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 2010  agosto 21 Sabato calendario

TRE VOLTE IN CARCERE PERCHÉ INNAMORATO

Errare è umano perseverare è diabolico. Oppure amorevole. Già, perché se ripercorriamo l’incredibile storia di I. S. K., ivoriano residente a Verdello , l’aforisma di Sant’Agostino potrebbe non valere più o valere solo in parte.
Ripercorriamo la vicenda. Qualche giorno fa il venticinquenne viene arrestato dai Carabinieri: da giorni si posiziona davanti alla casa del suo ex capo, un imprenditore residente a Fara Olivana con Sola (paese di poco più di mille anime nella bassa Bergamasca) e rimane lì in attesa di parlare con l’uomo in questione. Il motivo non è di natura economica, il rapporto di lavoro è finito tranquillamente senza problemi: il ragazzo si è semplicemente innamorato della figlia del vecchio datore di lavoro, una bella ragazza di origini etiopi di 22 anni conosciuta durante una cena aziendale alla fine dell’anno scorso. Un amore folle e travolgente, un colpo di fulmine che porta ogni giorno l’extracomunitario davanti ai cancelli dell’abitazione con la speranza di incontrare il padre per chiedere la mano della figlia. Una semplice richiesta che ricorda quell’amor cortese in voga in Europa nel Medioevo europeo e tipico anche della Costa d’Avorio di oggi. Infatti il giovane vuole rispettare le tradizioni del suo paese (e cioè attendere una risposta affermativa da parte del padre per il fidanzamento con la figlia in vista di un futuro matrimonio) non sapendo che la cosa potrebbe costargli caro.
Infatti l’imprenditore fa denuncia alle forze dell’ordine che arrestano il ragazzo nel giorno di Ferragosto con l’accusa di stalking. Il processo per direttissima del giorno dopo stabilisce il rinvio dello stesso a settembre e il divieto di avvicinamento alla casa della ragazza. Nemmeno l’arresto, il processo e le 48 ore in cella gli fanno passare la passione e mercoledì pomeriggio si presenta di nuovo davanti Fara Olivana, indifferente al divieto, trascinato solamente dai battiti accelerati del proprio cuore quando pensa all’amata.
Altra visita («Volevo scusarmi con il padre – ha dichiarato il giovane al giudice Stefano Storto – e voglio parlare con lui per chiedere, nel rispetto delle tradizioni del mio paese, la mano di sua figlia»),
altro arresto, stavolta con il divieto di risiedere in provincia di Bergamo. L’avrà capita finalmente? Macchè, per il nuovo Romeo è come se nulla sia accaduto, giovedì si mette pazientemente fuori di casa e nuovamente arrivano i Carabinieri per portarlo in caserma.
Premesso che può essere un tantino stressante trovarsi davanti casa ogni giorno una persona che chiede di sposare la propria figlia, non bisogna dimenticare che il ragazzo in questione, nonostante non abbia molestato né mai minacciato nessuno, ha avuto come conseguenza l’aver raggiunto il poco simpatico record dei tre arresti in quattro giorni. Ci chiediamo allora se possa valere un altro detto del poeta inglese Alexander Pope, stavolta riferito al padre: perdonare è divino?