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 2010  agosto 23 Lunedì calendario

A MILANO RECORD DI REATI TRIBUTARI

Il de profundis per l’evasione fiscale è ancora lontano, ma la musica sta cambiando. Prova ne è il boom di reati tributari contestati negli ultimi due anni: nei primi sei mesi del 2010 le procure hanno in-fatti aperto in media il 50% di fascicoli in più, a carico di presunti evasori, rispetto allo stesso periodo del 2008, sulla scia di una tendenza che si era registrata anche nel 2009 (nel confronto con l’anno precedente l’incremento era stato allora di oltre il 30%). Un boom destinato a rafforzarsi dopo le novità della manovra estiva. Nel monitoraggio del Sole 24 Ore tra i principali uffici giudiziari sono finiti i reati tributari commessi con maggiore frequenza tra il 2008 e il 2010: dall’uso di fatture false, all’omessa o infedele presentazione della dichiarazione, fino all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. A Milano, nei due anni considerati gli illeciti sono raddoppiati; andamento più stabile, invece a Roma. Tra gli altri grandi uffici si segnalano Bergamo, in linea con la media nazionale (+52,5%), e Napoli, dove l’incremento è stato meno sensibile (+26%).
I numeri riportati in questa pagina sono più "solidi" di quelli relativi, ad esempio, alle semplici segnalazioni della polizia tributaria. Si tratta, infatti, di azioni penali già avviate, e quindi già vagliate, magari solo sommariamente, dall’ufficio inquirente.
D’altra parte, le cifre dimostrano anche una leggera svolta del sistema nel suo complesso. All’aumentare degli accertamenti (soprattutto quelli della guardia di finanza: oltre 90 volte su 100 sono le fiamme gialle a depositare i faldoni sui tavoli dei pubblici ministeri) corrisponde l’incremento delle azioni penali. Anche se le cifre fornite dalle procure non consentono di stimare la qualità delle singole condotte censurate e, soprattutto, la maggiore imposta eventualmente accertata.
Altra considerazione è che, nel periodo esaminato, ci sono più contestazioni sull’utilizzo di fatture false rispetto all’emissione delle stesse. La mancata coincidenza potrebbe essere una spia del fenomeno delle «cartiere», società che esistono solo per emettere false fatture a beneficio di diversi soggetti. Ecco spiegato come mai i reati di emissione (che interessano le cartiere) sono inferiori rispetto a quelli per dichiarazione fraudolenta, che interessano gli utilizzatori. Più in generale, invece, è poco contestata la dichiarazione fraudolenta tramite altri artifici ( che prevede,tra l’altro,la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni). Una delle ragioni potrebbe essere la difficoltà di provare la fattispecie.
La tendenza all’aumento degli illeciti fiscali di natura penale contestati nel primo semestre 2010 potrebbe essere rafforzata nei prossimi mesi, in virtù delle novità contenute nella manovra correttiva. È il caso, ad esempio, della frode esattoriale: la soglia di punibilità scende a 50mila euro di interessi o sanzioni da pagare nell’ipotesi in cui il comportamento illecito del contribuente sia destinato a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva.
Completamente nuovo è invece il reato di falso nella documentazione per le transazioni fiscali che permettono, a chi è sottoposto alla procedura di concordato preventivo (ma anche ad accordo di ristrutturazione), il pagamento parziale o dilazionato di tributi o contributi. Il nuovo illecito punisce, sempre con la reclusione da sei mesi a quattro anni, la falsa indicazione di elementi attivi inferiori o elementi passivi superiori a quelli effettivi nella documentazione da allegare (la soglia di punibilità è fissata anche qui oltre 50mila euro). Così se il nuovo reato si dovesse applicare a tutte la transazioni fiscali (e non solo a quelle inserite nelle procedure fallimentari) i numeri delle contestazioni sarebbero superiori e l’incremento del 50% nel primo semestre sarebbe solo l’anticipo di una stagione un po’ più dura per gli evasori.