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 2010  agosto 20 Venerdì calendario

PERCHÉ IL GIORNO MENO PROPIZIO È PROPRIO IL GIOVEDÌ

Un giorno vale l’altro, non vero? La pensava così anche l’impiegato di un racconto di Gilbert Keith Chesterton, che prendeva per recarsi al lavoro sempre la stessa strada; ma che, un bel mattino, scopre a sue spese che la strada «si è ribellata» e lo trascina da tutt’altra parte. Più modestamente, da noi a mettere in crisi l’idea della «scambiabilità» dei giorni della settimana è il Superenalotto: le estrazioni sono di martedì, giovedì e sabato; ma il giovedì non sembra molto «propizio». Stando ai dati, a partire dal 20 giugno 2005, il primato delle supervincite se lo contendono il martedì e il sabato, l’uno con sei e l’altro con cinque, mentre il giovedì ne conta una. Coincidenze? Ma c’è anche chi, come il Dylan Dog dei fumetti «è spinto dai suoi cinque sensi e mezzo a diffidare delle coincidenze». È l’occasione per riflettere sulla nozione di scambiabilità degli eventi (una nozione chiave nella teoria delle probabilità dovuta al matematico Bruno de Finetti): che un signore si chiami Smith piuttosto che Johnes non dovrebbe incidere sul fatto che al supermercato opti per la Coca-Cola o, invece, per la Pepsi; proprio come non dovrebbe influire sull’esisto di un’estrazione che si tenga di martedì piuttosto che di giovedì. Ma la vita reale è intessuta soprattutto di eventi non scambiabili: per esempio, un campione sportivo presumibilmente non offre lo stesso rendimento nella prima performance piuttosto che nell’ultima. Se Guglielmo Tell avesse ripetuto cento volte il tiro al bersaglio con la mela sulla testa del figlio, il ragazzo avrebbe giustamente preso a dubitare di uscirne vivo... Analogamente, il giorno in cui la strada del racconto di Chesterton sconvolge le aspettative di coloro che la imboccano non è un giorno qualunque! Poniamo infine che in Inghilterra si scopra una forte incidenza delle malattie polmonari sulle persone che si chiamano Smith. Che cos’è mai, una sorta di maledizione del nome? Non dobbiamo saltare alla conclusione che un nome causi l’insorgenza di una patologia! Piuttosto, si deve fare un’indagine più accurata: magari scopriamo che chiamarsi Smith, per vari motivi economici e sociali, è abituale tra i lavoratori delle miniere che respirano polveri particolarmente nocive. E tornando ai giorni più o meno «propizi» per le supervincite: occorre, direbbe Dylan Dog, «qualche supplemento di indagine», cioè saperne di più sulle condizioni delle giocate e sulla psicologia dei giocatori inclini a privilegiare certi giorni anziché altri. Mentre auguriamo lunga vita a tutti gli Smith dei nostri esempietti, lasciamo così ai giocatori del Superenalotto scegliere liberamente se confidare che il futuro seguirà lo schema del passato o invece scommettere che la sorte ribalterà tutto quanto, premiando chi audacemente opta... per il giovedì (ma ieri questo non è ancora capitato).