FLAVIA AMABILE, La Stampa 20/8/2010, pagina 17, 20 agosto 2010
I turisti sessuali del Belpaese - Sono ottantamila gli italiani turisti del sesso, malati al punto da girare il mondo per trovare minorenni e soddisfare le loro perversioni
I turisti sessuali del Belpaese - Sono ottantamila gli italiani turisti del sesso, malati al punto da girare il mondo per trovare minorenni e soddisfare le loro perversioni. E’ un esercito, uno dei più nutriti al mondo: di popolazioni altrettanto dedite a questa pratica non è detto che ce ne siano molte. Si tratta di fenomeni che avvengono all’estero, dunque il governo italiano può combatterli attraverso eventuali campagne informative come quelle organizzate in Kenya o in Brasile. Oppure attraverso iniziative mirate. Nel novembre del 2008 Michela Brambilla - oggi ministro del Turismo e allora sottosegretario - aveva denunciato questi «numeri che fanno paura» e organizzato un incontro tra Governo e operatori del settore uniti per un turismo responsabile per chiedere «a tutte le realtà della filiera turistica, di sottoscrivere un codice di «Certificazione Turismo Etico». Due anni dopo i numeri degli italiani amanti del turismo sessuale probabilmente sono aumentati ma il codice è lontano dall’essere una realtà, è salito alla ribalta delle cronache soltanto per essere diventato un suggerimento del governo inserito nel testo sulla pedofilia in discussione in Parlamento. Dal primo luglio è entrata in vigore la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e l’abuso e quindi per contrastare anche il turismo sessuale ma l’Italia è fra i Paesi che ha solo firmato il testo senza ratificarlo. Nel frattempo, gli appassionati del sesso proibito crescono. Sono sempre più giovani - hanno appena 20-30 anni - si recano nei Paesi in via di sviluppo non per spirito di avventura o di conoscenza di nuove terre, ma per incontrare sessualmente un minorenne. Qualche anno fa, la loro età media era più elevata, avevano circa 30-40 anni. Complessivamente, i minori vittime di sfruttamento sessuale nel mondo sono stimati in 2 milioni; un quarto vive in Asia. Sono i dati più aggiornati esistenti sulla materia e sono stati elaborati da Legale nel sociale», un’associazione di avvocati impegnati nel terzo settore. Il fenomeno - è stato ricordato dall’associazione che ha fatto riferimento a dati dell’Unicef e dell’Ecpat (End child prostitution pornography and trafficking)- è in gran parte sommerso e i dati si riferiscono a stime, certamente calcolate per difetto. Il turismo sessuale è così diffuso e drammatico che non può essere considerato un fenomeno da far risalire alla pedofilia: infatti, tra i turisti sessuali solo il 3% è pedofilo. Si parla di un giro d’affari da 250 miliardi di euro l’anno; 10 milioni i bambini coinvolti, oltre 2 milioni sarebbero gli aborti; 1.640.000 i tentativi di suicidio; 2.500.000 gli stupri; 300.000 nuovi casi di Hiv e 4.500.000 i bambini infettati da papilloma virus. Godere dell’attenzione di un minore costa mediamente 20 dollari. Ma in alcuni paesi, come Brasile e Filippine, le tariffe scendono addirittura a cinque dollari. In Thailandia, si arriva anche a 40 dollari mentre nella Repubblica Domenicana si spende al massimo 30 dollari. Cifre del tutto insignificanti per i paesi ricchi ma che rappresentano un’entrata preziosa e ambita nelle comunità povere e disagiate dei paesi in via di sviluppo. Il turista del sesso proveniente dall’Europa occidentale, italiano compreso, predilige mete asiatiche e africane. Il paese dove si stima il maggior numero di bambini vittime è la Cina (600 mila) seguito da India (575 mila), Messico (370 mila), Thailandia (300 mila), Nepal (200 mila), Filippine (100 mila). Nello Sri-Lanka (30 mila), l’80% dei bambini coinvolti nello sfruttamento sessuale sono maschi.