Luca Tremolada, Il Sole 24 Ore 20/8/2010, 20 agosto 2010
FACEBOOK RILANCIA LA SFIDA A GOOGLE
Centocinquantamilioni di persone che usano Facebook sul telefonino potranno dire dove sono premendo un tasto. È questa la novità che mancava al più popolare social network del mondo (500 milioni di utenti registrati). La nuova funzione si chiama Places e segna ufficialmente l’ingresso di Facebook nel mercato della pubblicità locale (bar, ristoranti, locali ma anche piccole imprese del territorio). Il modello è quello del check- in copiato da Foursquare e Gowalla, i due social network nati per la geolocalizzazione. In pratica, scelto il posto, ci si connette a Facebook dal telefonino dotato di Gps, si segnala la propria posizione e automaticamente un messaggio approda sulla tua bacheca di Fb. Il gioco è fatto: gli "amici" potranno così localizzarti sulla mappa. Nulla di rivoluzionario anche perché in parte accadeva già.
L’aggiornamento di status più in voga è sempre stato quello di comunicare a tutti dove si sta andando, con che mezzo (treno, aereo, ecc.) e se il tempo è bello o brutto. Invece di rispondere alla domanda «a che cosa stai pensando?» evidentemente si preferisce condividere l’informazione più sensibile e più delicata senza preoccuparsi troppo della privacy. Ma paradossalmente ancora una volta è proprio su sicurezza e rispetto dei dati personali che Facebook rischia di scivolare. E non sarebbe neppure la prima volta.
In particolare desta qualche perplessità la possibilità da parte di amici e conoscenti su Facebook di segnalare a terze parti alias aziende – i nostri check. Nel senso che non è né chiaro e neppure intuitivo come blindare i nostri spostamenti, ovvero impedire la trasmissione dei nostri dati all’esterno. E in ogni caso devi essere tu a specificare di non voler fornire il permesso alla pubblicazione. A Palo Alto (California) si sono difesi mostrando come il sistema di regole permette di gestire la privacy in base alle esigenze dell’utente. Ma il sospetto è che l’interesse degli sviluppatori sia quello di trasformare sempre di più Facebook in un acquario per attirare investitori pubblicitari. Attualmente i social network quest’anno vedranno allargarsi la propria fetta di pubblicità fino a 1,6 miliardi di dollari (solo negli Stati Uniti). E il principale candidato ad accaparrarsi metà di questa torta secondo e-Marketer è proprio Facebook. In questo senso Places potrebbe dimostrarsi utilissimo a intercettare un’altro tipo di pubblicità, quella locale e magari proprio con il pretesto del gioco.
Come già avviene su Foursquare, un ristorante può decidere di premiare chi si presenta e segnala ai suo contatti il locale.
Ma al di là di queste inziative ludiche a essere nel mirino sono le piccole imprese con un giro d’affari concentrato su un territorio e che finora si sono dimostrate timide nei confronti del net.
BlackBerry prepara nuove acquisizioni in questo mercato. E Google pare chiaramente molto interessata. Di fatti ha già avviato alcuni servizi di pubblicità glocal ma indubbiamente possedendo le mappe online sul fronte della geolocalizzazione potrebbe giganteggiare. Mentre è sul fronte del social network che il colosso di Mountain View soffre di nanismo, nel senso che finora non è riuscita a tenere testa a Facebook. Google Buzz che avrebbe dovuto rappresentare la risposta "social" a Twitter e Facebook si è rivelato un mezzo fallimento. Ecco perché Places non avrebbe gettato nello sconforto servizi di geolocalizzazione come appunto Gowalla, Foursquare, Yelp ecc. Alcuni osservatori della rete sostengono che su Internet è in atto un processo di concentrazione. I numeri contano, gli utenti e la popolarità ancor di più. Se, come dicono le statistiche, Facebook ha 500 milioni di utenti che ci passano 700 miliardi di minuti al mese, per le piccole reti sociali innovative si potrebbe aprire una stagione di shopping. Ancora una volta è dalla "coda lunga" che nascono le migliori idee.