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 2010  agosto 23 Lunedì calendario

Biografia di Matilde Serao

Matilde Serao, Patrasso, 7 marzo 1857, Napoli, 25 luglio 1927 • Figlia di Francesco Serao, napoletano e Paolina Bonelli (o Bonelly), greca • Cresciuta prima in Grecia, poi, nel 1860, rientrata in Italia, si trasferisce a Ventaroli, paese dell’agro campano di cui è originario il padre, presso parenti che ancora ci vivono • Il padre, rimasto a Napoli, si destreggia fra giornali e giornaletti a cui collabora come pubblicista • Matilde non frequenta la scuola, né a Ventaroli né in seguito durante il suo primo periodo napoletano • «Ero una bambina grossa, grassa, con i capelli castani ruvidi che m’invadevano metà della fronte, una bocca rotonda sempre aperta alle risate, alle canzoni, agli strilli di gioia» • «Avevo otto anni, non sapevo scrivere, non sapevo leggere, non volevo cucire, non volevo far la calza, non volevo neppur far le fila, poiché allora vi era la guerra» • La madre, Paolina nel 1866 si ammala. Vivono già a Napoli, in grande povertà • Madre e figlia vivono in due stanzette, invase dagli scarafaggi, servite da una popolana di Napoli, Tommasina: «la stanzetta da letto era presa dal grande letto di ferro, proprio di quelli napoletani appena disprezzati; vi era un cassettone, dal piano di legno, una toilette piccola piccola, meschina meschina, di noce dipinta, un attaccapanni e un paio di sedie. Il mobilio del salotto era formato da un divano, così detto di Genova, di ferro e crine, di cui si poteva fare un letto, coperto male da una fodera di cretonne, stinta dalle soverchie lavature: da quattro sedie dure, rigide… da due scansie di libri e da una tavola rotonda coperta di marmo, solida, lucida, il lusso della casa: vi si mangiava, vi si scriveva, vi si lavorava ed era pulita, bianca, fredda… Niente altro. Non l’ombra di una poltroncina, di un tappeto, di una cortina: i mattoni nudi; le finestre nude; una nudità gelida» • Sono anni in cui Matilde ha iniziato a frequentare la scuola. Vive nel palazzo Dentale, in piazza Santa Maria dell’Ajuto, e va a scuola in piazza Trinità Maggiore. Porta già gli occhiali a 14 anni • Nel 1878 è una giovane donna, poco più che ventenne, che vive a Napoli un’esistenza laboriosa e sacrificata: lavora dal 1876 come ausiliaria in prova ai telegrafi dello Stato, guadagnando 66 lire al mese, così poco che ha preferito affrontare le incognite della carriera giornalistica e letteraria pur di migliorare il suo stato • Il 15 agosto del 1879 le muore la madre • Tra il 1881 e il 1882 Matilde riesce ad ottenere una sistemazione stabile come redattrice fissa del Capitan Fracassa, a Roma, dove si trasferisce. Già nota come brillante giornalista, da tempo essa collaborava ai quotidiani napoletani e di fuori ai più diffusi fogli letterari. Inoltre, la comparsa, nell’81, del suo primo romanzo, Cuore infermo, aveva dilatato la sua fama • Va a vivere in via dell’Archetto 22, in una cosuccia piccolo-borghese senz’aria e senza luce assieme al padre • «Faccia di corno» (Matilde su se stessa) • Anche se non era bella, molto uomini la giudicavano attraente. «Eppoi ho avuto tanti amanti. O almeno me ne hanno assegnati tanti! Tutta la redazione del Piccolo e tutta quella del Corriere, dai direttori ai reporters… Una donna è senza difese di fronte a simili attacchi» • Un amore con il conte Primoli, con cui tra l’83 e l’84 si scrive appassionate lettere, in un clima di flirt. Ma dopo otto mesi di assidua frequentazione, Matilde si rende conto che quel rapporto non ha futuro. Matilde ha ormai 27 anni ed è ancora sola • Edoardo Scarfoglio, nato nel 1860 a Paganica da padre calabrese e madre abruzzese, sbarcato a Roma dall’Abruzzo nell’80 per compiervi gli studi universitari. Di famiglia agiata, non aveva bisogno di guadagnarsi da vivere, ma già era stato accolto come collaboratore in qualche giornale romano • Nel 1884, dopo aver stroncato il libro della Serao Fantasia, parte per una villeggiatura a Francavilla a mare assieme proprio a Matilde, a Gabriele D’Annunzio, al pittore Michetta, allo scultore Barella e al Tosti • È lì che Scarfoglio e la Serao si innamorano. Tanto che nell’autunno del 1884 la Serao aspetta il suo primo bambino (una bimba nata morta a maggio del 1885) • I due si sposano, in una