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 2010  agosto 20 Venerdì calendario

L’AZOTO SCONFIGGERÀ LA FAME

Non è trascorso molto tempo da quando gli esperti avevano pronosticato che la crescita smodata della popolazione mondiale avrebbe esaurito le riserve alimentari, provocando una carestia di massa. Milioni di persone sarebbero già dovute cadere vittime della fame. Una simile ipotesi non è altro che l’antica teoria matematica catastrofista di Thomas Malthus: la popolazione cresce in progressione geometrica mentre la produzione alimentare rimane indietro. Non fa una piega. Sono cresciuto con le idee malthusiane, rese moderne da libri apocalittici come The Population Bomb. Sembra, però, che qualcuno abbia disinnescato la bomba. Altro che inedia, siamo stracolmi di cibo. E non accade solo negli Usa. L’obesità è in crescita in Messico. I casi di diabete legati al grasso sono quasi un’epidemia in India. Una persona su quattro in Cina ha seri problemi di pinguedine, più di 60 milioni sono obesi e il numero di bambini in sovrappeso è aumentato di quasi 30 volte dal 1985. Invece di essere affamati, gli esseri umani in tutto il mondo assumono, pro capite, molte più calorie di quanto avessero mai fatto prima.
Se si cerca il motivo dell’odierna epidemia di obesità, non bisogna fermarsi ai soliti indiziati: fast food, grassi idrogenati, zuccheri, mancanza di attività fisica, videogiochi, strani batteri nell’intestino, bizzarre molecole nel sangue. La risposta di fondo è questa: c’è una gran quantità di cibo a buon mercato. Dappertutto si trovano cumuli di cibo ricco di calorie e a un ottimo prezzo.
Però siamo più furbi di Malthus. La produzione alimentare non solo è riuscita a tenersi al passo con la crescita demografica ma l’ha oltrepassata. Grandi quantità di cibo equivalgono a grandi quantità di grasso, di carne, di zuccheri e di calorie. Tanto cibo comporta tante persone in sovrappeso.
Se si sta cercando qualcuno da biasimare per l’odierna età dell’abbondanza, basta concentrarsi su una coppia di scienziati tedeschi del secolo scorso. Sono loro ad aver capito che il problema non era una possibile carenza nella produzione di cibo, ma la mancanza di un fertilizzante e hanno quindi trovato il modo per produrne quantità illimitate.
Il componente primario di qualsiasi fertilizzante è l’azoto, e il primo dei due ricercatori tedeschi, Fritz Haber, è colui che ha scoperto come manipolare il complesso e pericoloso processo chimico per estrarre l’azoto dall’atmosfera - dove è presente in abbondanza ma inutile come fertilizzante - e trasformarlo in una sostanza che facilita la crescita delle piante. Cari Bosch, un giovane genio assunto presso un’azienda chimica, è poi riuscito a portare il processo di Haber a livelli industriali. Entrambi hanno vinto il Nobel. Oggi gli stabilimenti Haber-Bosch spargono centinaia di migliaia di tonnellate di fertilizzante per concimare i campi che producono quei raccolti che saranno trasformati in zuccheri e oli e che nutrono quel bestiame che sarà poi cucinato con la pasta e le patate, con la pizza, i burrito e tutte quelle merendine che ci rendono sempre più grassi.
Per convincersi dell’importanza di tale opera, basti pensare che metà dell’azoto nei nostri corpi è di origine sintetica, un prodotto delle fabbriche Haber-Bosch. Oppure che senza la loro scoperta la terra potrebbe sostenere solo 4 miliardi di persone: almeno 2 in meno di oggi.
Anche con una popolazione mondiale che continua ad aggiungere ogni anno 10 milioni di bocche da sfamare, visto il continuo aumento nella produzione di fertilizzante da parte di Haber-Bosch e la tendenza a un globale declino nelle nascite (se la vita si allungasse di altri 50 anni, in base alle migliori stime si potrebbe assistere a una crescita demografica pari a zero), la capacità di evitare per sempre l’inedia di massa potrebbe essere alla portata del genere umano.