Roberta Camesasca, varie, 19 agosto 2010
I BAMBINI E INTERNET, PER VOCE ARANCIO
In Italia i bambini che navigano sul web sono 180.000. Il 74,8% delle famiglie con almeno un minorenne ha un computer in casa, il 41% ha la banda larga, il 60,9% è connesso a Internet.
Secondo il rapporto Telefono Azzurro-Eurispes su bambini e adolescenti in Italia, negli ultimi dieci anni il tempo trascorso su Internet dai bambini fino a 12 anni è aumentato. Nel 2009 il 42,9% dichiarava di non usarlo. Nel 2008 era il 45,3%. Il 25,4% dice di passarci fino a un’ora (nel 2008 era il 22,1%), il 12,5% da una a due ore (il 10,7% nel 2008), il 5,6% da due a quattro ore (5,5% nel 2008), il 4,1% più di quattro ore (nel 2008 il 5,4%).
Internet è per i bambini dai 7 agli 11 anni da un lato una fonte di informazioni interessanti (69,3%) e di materiale per lo studio (49% nel 2009), dall’altro uno strumento di divertimento, sia con i giochi (68,3%), sia con la fruizione di video e di altro materiale multimediale (il 55,9% scarica musica e film e il 54,7% guarda filmati su YouTube). Decisamente meno diffuso, a questa età, è l’uso di blog (22,3%), forum (20,8%) e posta elettronica (27,8%). Particolare attenzione merita la diffusione della comunicazione in chat fra i giovanissimi, che ha avuto, negli ultimi anni, la crescita maggiore rispetto a tutte le altre voci, passando dall’8,8% del 2002 al 42,1% del 2009 con il sorgere di eventuali rischi cui espone il contatto con sconosciuti (Fonte: Telefono Azzurro-Eurispes).
Gli psicologi della Royal Society of Medicine stabiliscono la soglia anagrafica minima delle prime navigate su Internet intorno ai nove anni di età.
Il Nappy Curriculum («nappy» è il pannolino) è un protocollo voluto dai Laburisti inglesi per introdurre l’uso delle tecnologie prima dei cinque anni. A 22 mesi si insegna come accendere e spegnere computer e tv. A 40 mesi i bambini dovrebbero essere in grado di compiere le prime operazioni elementari.
Professor Gabriel Levi, direttore di Neuropsichiatria infantile all’Università La Sapienza di Roma: «Anche se l’acqua fresca fa bene, a un bambino non ne darei dieci litri tutti insieme. Innegabile che l’uso del computer modifichi lo sviluppo e l’organizzazione della corteccia cerebrale. Già a due anni il bambino può disegnarci, riconoscere suoni e musica: 5, 10 minuti al giorno sono utili. Mai più di mezz’ora prima dei sette anni. Ma non sono regole fisse: ci sono bambini con grossi problemi che grazie al computer hanno imparato una seconda lingua».
Una ricerca condotta al dipartimento di Computer Science dell’Università dell’Iowa (Stati Uniti) mostra come l’interfaccia touch sia più vicina alle abilità dei piccoli (in età prescolare, sotto i sei anni) perché presuppone un rapporto naturale con il dispositivo: non è rigida come mouse o tastiere e non richiede una grande precisione nei movimenti.
Uno dei video più cliccati di You Tube mostra una bimba di due anni e mezzo che gioca con l’iPad. Grazie all’interfaccia multi-touch, scorre le foto, scrive, sposta dei contenuti sulla scrivania del dispositivo e fa perfino partire dei video.
Solo nell’App Store italiano ci sono 45 “app” dedicate ai bambini: con MiniPiano si suona un piano digitale da 14 suoni; FirstWords aiuta i bambini in età prescolare a imparare parole; KidCalc Math Fun fornisce tutte le informazioni base della matematica a bambini tra i 2 e gli 8 anni; Colorama Kids Coloring Book permette di colorare soggetti tratti da una libreria di immagini tramite semplici gesti sul touchscreen; Clifford’s Be Big With Words insegna la pronuncia delle parole ai bambini attraverso l’uso di fumetti (solo nello store americano) ecc.
Secondo uno studio degli analisti della Gartner, nel 2015 un computer su due tra quelli acquistati per under 15 sarà touch (oggi lo è uno su 50).
“Nativi digitali”: quanti sono cresciuti nell’era delle tecnologie digitali come computer, Internet, cellulari e mp3. “Immigrati digitali”: quelli che hanno adottato le tecnologie in un secondo momento. Adesso è il tempo dei “digital babies”, bambini in età prescolare che, pur non sapendo leggere e scrivere, hanno grande dimestichezza con le nuove tecnologie. Bastano 3-4 anni di differenza perché i comportamenti siano diversi.