specie di matrimonio riparatore, il 28 febbraio del 1885 • Va a vivere a via Nazionale, al numero 114 • L’8 luglio del 1886 nacque il suo primo figlio, Antonio • Era nota allora la selvaggia gelosia che Matilde provava per suo marito, un così bel giovane, figura romanticamente aggressiva e paradossale che doveva piacere molto alle donne • «Questa donna tanto convenzionale e pettegola e falsa fra la gente, e tanto semplice, tanto affettuosa, tanto schietta nell’intimità, tanto vanitosa con gli altri e tanto umile meco, tanto brutta nella vita comune e tanto bella nei momenti dell’amore, tanto incorreggibilmente ignorante e arruffona e tanto docile agl’insegnamenti, mi piace troppo troppo troppo» (Scarfoglio in una lettera a Olga Ossani) • Nel 1886 Scarfoglio e la Serao lasciano Capitan Fracassa per editare un loro quotidiano, il Corriere di Roma, che però non ha grande fortuna, tanto che nel 1888 la redazione si trasferisce a Napoli e il quotidiano viene fuso con il Corriere del Mattino, edito da Matteo Schilizzi, un banchiere ebreo di Livorno • Nell’ottobre del 1887 nascono Carlo e Paolo, i due gemelli di Matilde ed Edoardo • Nell’88 la coppia si trasferisce a Napoli, dove nasce il quarto e ultimo figlio di Matilde e Scarfoglio, Michele • Il 16 marzo del 1892 esce a Napoli un nuovo giornale, Il Mattino: proprietario e direttore Edoardo Scarfoglio, che si è imbarcato nella nuova impresa disponendo solo di centomila lire, la liquidazione del Corriere • Quell’estate, Scarfoglio, che già non era fedele alla moglie, incontra a Roma la chanteuse Gabrielle Bessard • «Matilde ha saputo delle mie avventure estive; ma non se ne è avuta a male. Mi ha scritto da Cava una lettera di male parole: e ciò l’ha soulagée, poiché appena tornata ha preso la cosa in ischerzo» (Edoardo in una lettera ad Olga Ossani) • Ma l’anno dopo, la povera Bessard, respinta ormai dallo Scarfoglio, andò ad uccidersi alla porta di casa Scarfoglio • Nel 1899 Matilde Serao ha già passato la quarantina: sul marito come compagno non ha più illusioni, la sua intimità con lui è fallita, essa non ha luogo, semmai, che sul lavoro. Insieme ai suoi propositi di letteratura seria, la Serao si applicava a coltivare i piaceri dell’amicizia. Riprende le fila del suo rapporto con il conte Primoli, che le organizza un viaggio a Parigi • «Non so in quale albergo andrò ma sarà un posto chic, dove une femme de génie – così dicono i francesi – si possa tenere con decoro. Io possiedo tremila lire, mi sono fatta delle belle toilettes, parlerò piano, riderò con moderazione e per il resto ho organizzato le cose da essere parfaitement convenable» • «Signora, io non ho mai inteso ridere Balzac, ma doveva ridere come voi» (Anatole France sentendo ridere la Serao) • Matilde vive in via della Pace, al numero 7, mentre Edoardo ormai vive sul mare, a bordo del suo “Tartarin”, un yacht • Nel 1902 si dimette dal Mattino e con la liquidazione del giornale, 75.000 lire che otterrà solo attraverso il tribunale, fonda, nel luglio del 1904, Il Giorno, quotidiano di quattro pagine che vuole far concorrenza al Mattino • Intanto i suoi figli iniziano a lavorare per il padre, in particolare Paolo e Carlo. Lei, a quarantotto anni, grazie alla sua vitalità, mette al mondo una bimba, Eleonora, figlia del suo nuovo compagno, l’avvocato Giuseppe Natale • Il 5 ottobre del 1915 Edoardo Scarfoglio muore di morte improvvisa. Sul feretro del marito fece deporre un tralcio di garofani bianchi con la scritta: «Matilde Serao a Edoardo Scarfoglio» • Vive ancora con il vecchissimo padre, Francesco, rimasto sempre un pigro giornalista, col quale comunica, ognuno chiuso nella sua stanza, tramite bigliettini • Nel 1922 la redazione del Giorno viene devastata dai fascisti, che trovano nel giornale un oppositore (al contrario del Mattino, ormai diretto da Paolo Scarfoglio). Il giornale continua ad uscire, il suo direttore, Sombrero, rimane salvo, ma paga per tutti la Serao nel 1926 a cui viene preferita la Deledda nell’attribuzione del Nobel • Nel 1926 muore anche Giuseppe Natale • Matilde muore il 27 luglio del 1927, a 70 anni. Da tempo era malata di cuore e il cuore le si ferma mentre è al tavolo di lavoro • «Per quanto me ne rammento, aveva la mania di vestirsi di bianco ed era sempre piena di patacche» (Vassallo-Gandolin)