Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  agosto 20 Venerdì calendario

LE PRIME RUGHE SULLA FACCIA DELLA LUNA

Anche la Luna invecchia. Si rimpicciolisce e si riempie di rughe, ma se il passare dei miliardi di anni scalfisce la sua superficie, non per questo il cerchio luminoso perde di grazia ai nostri occhi. Per osservare la contrazione del suo raggio (cento metri su un totale di 1.700 chilometri) c’è stato infatti bisogno di una missione Nasa.
Una missione studiata per cogliere ogni dettaglio delle dimensioni di un metro sulla superficie del satellite. Gli apparecchi a bordo della Lunar Reconnaissance Orbiter (la sonda Lro che da giugno 2009 è in orbita attorno alla Luna) hanno notato che la contrazione del raggio produce un effetto secondario sulla superficie.
Le faglie di cui è composta la crosta si ritrovano troppo strette una contro l’altra, iniziano a spingere e creano dei rigonfiamenti che ricordano le immagini della grande muraglia cinese ripresa dai nostri satelliti artificiali.
A notare le "rughe" della Luna furono per prime le missioni Apollo 15, 16 e 17 all’inizio degli Anni 70. Ma non diedero troppo peso a quelle cicatrici, anche perché le loro osservazioni restarono limitate a un quinto della superficie vicino all’equatore.
La sonda della Nasa ora ha scoperto altri 14 di questi rigonfiamenti - lunghi poche decine di chilometri e alti un centinaio di metri - distribuiti lungo tutta la superficie del satellite. «Sono l’effetto del raffreddamento dell’interno della Luna e risalgono a tempi relativamente recenti» spiega Thomas Watters, lo scienziato della Smithsonian Institution che firma con altri colleghi uno studio oggi su Science.
Quando usa la parola "recenti", Watters non riesce a precisare la data della comparsa delle prime rughe sul viso della Luna. Si limita a escludere che ciò sia avvenuto oltre un miliardo di anni fa (circa un quinto dell’età del satellite), epoca in cui il raffreddamento progressivo del nucleo fece cessare del tutto l’attività vulcanica.
Da quel momento solo l’impatto con i meteoriti ha modificato l’aspetto esterno della Luna. E il fatto che i rigonfiamenti si siano presentati agli occhi della sonda Nasa con crinali aguzzi, pareti ripide e nessun segno di collisione con altri corpi celesti ha spinto gli scienziati a classificare le "rughe" come molto recenti.
Il passaggio da una fase liquida e ribollente a un progressivo raffreddamento, e quindi al ridursi delle dimensioni, non è d´altronde un fenomeno limitato al nostro satellite. Anche Mercurio e Marte hanno la superficie solcata da rigonfiamenti simili a quelli appena scoperti da Lro, ma molto più alti: fino a un chilometro di quota.
Su uno di questi crinali, frutto delle spinte tettoniche di una Luna sempre più anziana, si arrampicarono anche due astronauti di Apollo 17, Eugene Cernan e Harrison Schmitt. Era il 1972: l’ultima visita dell’uomo all’astro grazioso. Da allora, oltre che rimpicciolirsi, raffreddarsi e raggrinzirsi, la Luna si sta anche allontanando da noi al ritmo di quasi 4 centimetri l’anno.