Daniele Lepido, Il Sole-24 Ore 21/8/2010;, 21 agosto 2010
QUEI (TELE) SOGNI DAL MOTORE INGOLFATO
La multinazionale olandese dei tele-sogni ha un pezzettino di Dna tutto italiano. E già perché nel nostro paese la storia di Endemol s’intreccia con quella della Italiana produzioni audiovisive, fondata dai coniugi Marco Bassetti e Stefania Craxi, figlia di Bettino.
Siamo nella seconda metà degli anni Ottanta, l’era di format come Zanzibar , la trasmissione con Claudio Bisio, Gigio Alberti e Silvio Orlando, oppure di serie come Don Tonino con Gigi e Andrea. Nel 1989 la società cambia nome e diventa Aran: fioccano i lavori con Mediaset e Rai e produzioni come Caro maestro,
interpretata da Marco Columbro, o Una donna per amico
con Elisabetta Gardini. Nel 1998 il gruppo della famiglia Bassetti entra a far parte di Endemol e solo nel 2007 verrà acquisita da un consorzio costituito da Goldman Sachs, Mediaset e Cyrte, che rileva il pacchetto azionario in mano alla spagnola Telefonica.
In Italia è polemica perché uno dei più importanti content provider televisivi diventa, di fatto, di proprietà di Cologno Monzese, diretto concorrente di una Rai sensibile come sempre ai turnover di Palazzo Chigi. Il successo planetario arriva nel 2000 con la produzione del primo Grande Fratello, anche se tra passato e presente i programmi premiati dall’audience vanno da Stranamore alla Fattoria , passando per la Prova del cuoco , La pupa e il secchione, Affari tuoi o Chi vuol essere milionario .
Intanto il peso dell’Italia, nella "politica" dell’azienda, aumenta: il vecchio fondatore della Italiana produzioni, Marco Bassetti, assume a partire dall’anno scorso la presidenza di Endemol a livello internazionale, mentre il fratello Paolo guida la filiale italiana. Oggi la società, una vera macchina sforna- successi in tutti questi anni, potrebbe avere il motore ingolfato. Colpa di un’innovazione che non sempre si sposa con i dettami dell’audience mentre le produzioni storiche come il Grande fratello vacillano.
Secondo un’eleborazione su dati Auditel-Nielsen dello Studio Frasi, in Italia tra il 2004 e il 2010 sono andati persi oltre due milioni di telespettatori del Grande Fratello. Erano 8,4 milioni sei anni fa, con uno share del 34% e sono stati poco più di sei milioni quest’anno, con uno share al 27 per cento.
Ecco allora che la «forte liquidità » che Endemol dichiara di avere servirà sì ad acquisire e a produrre nuovi format, magari più innovativi, con un occhio a internet, noto "frammentatore" di audience, anche a causa di piattaforme come YouTube dove il pubblico rivede on demand i contenuti televisivi.
YouTube, appunto. La società acquisita da Google nel 2006 ha in corso proprio con Mediaset una causa milionaria per i video del Grande Fratello, format che costa 20 milioni di euro a edizione e che il Biscione si sente "scippato" (anche in termini di advertising) proprio da Mountain View.