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 2010  agosto 23 Lunedì calendario

INQUILINI PROPRIETARI ENTRANO

E NELL’ERA DEL CONFLITTO D’INTERESSI -
Forse per la prima volta, con la cedolare secca al 20% sugli affitti, il legislatore ha introdotto nell’ordinamento fiscale il principio del conflitto d’interessi, in questo caso tra proprietario e inquilino. In coerenza con uno dei principi della norma — l’emersione dei contratti in nero in cambio di un fisco più generoso — lo schema di decreto legislativo sul federalismo fiscale ha previsto che se l’inquilino denuncerà l’irregolarità (la mancata registrazione, oppure importi inferiori al reale o, ancora, contratti di comodato fittizio) avrà diritto a uno «sconto» automatico, pagando, nel migliore dei casi, un quinto del canone. In più, a carico del proprietario, scatteranno sanzioni pesanti ( Corriere, 22 agosto). Principio sacrosanto quello del conflitto d’interessi in materia fiscale e mai abbastanza rivendicato. La norma, inoltre, è congegnata in modo tale da evitare le ritorsioni all’inquilino che dovesse avere il coraggio civico (e, per favore, non chiamiamoli «delatori») di impegnarsi a segnalare all’Amministrazione l’evasione della quale è strumento.
Secondo alcuni esperti, la norma potrebbe innescare una rincorsa verso la legalità entro fine anno (questa la scadenza) senza vantaggi sui canoni e lasciando comunque aperta la possibilità di verifiche fiscali. Insomma il mercato potrebbe tentare di «aggiustarsi». Vanificando la novità di quel conflitto d’interessi che è probabilmente il miglior calmiere naturale dell’evasione. Come poi nella realtà possa davvero funzionare non lo sa nessuno in un Paese dove un certo tasso di collusività è esperienza comune (non registro il contratto d’affitto ma, visto che a te serve l’alloggio per poco tempo, non sarai obbligato ai canonici sei mesi di preavviso; non ti chiedo la ricevuta fiscale, ma tu mi offrirai uno sconto o il pagamento a rate...). Altra finalità della norma è la possibilità di dare elasticità all’offerta di alloggi in affitto. Questione dibattuta e dubbia. Effetti di rilievo si ottengono se alla riduzione di aliquota si accompagna anche una riduzione del canone imponibile, ha osservato Raffaele Lungarella su lavoce.info. E l’improvvisa comparsa nell’ordinamento del conflitto d’interessi potrebbe alla fine essere un altro elemento capace di minare la riforma.