Lee Rainie, direttore del progetto “Internet and American Life” del Pew Research Center: «La velocità di sviluppo di nuove interfacce sta addirittura creando una spaccatura nella generazione dei “nativi digitali”, i ragazzi nati nell’era di Internet e cellulare: quelli in età scolare stentano a comprendere la naturalezza con cui i fratelli minori “giocano” con computer e telefonino».
La statunitense Innovations for Learning esporta in tutto il mondo il suo “TeacherMate”. Sembra una console portatile per videogiochi, in realtà è un minicomputer (costa 100 dollari) in grado di aiutare i bambini delle elementari a imparare a leggere e a fare esercizi di matematica.
Young Explorer è la postazione multimediale protagonista del programma internazionale KidSmart di Ibm. Pensata per gli asili, contiene un computer inserito in un contenitore plastico dai colori vivaci e dalle forme arrotondate. Un seggiolino bi-posto permette poi ai piccoli di sedersi in coppia davanti al computer e di utilizzarlo insieme, condividendo giochi e scoperte. In Italia il progetto KidSmart coinvolge circa 300 istituti scolastici.
I ComputerKid di Clementoni offrono attività di tipo ricreativo ed educational per imparare l’alfabeto, i numeri, la musica e le lingue straniere. Per chi sa già leggere e scrivere, un vero pc consente di cimentarsi con la composizione di testi impaginati, il salvataggio e il ritocco delle fotografie, i giochi online.
Entro il 2012 arriverà XO-3, la terza generazione di OLPC (One Laptop Per Child), il netbook low-cost voluto da Nicholas Negroponte, fondatore del MediaLab del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Pensato per i bambini delle elementari, disporrà di uno schermo touch da 8,5 x 11 pollici, privo di tasti ma dotato di una tastiera virtuale. Spessore ultrasottile e webcam integrata. I bambini lo potranno usare per scrivere, contare, disegnare, suonare e navigare su Internet senza fili. Il prezzo preventivato è di 75 dollari.
Il Venezuela ha acquistato per le scuole un milione di Intel Classmate PC, il netbook low-cost per bambini.
La Lim è una lavagna interattiva multimediale su cui si proiettano contenuti digitali (testo, immagini, video, grafici) con i quali interagire grazie al tocco di un polpastrello. Nel 2009 il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione 10.000 lavagne interattive multimediali per le scuole secondarie di primo grado. «I contenuti proiettati sulla Lim, che deve essere collegata a un videoproiettore e a un pc, funzionano esattamente come sul computer: le icone possono essere cliccate, i file selezionati, trascinati, aperti, modificati, collegati, salvati e cancellati» (Fonte: ministero Istruzione).
Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche all’Università Bicocca di Milano: «Con le Lim la didattica diventa più attiva. Gli studenti sono chiamati a intervenire di più durante la lezione, e lo fanno con piacere visto che vengono coinvolti con tecnologie che usano anche fuori dalla scuola per divertirsi e comunicare con i coetanei. Non solo: con una Lim o un computer connesso a Internet la scuola apre una finestra sul mondo che prima non aveva».
Per aiutare i bambini a saperne di più sulla sicurezza e sui comportamenti corretti da tenere online, Disney (http://www.disney.it/CyberNetiquette/) ha studiato un percorso interattivo a fumetti, mentre Telecom, in collaborazione con Fondazione Movimento Bambino e Save the Children, ha pensato al progetto Navigare Sicuri (http://navigaresicuri.telecomitalia.it/) in compagnia di Geronimo Stilton. Su Security4kids.ch.it (http://www.security4kids.ch/it/Bambini/Default.aspx), due racconti interattivi («Un bosco senza fine» e «I nuovi amici di Anna») per bambini tra i 7 e i 10 anni insegnano ad evitare le insidie della navigazione online.
Filtri come il Windows Live Care, il McAfee Parental Controls o il Family Safety di Microsoft limitano le possibilità di accesso a siti con contenuti inadatti. La regola numero uno è, in ogni caso, che i bambini non devono mai affrontare il web da soli.
Browser gratuiti per bambini: Kiwe, Il Veliero, KidZui e Kido’z (in inglese). Sono praticamente una rete alternativa dedicata ai bimbi, con pagine web, multimedia, giochi e filmati dedicati.
KidRex è un motore di ricerca per i più piccoli. Funziona in pratica come Google, ma i risultati sono presi esclusivamente da siti per bambini.