Andrea Valle, Libero 21/8/2010, 21 agosto 2010
TROVATO AL MARE IL COVO DI BERSANI. È UNA SUITE D MILLE EURO A NOTTE
«L’opposizione non va in vacanza» si legge in primo piano sul sito internet del Partito democratico. Slogan estivo un po’ a effetto e creato dai soliti guru della comunicazione, ma smentito, però, dallo stesso segretario del Pd, Pierluigi Bersani.
Il leader del maggior partito dell’opposizione non è al lavoro e non si preoccupa più di tanto della baraonda nel centro-destra e nella maggioranza. Bersani è stato avvistato in Costa Rei, nella Sardegna Sud. E precisamente nella spiaggia di Castiadas, in provincia di Cagliari. Mentre la politica vive uno dei momenti più delicati degli ultimi anni, Bersani legge libri di Elisabeth George sotto gli ombrelloni del Sant’Elmo Beach Hotel. Un albergo di un certo livello, a quattro stelle, il cui stabilimento balneare è rigorosamente suddiviso in categorie che rispecchiano le differenti sistemazioni in camera.
L’ex ministro dello Sviluppo economico è arrivato in Sardegna più o meno da una settimana e se la passa piuttosto bene, insomma. Il suo lettino, infatti, è nella zona riservata agli ospiti delle suite. Che non sono alloggi proprio a buon mercato. Dal listino-prezzi pubblicato sul sito internet si scopre che per dormire in una suite si spendono, in questi giorni di cosiddetta alta stagione, ben 340 euro a persona. Bersani non è andato da solo in Sardegna, ma bensì con la moglie Daniela e le due figlie, Elisa e Margherita. Considerando lo sconto pari al 30% per il terzo e quarto letto aggiunto in camera (238 euro per ciascuna delle figile), vuol dire che il segretario Pd paga, probabilmente, un conto giornaliero da 1.116 euro. Calcolatrice alla mano significa 8mila euro tondi-tondi per una settimana (anche se non siamo certi della durata effettiva della vacanza sar-
da di Bersani) nelle lussuose suite del Sant’Elmo Hotel vicino Cagliari.
Dunque il covo di Bersani ieri Libero ha diffuso la notizia del suo “rapimento” è in Sardegna, la stessa isola frequentata da Silvio Berlusconi. Anche se il segretario del Partito democratico è a ben 300 chilometri di distanza da Porto Rotondo e dalla Villa Certosa del Cavaliere.
Chi lo vede da quelle parti (in spiaggia o nei dintorni della prestigiosa Cosa Rei) lo definisce un «abitudinario» e comunque in «gran forma», con un «discreto fisico». Tutti i giorni ritorna in spiaggia dopo una passeggiata intorno alle ore 17. Per il resto, trascorre molto tempo sotto l’ombrellone, a leggere. Di tanto in tanto, una passeggiatina sulla riva o un rapido bagno in mare. Capita, ovviamente, che qualche turista
lo riconosca e si fermi a scambiare due parole. Per il resto una vacanza all’insegna della tranquillità e della estrema regolarità. Bersani, insomma, ha preferito “sparire” e sembrare addirittura rapito, piuttostochedirelasua(forsecenesarebbe stato bisogno) in un momento caldo col governo vicino alla caduta.
A settembre potrebbero essere sciolte le Camere dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma il leader dell’opposizione tace. Lo riascolteremo, con ogni probabilità, solo fra una decina di giorni. E precisamente il 28 agosto. A Torino, in occasione della festa nazionale del Partito democratico, che dovrebbe dare il via alla nuova campagna porta-aporta per compattare e magari rinforzare le file dell’opposizione e dell’elettorato. «Sarà una mobilitazione storica» dice il Pd in una
nota. Che di fatto apre la campagna elettorale. «Obiettivo è raggiungere il più alto numero di italiani, casa per casa, e informarli dei danni che il governo Berlusconi ha prodotto in questi anni, e lanciare la proposta di governo del Partito democratico». Via alle primarie.
E nonostante i tamburi battenti e gli squilli di tromba al quartier generale del Pd, ancora silenzio, ieri, da parte di Bersani. Che fino al prossimo fine settimana, salvo sorprese, si farà “vivo” solo con dichiarazioni a mezzo comunicato stampa. Metodo usato dallo scorso 4 agosto, quando c’è stata la sua ultima apparizione in pubblico, a Montecitorio. All’ordine del giorno c’era il voto di sfiducia al sottosegretario Caliendo. Poi il “rapimento”, ma adesso evviva sappiamo dov’è.