Beppe Severgnini, Corriere della Sera 19/8/2010, 19 agosto 2010
L’INCUBO DEI CAPI UFFICIO IN «CONNESSIONE PERENNE»
Una delle molte, pietose bugie sugli italiani è questa: siamo pigri. Lo pensano gli stranieri che arrivano ogni estate in quella Grande Toscana mentale che insistono a chiamare Italia, e invece è solo un palcoscenico dove noi recitiamo per gli ospiti, a pagamento, la commedia del relax (si chiama turismo). Tra Siena e Cortona ci sono i professionisti, ma siamo tutti piuttosto bravi.
La verità è che chi lavora, in Italia, lavora molto. Talvolta male, spesso nervoso, sempre di fretta: ma lavora. Agosto era la pausa concordata: non più. Vacanze scaglionate? No: capi scatenati. BlackBerry, iPhone, Nokia, Samsung: i telefoni intelligenti (smartphones) forse non sono così furbi, pensano dipendenti, collaboratori, sottoposti, segretarie e assistenti, bombardati di messaggi, mail e allegati. «Ma non è in barca in Corsica, oggi? Non può guardare i cefali invece di mandarmi un altro foglio Excel?».
E’ triste, la giovane Giulia, nel suo ufficio in zona Cordusio. Ma il fenomeno non è solo milanese, lombardo o italiano. Il «Financial Times» segnala che l’iperattivismo estivo è diventato il nuovo marchio della City (con tutti i pasticci che hanno combinato, ci si chiede, non potrebbero starsene tranquilli?).
Una coppia di amici di Seattle, con cui abbiamo trascorso un fine settimana sulla riviera di Levante, mi ha convinto che anche negli USA il fenomeno è imponente. Lei e mia moglie, sagge, controllavano la presenza di meduse in mare; lui ed io, frenetici, quella di email su iPhone, BlackBerry, AirBook, Ipad (e tanta grazia che il Kindle non riceve la posta).
Ma il capo americano è magnanimo, si sente eroico e ha istinti masochisti: arriva per primo, lascia per ultimo, lavora la domenica in agosto all’ estero; e non pretende di essere imitato. In Italia ci mettiamo una punta di sadismo.
Il capo vuole che il suo eroismo - guai a chi la chiama nevr osi - siaric onosciuto: e c oi nvol ge quante per s one possibili. Così i telefoni blippano, i computer lampeggiano e i nervi saltano. Talvolta il capo è insonne, oppure non sente la fatica; altre volte si diverte a ignorare il fuso orario. Un capo insonne e infaticabile a New York può provocare scompensi in chiunque debba lavorare con lui.
Uno dei casi più interessanti è il Capo Imbranato Tecnicamente Acefalo Lievemente Ossessivo (CITALO). L’estate 2010 segna il suo battesimo tecnologico. Ma per arrivare all’agognata - da lui - connessione perenne (always on) deve prima sincronizzare il programma di posta. Non ne è capace, e lo chiede per telefono a voi («Come si fa? Dove si schiaccia? Quando si apre?»). E voi dovete aiutarlo ad affilare le armi con cui vi torturerà: terribile. In casi del genere non ci sono difese, se non augurarsi una tempesta nel tratto di mare dove naviga. Ma il capo sadico non lo ferma neppure il mar di mare. Abbarbicato a prua, scruta l’orizzonte cercando di avvistare la costa. «Terra!», grida sopra il rumore delle onde. Perché se c’è terra c’è campo.
Cosi dicono i vecchi contadini e i nuovi capi. I primi sono più saggi dei secondi.