Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  agosto 20 Venerdì calendario

Morto il cornamusiere del D-Day - 6 giugno 1944, Sword Beach, Normandia. E’ il D-Day. Migliaia di soldati alleati sbarcano sulle coste francesi per lanciare l’attacco finale al Terzo Reich di Adolf Hitler

Morto il cornamusiere del D-Day - 6 giugno 1944, Sword Beach, Normandia. E’ il D-Day. Migliaia di soldati alleati sbarcano sulle coste francesi per lanciare l’attacco finale al Terzo Reich di Adolf Hitler. I colpi di mortaio fanno strage, le pallottole fischiano come sassate, si fa fatica a contare i caduti. Naturale quindi che i tedeschi non credano ai loro occhi quando, tra i fumi della battaglia, scorgono Bill Millin, suonatore di cornamusa ufficiale della 1a Brigata Speciale britannica, camminare come nulla fosse su e giù per la spiaggia, armato solo del suo kilt, della sciabola cerimoniale, e della fedele cormamusa. Mentre i suoi compagni venivano falciati dalle raffiche di mitra lui suonava «The Road to the Isles». Quando il suono della sua cornamusa raggiungeva le orecchie dei commilitoni quelli esultavano. E avanzavano. «Sapete, sono sorpreso di essere vivo», confidò in seguito Millin - che continuò a suonare la cornamusa mentre la Brigata penetrava in territorio francese - ad alcuni soldati nazisti fatti prigionieri dalle truppe britanniche. «Non ti abbiamo sparato perché credevamo fossi impazzito», si sentì dire in risposta. La fortuna, d’altra parte, ama gli audaci. E così Millin non solo salvò la pelle, ma ebbe la fortuna di tornare in patria senza un graffio e spegnersi tranquillamente nel suo letto all’età di 88 anni. Oggi, a due giorni dalla sua scomparsa, la Gran Bretagna ricorda uno dei suoi eroi più improbabili - che, forse non a caso, militava agli ordini di uno dei suoi comandanti più temerari, Lord Lovat, nato come Millin in Scozia. I due s’incontrarono a Fort William, dove Bill stava compiendo il suo addestramento. Lovat, capo ereditaro del clan dei Fraser, gli offrì di diventare il suo attendente personale. Ma Millin rifiutò. Lovat decise quindi di assumerlo come «cornamusiere». Bill fu sorpreso: il governo aveva vietato ai suonatori di cornamuse di guidare in battaglia la truppa dopo le assurde perdite registrate durante la Grande Guerra. «Be’ - gli rispose Lovat - quello è il governo inglese. Noi due siamo scozzesi, quindi non conta». Nel D-Day c’era un solo «cornamusiere»: Millin. «Non dimenticherò mai quel suono», ha racconato anni dopo il veterano Tom Duncan. «E’ difficile spiegare l’effetto che fece su di noi. Ci diede speranza, aumentò la nostra determinazione. Oltre a solleticare l’orgoglio, stimolò il ricordo delle nostre case e ci rammentò perché eravamo lì: a combattere per le nostre vite e quelle dei nostri cari». Millin, figlio di un poliziotto di Glasgow, dopo la guerra accettò un posto di guardiano nella tenuta di Lord Lovat. Ma la vita sedentaria non faceva per lui. Dopo qualche tempo prese la via dei teatri, dove suonava la sua cornamusa. Infine si qualificò come infermiere e prese a lavorare negli istituti psichiatrici. A onorare la sua memoria ci ha pensato il sindaco di Colleville-Montgomery, cittadina che si affaccia su Sword Beach: ha ordinato la costruzione di una statua di Millin a grandezza naturale da erigersi di fronte al punto in cui sbarcò dal suo mezzo anfibio il giorno del D-Day.