Varie, 23 agosto 2010
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Bashardost Ramazan
• Qarabag (Afghanistan) 1965. Politico. Terzo alle presidenziali del 2009 • «[...] senza brogli, ha raccolto quasi l’11% dei voti al primo turno [...] Non poco visto che soldi e appoggi non ne ha. [...] Ignorato dalla Comunità internazionale, evitato dalle ambasciate, poco raccontato dai media [...] è un hazara ma ha ricevuto voti anche nelle zone pashtun o tagiche. [...]» (Emanuele Giordana, “il manifesto” 24/11/2009) • «[...] è un uomo che parla fuori dai denti, atteggiamento che gli è costato caro quando era ministro della pianificazione nel governo formato nel 2004 e appena un anno dopo lasciò l’incarico. Ma la diatriba con Karzai doveva portargli fortuna e popolarità, tanto da fargli guadagnare un posto in parlamento con la terza percentuale più alta di voti. [...] Hazara come provenienza etnica (la terza minoranza del paese), alla vigilia dell’arrivo dei sovietici in Afghanistan ha lasciato il paese per l’Iran. In seguito è stato in Pakistan per poi trasferirsi in Francia dove ha fatto studi diplomatici. Ha fama di essere un serio democratico e un fervente oppositore a Karzai. Sa anche come farsi accettare; nei dibattiti televisivi [...] Piace anche all’estero, il Washington Post lo descrive come una sorta di “Ralph Nader” [...]» (Em. Gio., “il manifesto” 20/8/2009) • «[...] La sua biografia racconta di un esilio iniziato nel 1978 dopo il golpe che porterà l’Urss, l’anno dopo, all’invasione. Ma chi volesse ascriverlo tra gli anti-comunisti viscerali sbaglierebbe. È stato un simpatizzante maoista, come per altro moltissimi hazara, quando il movimento comunista afgano era cresciuto fino a diventare una forza importante e divisa, come allora ovunque, tra filosovietici e filocinesi. In quegli anni però Ramazan era un adolescente all’estero. Figlio di funzionari pubblici, finisce gli studi liceali e universitari in Iran per poi emigrare in Pakistan. Da lì va in Francia dove termina negli anni Novanta università, master e Ph.D. La sua tesi ha come argomento il ruolo dell’Onu durante l’invasione sovietica. Ma anche quell’epoca è agli sgoccioli: arrivano i mujaheddin, i talebani, infine l’invasione del 2001 che li scaccia dal potere. Nel 2002 Bashardost torna a Kabul. Ha 37 anni. Prima inizia con un incarico al ministero degli esteri, poi viene chiamato da Karzai nel 2004 a dirigere il ministero per la Pianificazione. Ma nel 2005 l’idillio è già finito. Ramazan dichiara guerra a 2mila organizzazioni “caritatevoli”, sia afgane sia internazionali, chiedendo misure draconiane. Ma il governo - compreso l’allora ministro delle Finanze Ashraf Ghani - lo bloccano, costringendolo alle dimissioni. La storia lo rende così popolare che alle successive elezioni parlamentari è il terzo candidato più votato. [...]» (Emanuele Giordana, “Il Riformista” 4/9/2009).