Maria Giulia Minetti, lastampa.it, 20/08/2010, 20 agosto 2010
STRALCI SULL’INTERVISTA A PALAHNIUK
"Senza veli": nel nuovo romanzo lo scrittore racconta la Hollywood del passato, con un occhio al presente
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Che cosa significa questo salto nel passato?
«Significa che non volevo noie. Ho riempito il libro di individui famosi prendendomi ogni genere di arbitrio. Se fossero stati vivi avrei rischiato una causa dopo l’altra, ma i morti non ti mandano in tribunale. I morti, si direbbe, non hanno più diritto alla dignità, al rispetto, puoi farne quello che vuoi. È tragico, se ci pensa. Ma mi serviva e ne ho approfittato».
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Insomma, il passato dov’è ambientato il libro è un puro e semplice trucco per parlare, ancora una volta, del presente. O comunque dell’onnipresenza di certi comportamenti...
«Il tema centrale del libro riguarda la sopraffazione. Il modo in cui la gente impone la propria personalità sugli altri. Li influenza, li plasma, li costruisce a propria immagine e somiglianza, o comunque a immagine e somiglianza di un modello che hanno in testa».
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Lei ama il cinema?
«Lo adoro. Ho scritto questo libro influenzato da due film. Il primo, Dario di uno scandalo, m’ha fornito la “voce” narrante, la voce di Judi Dench che sulla pagina diventava quella di Hazie. Il secondo è Viale del tramonto, naturalmente. Sono partito da lì».
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