Mirella Dosi, Oggi, n. 31, 4 agosto 2010, pag. 128, 4 agosto 2010
ORDINE DEL GIUDICE: TORNO DA MAMMA’!
Gabriele Paolini atto II. L’avevamo lasciato un paio di mesi fa davanti a una caserma dei Carabinieri di Tivoli. Non poteva rientrare a Roma per colpa di un provvedimento cautelare emesso dal Gip Giovanni Ariolli per aver spintonato la giornalista di Rai 3 Francesca Lagorio durante la diretta del 17 aprile, e per aver urlato accuse irripetibili al Papa. La settimana dopo, con una lettera aperta a Oggi, aveva annunciato l’intenzione di iniziare lo sciopero della fame e della sete: «Sono terrorizzato che mio padre, il generale dell’Esercito Gaetano Paolini, avendo oggi 79 anni, non riesca a superare, fisicamente, questo difficile momento che sta sconvolgendo la mia vita. Mia madre, la cantante lirica Bice Bochicchio, ha 77 anni, e, ringraziando Dio, è una donna fortissima. Ma anche lei, sofferente di cuore, è molto addolorata, per il fatto che debba vivere fuori Roma ». Oggi Paolini ha vinto la sua prima battaglia: «Il dottor Ariolli mi ha concesso di poter far visita ai miei genitori e alle mie sorelle».
Cosa vuol dire esattamente?
«Che posso transitare nella IV e nella V circoscrizione del comune di Roma. E dormire a casa loro senza violare il provvedimento restrittivo a mio carico. Riesco perfino ad andare a comprargli i giornali e fargli la spesa».
È certamente un passo importante.
«All’inizio di tutta questa storia, il questore di Roma Giuseppe Caruso aveva chiesto che fossi punito con gli arresti domiciliari. Un provvedimento eccessivo. Ma tutta la vicenda resta ancora surreale. Se i miei genitori avessero avuto la residenza nel centro storico, non mi avrebbero mai dato il permesso di fargli visita. È lì che si svolge tutta la vita istituzionale della città. Ed è lì che vogliono impedirmi di andare».
Come hanno reagito i suoi genitori a questa notizia?
«Papà e mamma hanno pianto di gioia. E lo stesso ho fatto io. Papà Gaetano sta molto male [durante la nostra permanenza nell’abitazione non uscirà mai dalla sua stanza, ndr]. Lo vedo lentamente spegnersi ed era profondamente ingiusto che non potessi stargli a fianco [mentre lo dice si commuove, mostrandosi per la prima volta solo come un figlio premuroso, ndr]. L’estate portavo sempre mamma in giro per la città a vedere gli spettacoli dell’Estate Romana. Quest’anno salteremo, ma finalmente potrò giocare di nuovo con lei a carte nel circolo sotto casa. Formiamo una bella coppia a Burraco».
Il Gip Ariolli ha cambiato idea per farle smettere lo sciopero della sete?
«Abbiamo parlato molto e ha capito quanto contano i miei genitori nella mia vita. Non finirò mai di ringraziarlo. Lo sciopero non l’ho portato avanti per più di 24 ore. Non ho la costanza di Marco Pannella e sono abituato a bere regolarmente 7 litri d’acqua al giorno. Era una vera tortura».
Ha ricevuto la solidarietà di qualcuno?
«Avevo scritto a Gianni Letta, ma né lui, né la sua segreteria mi hanno degnato di una risposta. In compenso centinaia di cittadini mi hanno mandato e-mail di solidarietà. Tutti loro si domandano come mai uno con la fedina penale come la mia sia stato punito così severamente ».
È veramente così immacolata la sua fedina penale?
«A mio carico ci sono due condanne: una per aver interrotto un concerto a Ostia e una per aver offeso Pippo Baudo. Non mi sembrano reati così gravi. In Italia c’è certamente di peggio. Ma io sono l’unico bandito dalla città in cui è residente».
Lasciamo l’abitazione di Casal de’ Pazzi («Uno come me non poteva che essere cresciuto qui», dice ironizzando sul nome del quartiere) dove Gabriele ha letteralmente piantato le tende per accudire il padre. Ma prima di andare via ci regala l’ennesimo show davanti alla Snai del quartiere: «Un mese fa ho vinto parecchio scommettendo sulla vittoria della Slovacchia contro l’Italia. Vado a ringraziare. Col megafono».