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 2010  agosto 20 Venerdì calendario

L’uomo che invece mise tutto in piazza - Scappare da Internet è un’opzione che riguarda chi ha sparso online le tracce della propria vita

L’uomo che invece mise tutto in piazza - Scappare da Internet è un’opzione che riguarda chi ha sparso online le tracce della propria vita. Sono però assai di più coloro che hanno alle spalle un passato fatto di matrimoni in frantumi, follie adolescenziali o storie da dimenticare che hanno lasciato il segno in chi le ha vissute, ma non compaiono sul web. David Carr è tra questi, ma ha fatto una scelta in controtendenza: invece di seppellire tutto e cercare di dimenticare, si è messo a ricostruire meticolosamente ogni sbaglio commesso negli anni giovanili, per poi pubblicare in un libro e su Internet, a disposizione di tutti, il racconto documentato della propria vita da «fuori-di-testa». Carr è oggi una firma importante del giornalismo americano. Critico dei media sul «New York Times», si occupa di lotte per l’audience sulle grandi reti tv, fusioni di gruppi editoriali e altri temi di alto profilo. Ma 20 anni fa era un rottame. Una giovane promessa del giornalismo che sembrava destinata a perdersi in una furiosa autodistruzione a base di alcol e tanta, tanta cocaina. Si mise in salvo a un passo dal baratro, e ora è uno stimato columnist che cresce da solo due figlie gemelle a Manhattan (la madre delle bambine non è riuscita a vincere la battaglia contro la polvere bianca). Della sua prima vita, quella da disperato, Carr conservava ricordi spesso confusi, annebbiati da vodka e sniffate. Per questo un giorno ha deciso di utilizzare le doti del cronista di razza per lanciarsi nella più difficile inchiesta giornalistica della carriera: un’indagine sul suo passato, realizzata con taccuino, registratore e le rigorose regole del fact-checking, il metodo di controllo di ogni singolo dettaglio che viene insegnato nelle scuole di giornalismo americane. Girando per mezza America, Carr è andato a cercare le donne che aveva rovinato e talvolta picchiato, spacciatori a cui aveva girato i propri stipendi, ex amici e colleghi che lo avevano abbandonato quando appariva destinato al naufragio. È entrato in commissariati di polizia a raccogliere foto segnaletiche, denunce e rapporti che lo riguardavano. Ha scoperto mille dettagli che non ricordava e intuito per la prima volta il segno lasciato nelle vite degli altri. Alla fine si è imbattuto in un racconto, difficile da verificare anche per lui, che lo vede impugnare una notte una pistola a un passo da conseguenze irreparabili. Un’inchiesta da cui è uscito il libro «The Night of the Gun» (la notte della pistola), diventato un bestseller negli Usa e poi affiancato da un ricco sito Internet (www.nightofthegun.com) dove Carr mette a disposizione di tutti ciò che chiunque altro vorrebbe dimenticare: foto di arresti, atti giudiziari e tutto il mosaico che compone il disastro dell’uomo che era. «Quando parliamo di noi stessi - ha detto Carr - di solito raccontiamo solo una parte della verità, ciò per cui vogliamo venir ricordati. Io ho voluto raccontare e offrire a tutti anche l’altra parte della mia vita, quella meno confessabile: credo servirà ad aiutare chi oggi si trova nella condizione in cui ero io 20 anni fa».