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 2010  agosto 19 Giovedì calendario

IL TELECOMANDO, PER VOCE ARANCIO


«Chi comanda tra te e la mamma?». «Io comando. La mamma prende solo le decisioni, ma io ho il controllo assoluto del telecomando!» (da La dea dell’amore di Woody Allen).
Pochi giorni fa, l’Agcom ha dato il via libera al piano di numerazione automatica dei canali sul nuovo telecomando digitale. In pratica, i primi nove numeri rimarranno assegnati alle tv nazionali generaliste: e cioè, nell’ordine, le tre reti Rai, le tre Mediaset, La 7 e Mtv che fanno capo a Telecom e, al nono posto, Deejay Tv (ex Rete A) che appartiene al Gruppo Editoriale L’Espresso. Alle maggiori reti locali, su un totale di oltre 600, verranno attribuiti i numeri da 10 a 19. Poi, da 20 a 70, seguiranno le nazionali tematiche (quelle cosiddette semigeneraliste, quelle per bambini e ragazzi, quindi informazione, cultura, sport, musica e televendite). E infine, da 71 a 99, le altre locali minori. Ognuno però resterà libero di modificare l’ordine secondo le proprie preferenze e abitudini.
Il primo telecomando: messo sul mercato nel 1950 dalla Zenith Radio Corporation dell’Illinois, era con il filo e si chiamava Lazy Bones, «ossa pigre». Scopo principale era togliere l’audio e cambiare canale durante gli spot che il presidente della compagnia, Eugene McDonald, detestava. Il tutto, naturalmente, senza mai alzarsi dalla poltrona.
Ilary Blasi e Francesci Totti sono talmente pigri che litigano su chi deve alzarsi per mettere a posto il telecomando.
Se il telecomando non esistesse saremmo più magri: costretti ad alzarci dieci volte al giorno per cambiare canale, bruceremmo in un anno 5.000 calorie.
Nel 1955 Eugene Polley, magazziniere della Zenith, realizzò il Flashmatic, il primo telecomando senza filo. Sembrava una piccola torcia, emanava raggi di luce cui il televisore obbediva. Nel primo anno ne furono venduti 30mila. Al “papà” fecero i complimenti e li quantificarono in 1000 dollari.
Il telecomando di Polley però aveva un problema: se nella stanza c’era troppo sole, gli ordini non producevano reazioni. Nel 1956, l’ingegnere Robert Adler propose una soluzione. Usare gli ultrasuoni. Nacque lo Space Command e in quel momento l’azienda fissò l’anno zero della svolta. Adler diventò vicepresidente e il suo nome entrò nella Hall of Fame dei giganti dell’elettronica, insieme a leggende come Bell, Edison e Marconi. Il telecomando di Adler non aveva batterie, gli ultrasuoni venivano prodotti grazie a un sistema meccanico di percussione, ma il meccanismo risultava troppo pesante. La Zenith, per alleggerirlo, lo dotò di circuiti e batterie. Così modificato, il dispositivo ebbe successo. A onor del vero, qualche problema lo ebbe anche il telecomando di Adler: bastava il rumore metallico di monete o chiavi che tintinnavano per non farlo funzionare bene.
Nel 1982 il telecomando adottò gli infrarossi. Luce, non suono, proprio come Polley aveva intuito.
Eugene Polley: «Non solo non ho avuto il riconoscimento che meritavo, ma mi hanno dato anche un calcio nel sedere».
«Una protesi all’infrarosso, una “longa manus” che consente in tempo reale di mantenere viva “la dinamica affettiva” nei confronti del video. […] Nel territorio dei colti il telecomando è subito diventato un’incarnazione del surrealismo o del postmoderno: strumento dello spettacolo totale, affossatore dei tempi morti, artefice principale dello stile narrativo del nostro tempo. Il disordine affannoso delle troppe tv offre materiale in abbondanza allo spettatore-bricoleur che prova a ricostruire un tutto armonico con spezzoni di scarto. E così, quasi per incanto, il telecomando diventa un potente mezzo creativo, che dissolve l’ufficialità dei palinsesti e apre vie traverse a collage unici e irripetibili. Per i sociologi, poi, il telecomando è il nuovo simulacro del potere familiare: la bottoniera impartisce sì ordini all’apparecchio televisivo ma, per un processo metonimico, anche all’intera famiglia» (Aldo Grasso)
Zapping. Guardare la televisione cambiando continuamente canale. Lo fa il 57% delle donne e il 43% degli uomini.
Il telecomando è il simbolo del potere in famiglia. In Italia, il 57% delle famiglie possiede quattro o più telecomandi e il 59% degli italiani ritiene importante esercitarne il controllo. Nonostante il 72% dei nostri connazionali sostenga la parità dei ruoli in casa, sono gli uomini (35%) e i bambini (34%) i padroni del telecomando, contro l’11% delle donne. L’unico paese europeo in cui il potere è in mano alle donne è la Spagna (Fonte: KRMedia).
