. Computer ad alta efficienza, lampade a basso consumo e altri dispositivi hanno migliorato i rendimenti. L’energy manager del gruppo bancario, Roberto Gerbo, osserva che «oltre l’80% dei consumi energetici della banca sono elettrici e derivano da attrezzature e dispositivi che, in alcuni casi, rimangono operativi 24 ore su 24 (bancomat, sistemi di sicurezza) o fuori dall’orario di lavoro (insegne), tanto da incidere sul totale dei consumi elettrici per circa il 40%». Il comune di Macerata invece si è rivolto alla Cofely (GdF Suez) per la gestione del servizio energia di 76 edifici di proprietà comunale: le caldaie saranno alimentate con metano e, dove possibile, saranno sostituite con impianti ad alto ed altissimo rendimento; saranno istallati nove sistemi solari termici. Il comune otterrà così un risparmio di mille megawattora l’anno, pari a circa il 9% dell’attuale fabbisogno. Le Cartiere del Garda, insieme con l’Ecol Studio, hanno ottenuto con il Tüv la certificazione 16001 che consentirà di ridurre del 5% i consumi.