Valentina Arcovio, Il Messaggero 22/8/2010, 22 agosto 2010
STRANIERI IRREGOLARI, IN ITALIA SONO 560MILA
Il nostro paese ospita poco meno di 5 milioni di stranieri. Negli ultimi 4 anni la loro presenza è aumentata di quasi il 50 per cento, cioè di circa 1,6 milioni di unità. Percentuale che si triplica se si considera che nella sola Capitale, stando all’ultimo Rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni della Caritas, la presenza degli immigrati è aumentata di oltre il 150%.
Precisamente, dagli ultimi dati diffusi dall’Istat, i cittadini stranieri regolarmente iscritti all’anagrafe sono 4 milioni 279 mila, cioè poco più del 7 per cento della popolazione italiana. Rispetto allo scorso anno la loro presenza è aumentata di 388 mila unità. Si stima, invece, che gli stranieri irregolari siano circa 560 mila, ovvero l’11,3 per cento del totale.
Le comunità più numerose sono quella rumena (oltre un milione di unità), albanese (480 mila unità) e marocchina (430 mila unità) le quali, messe insieme, costituiscono più del 40% per cento della presenza di stranieri nel nostro paese. Al primo gennaio di quest’anno i romeni censiti sono stati un 1 milione e 126 mila. La loro crescita è stata esponenziale, basta pensare che cinque anni prima, nel luglio del 2005, erano solo 437mila. Sono in Italia mediamente da sette anni e l’89% di loro ha un lavoro: il 10% fa il muratore e il 26% è impiegato come domestico, badante o babysitter. Nel nostro paese è forte anche la presenza di stranieri provenienti dai Paesi asiatici: la prima comunità è quella cinese, con 181 mila presenze. La prima comunità tra i Paesi sub-sahariani, invece, è quella senegalese, con 71 mila presenze. Infine, tra i Paesi americani primeggia la comunità ecuadoriana con 85 mila presenze, seguita da quella peruviana con 83 mila.
Stando a un’indagine svolta su un campione di circa 16 mila stranieri dalla Fondazione Ismu, dal Censis, dall’Iprs per il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali gli immigrati sono sempre più simili agli italiani. Vivono nel nostro paese da 7 anni, hanno titoli di studio e una retribuzione media di 800 euro al mese. A livello di studi e a livello professionale italiani e stranieri non sono poi così distanti: il 40,6% degli immigrati, ad esempio, è diplomato o laureato, rispetto al 44,9% degli italiani. A livello lavorativo un terzo degli immigrati, il 32%, ha lavorato in nero; mentre oggi lavora in fabbrica. Altri, il 21% , si sono trasformati in colf o badanti e il 16% presta servizio in alberghi o ristoranti. Complessivamente, il 77% dei maggiorenni svolge un’attività lavorativa regolare. Più di due terzi sono impiegati nel settore terziario; mentre nei servizi e nel commercio sono rispettivamente il 40,7% e il 22,5%. E’ quasi irrilevante la percentuale di stranieri che svolge un lavoro qualificato. Solo il 2,4 per cento è impegnato in un professione intellettuale poco più del 2 per cento è un operaio specializzato, mentre i medici e i paramedici sono solo l’1,7 per cento. Sono rarissimi, infine, i titolari d’impresa o i tecnici specializzati. La metà degli immigrati che lavora in Italia dichiara di percepire una retribuzione netta mensile compresa tra 800 e 1.200 euro. Il 28% ha un salario inferiore, compreso tra 500 e 800 euro e il 3% guadagna meno di 500 euro.
Improprio chiamarli stranieri, e difficile considerarli come tali, sono i bambini nati nel nostro paese da genitori stranieri: sono 7 su 10 e una volta raggiunta la maggiore età chiedono la cittadinanza italiana direttamente al comune di residenza.