La regina Elisabetta d’Inghilterra e il marito Filippo, duca di Edimburgo, litigano per impossessarsi del telecomando di casa.
Il 22% degli europei ha dichiarato di litigare almeno dodici volte a settimana col partner per il dominio del telecomando (Fonte: Tns Nipo).
«Lasciagli il dominio sul telecomando. Se sei furba devi consentire al tuo uomo di guardare la televisione col telecomando in mano se vuoi arrivare alla pensione di anzianità senza passare per quella d’invalidità». (Dimmi, Dammi, Fammi di Claudio Sabelli Fioretti).
«Tu nella vita comandi fino a quando hai stretto in mano il tuo telecomando» (da Sì, la vita è tutta un quiz, di Renzo Arbore).
Se il telecomando non funziona, non sempre è da buttare. Prima cosa, controllate banalmente che le batterie siano cariche e inserite per il verso giusto. Pulite con uno straccio inumidito la finestrella che si trova nella parte frontale della tv e dietro la quale c’è il led all’infrarosso che riceve il segnale. Verificate poi che non ci sia un problema di trasmissione del segnale. Scoprirlo è piuttosto semplice: inquadrate con la fotocamera del telefonino la parte anteriore del telecomando, pigiate un tasto qualsiasi e se si vede una luce blu accendersi, il telecomando funziona. Altrimenti è guasto. Spesso può capitare anche che i tasti non facciano più contatto. Molte volte sono solo sporchi. Per pulirli, aprite il telecomando e passate il circuito stampato che trovate all’interno con dell’ovatta imbevuta di alcol. Una volta richiuso, dovrebbe funzionare come prima.
Alcuni ricercatori dell’Università della Virginia hanno riscontrato sui telecomandi degli hotel un’elevata carica di rinovirus, il germe del raffreddore. Nonostante ciò, il telecomando risulta essere tra gli oggetti più rubati negli alberghi.
Con la rivoluzione digitale della televisione è aumentato il numero di telecomandi disseminati in giro per casa (Sky, Mediaset Premium, Tivù Sat, …). Quelli "universali" possono memorizzare i codici dei segnali di più telecomandi: li si mette di fronte al telecomando originale sul quale si premono i vari tasti uno ad uno, quello universale riceve i diversi segnali infrarossi corrispondenti al tasto premuto e impara come fare a cambiare canale, aumentare o diminuire il volume e così via. Macchinoso, se bisogna farlo per più dispositivi di casa. Inoltre chi li usa lamenta un funzionamento non molto preciso, con qualche tasto che viene regolarmente “dimenticato”.
Il telecomando universale Logitech Harmony, per tutti gli apparecchi di casa, condizionatore compreso. Si collega al PC e poi, accedendo ad un archivio su Internet, lo si programma per ogni singola apparecchiatura da controllare. Il suo touch screen permetterà di passare facilmente da un decoder all’altro, dalla televisione allo stereo, dal lettore DVD al videregistratore a cassetta. Costo: 400 Euro.
OneForAll SmartControl (http://www.youtube.com/watch?v=2A3lhhY1cHA) è un telecomando universale adatto a tutti i dispositivi audio-video (tv, dvd, decoder, mp3, PSP, Xbox…). Facile da programmare, ha sei tasti corrispondenti agli apparecchi da controllare ed è già pre-programmato per i modelli dei maggiori brand del mercato. Basta premere il tasto Magic, selezionare il pulsante del dispositivo che si vuole controllare e la marca corrispondente. Costo: 29,95 Euro.
E’ in arrivo il telecomando che identifica l’utente. Ci stanno lavorando i ricercatori dell’Università statale dell’Arizona, insieme ai laboratori Intel. Dopo aver inserito un codice di identificazione, ogni 100 nanosecondi l’attrezzo farebbe dei rilevamenti tramite un accelerometro per memorizzare abitudini e preferenze, per poi riuscire a distinguerle.
In futuro le tv potranno essere controllate attraverso i semplici movimenti del corpo. A fine anno Hitachi ha intenzione di mettere in commercio alcuni televisori muniti di telecamera. Seduti sul divano, per passare in rassegna i canali sarà sufficiente fare con la mano il medesimo gesto che si fa sfogliando una rivista.
Andrea Bonarini, professore del Politecnico di Milano: «Si tratterà di individuare i comandi gestuali più giusti. Poi, migliorando le tecnologie, serviranno gesti sempre meno ampi. Certo la soddisfazione dell’utente finale è prioritaria: i comandi vocali, per esempio, non sono mai decollati perché la gente li trova faticosi e imprecisi».
«Con una tecnologia così, per quanto possiate sforzarvi, di certo non riuscirete a perdere il telecomando» (Ashlee Vance).
«Non adatto ad essere messo nella lavastoviglie» (dal manuale di un telecomando televisivo).