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 2010  agosto 23 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “SERAO

MATILDE”

- Avvenne anche a Gozzano, Serao, Colette, Hemingway. Complici nella stagione dell’amore con i loro compagni, ma anche rivali, senza sfiorare il parossismo che colse in età matura Woody Allen e Mia Farrow (Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 31/7/2010)

- Eleonora Duse. Diventò presto amica di Matilde Serao, giovane donna che lavorava all’ufficio del Telegrafo e scriveva racconti e romanzi per i quotidiani locali (Helen Sheeny, Eleonora Duse. La donna, le passioni, la leggenda)

- «La via dei Mercanti, l’avete percorsa tutta? Sarà larga dieci palmi, tanto che le carrozze non ci possono passare ed è sinuosa, si torce come un budello, le case altissime la immergono, durante le più belle giornate, in una luce scialba e morta: nel mezzo della via il ruscello è nero, fetido, non si muove, impantanato: è fatto di liscivia e di saponata rancida, una miscela fetente che imputridisce». Così Matilde Serao, napoletana, eccellente scrittrice, eccellente giornalista, si rivolge al primo ministro Depretis che ha appena fatto una visita ricognitiva in città. Non ne può più, la Serao, della «retorichetta» a base di «mare glauco e cielo di cobalto, di golfo e colline fiorite» e rovescia sul capo del governo una descrizione terrificante di quello che è l’autentico ventre di Napoli con l’aggiunta del colera. Perché il colera è arrivato in Italia. (Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 18/4/2010)

- Il Mattino degli Scarfoglio (Guanda, 1979), nel quale si esaminava il percorso mentale dell´"ineffabile" giornalista abruzzese che, con i quotidiani da lui diretti in compagnia della rinomata consorte Matilde Serao, «si poneva al centro dei più rilevanti interessi politici ed economici napoletani». (Nello Ajello, la Repubblica 3/4/2010)

- La “Società dei Nove Musi”. Di quella strana osteria letteraria, frequentata da ospiti illustri come Scarfoglio e Di Giacomo, Matilde Serao scriverà ”…quella veranda, con l’eccitante odore delle vivande palliniane, oltre ai nove musi, era popolata dai tipi più noti, venuti a Napoli per visitare questa benefica sede dell’allegria partenopea”. (Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 18/3/2010)

- Intanto un’altra grande figura iniziò a farsi notare: fu quella di Matilde Serao, nata a Patrasso da un esule napoletano e da una greca, giornalista e romanziera (http://www.ilportaledelsud.org/1876-1887.htm)

- «LEGGETE MATILDE SERAO» - «Ho visto donne molto grandi nella storia d’Italia. Tra queste Matilde Serao che ci ha lasciato più di quaranta libri» ha poi detto il leader libico. «Conoscete la storia della fioraia morta tra i fiori?» ha chiesto Gheddafi, aggiungendo «cercatela e leggetela. Se non ce l’avete vi mando il libro». Il colonnello ha poi cambiato completamente genere e tra le donne italiane famose ha citato Claudia Cardinale. (corriere.it, 12 giugno 2009)

- Sul Mattino, riapparve anche un pezzo della combattiva lettera aperta che la grande Matilde Serao aveva indirizzato in quel 1884 al capo del governo Agostino Depretis: «La strada dei Mercanti, l’avete percorsa tutta? Sarà larga quattro metri, tanto che le carrozze non vi possono passare, ed è sinuosa, si torce come un budello; le case altissime la immergono durante le più belle giornate, in una luce scialba e smorta: nel mezzo della via il ruscello è nero, fetido, non si muove, impantanato, è fatto di liscivia e di saponata lurida, di acqua di maccheroni e di acqua di minestra, una miscela fetente che imputridisce. In questa strada dei Mercanti, che è una delle principali del quartiere Porto, v’è di tutto: botteghe oscure, dove si agitano delle ombre, a vendere di tutto, agenzie di pegni, banchi lotto; e ogni tanto un portoncino nero, ogni tanto un angiporto fangoso, ogni tanto un friggitore, da cui esce il fetore dell’olio cattivo, ogni tanto un salumaio, dalla cui bottega esce un puzzo di formaggio che fermenta e di lardo fradicio ». E tutti a dire: ecco, anche oggi è come allora! Basta! Basta! Era questa l’aria che tirava, quando scoppiarono le rivolte di piazza contro le discariche, a partire da quella di Pianura dove la gente organizzò esattamente come oggi furenti blocchi stradali. E fu nella scia di questi moti che il Consiglio Regionale della Campania (nel quale sedeva sui banchi comunisti il giovane Antonio Bassolino) decise di votare una «dichiarazione di urgenza ». E di varare una legge, la numero 23 del 19 novembre 1973, che portava un titolo quasi incredibile, a rileggerlo oggi: «Finanziamenti regionali per la costruzione, ampliamento e completamento di impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani» (Corriere della sera 21 febbraio 2008, Gian Antonio Stella)

- «Così, purtroppo, tutte le grandi idee dei grandi uomini, tutti i vasti progetti, a base di milioni, tutte le imprese colossali, che vogliono il risanamento igienico e morale di Napoli, bisogna dirlo, hanno fatto fiasco. E non vi è rimedio dunque? Non vi è altro da fare? Nulla, proprio di fronte a tante tristezze, a tanti disastri, a tanti pericoli sociali? Chi sa! Vedremo!».
Secondo lei quando è stato scritto? Ai tempi del comandante Lauro? Ai tempi dei Gava, di Di Lorenzo, di Cirino Pomicino o di Bassolino? No! L’ha scritto Matilde Serao nel 1884. Che cosa è cambiato da allora? (Corriere della Sera 10 febbraio 2008)

- Con qualche ulteriore ritardo: la pizza suscitava ancora ripugnanza non solo nel toscanissimo Carlo Collodi, ma anche nella napoletanissima Matilde Serao e soltanto nel 1889 fu sdoganata dalla regina Margherita: in suo onore fu dato il nome alla sua più famosa variante (Aurelio Lepre, Corriere della Sera 27/11/2007)

- Maurizio Marinella. «Il negozio è sempre lo stesso, pochi metri quadrati, nella piazza che mio nonno aveva scelto: Matilde Serao, la scrittrice, in una rubrica che teneva sul ”Mattino” - ”Api, mosconi, vespe” si chiamava, erano gli anni Venti - ne fece il paragone con una farmacia di paese. Vorrei che fosse ancora così, un luogo dove si va anche per un saluto, per scambiare un’idea, un’impressione; apro la mattina presto, alle sette già entra la gente, si parla un po’, la discussione prosegue davanti a una tazzina di caffè; dopo tutto diventa più concitato, capita che qualche amico posteggi davanti, in seconda fila, entri di fretta, «Maurizio, dammi una cravatta al volo, scegli tu per me» (Aldo Carboni Il Sole-24 Ore, 01/02/2004)

- Il Mattino avviò un’ottima inchiesta sui mali cittadini, sull’ignorata lezione del colera 1884. E dire che Matilde Serao, quell’anno lontano, frustò l’incredulo capo del governo in visita: «Lei non poteva non sapere». E già, tutti sapevano. Uno dei titoli dell’inchiesta, il 26 settembre, era addirittura poetico: «Strade spazzate solo dai venti» (Pietro Gargano Il Mattino, 22 e 24/08/2003)

- Maurizio Marinella. Il giorno dell’inaugurazione Matilde Serao, nella sua rubrica sul ”Corriere di Napoli’ ”Api, mosconi e vespe’, paragonò questo negozio alla farmacia di paese dove alla sera arrivano i notabili a commentare la giornata.