LORENZO SORIA, La Stampa 18/8/2010, pagina 35, 18 agosto 2010
3d è vera gloria? - Tra gli Studios di Hollywood circola una nuova formula per produrre con successo: «Se non riesci a fare un buon film, fallo in 3D»
3d è vera gloria? - Tra gli Studios di Hollywood circola una nuova formula per produrre con successo: «Se non riesci a fare un buon film, fallo in 3D». Vuole essere una battuta, un modo per scherzare sopra una serie di film usciti in questi mesi in cui il processo di rendere le immagini tridimensionali è stato raffazzonato malamente all’ultimo momento in fase di post-produzione, col risultato che gli spettatori sono usciti dalle sale non inebriati ma irritati dall’esperienza. Perché pagare sino al 50% in più un biglietto per avere in cambio delle immagini annebbiate? E magari lasciare la sala con il mal di testa o un senso di nausea? «È in atto una rivolta - sostiene Paul Dergarabedian, presidente di Hollywood.com -. Non credo che il 3D sia quel salvatore dell’industria in cui tanti avevano creduto». Che la tecnologia tridimensionale avrebbe salvato Hollywood lo avevano iniziato a pensare in tanti. «È la novità più rivoluzionaria sin dall’avvento del colore», disse categorico Jeffrey Katzenberg, presidente e fondatore della DreamWorks. Un sentimento condiviso grazie al fenomenale successo di Avatar, quando tre spettatori su quattro scelsero di andare ad esplorare il favoloso mondo di Pandora con gli occhialini. Subito dopo venne Alice nel paese delle meraviglie e a quel punto il 3D divenne la nuova Terra Promessa. Da qui alla fine dell’anno usciranno nel nuovo formato Tron: Legacy, The Green Hornet, Megamind, Yogi Bear. Sessanta le nuove uscite nei prossimi due anni, mentre le sale adibite per la nuova tecnologia sono schizzate a oltre 5mila. Perché gli Studios si siano buttati sul tridimensionale è presto spiegato: una questione di soldi e di profitti. Intanto, un film in quel formato è quasi impossibile da piratare. Ma soprattutto si possono chiedere quattro o anche cinque dollari in più per il biglietto: questo ha portato gli incassi per il 2010, che altrimenti sarebbe stati di segno negativo, a un più quattro per cento sull’anno precedente. Tutti a fare 3D, dunque, anche Martin Scorsese che così sta girando a Londra Hugo Cabret. Anche il mondo dell’hard si muove e dal mercato asiatico arriverà Sex and Zen: Extreme Ecstasy del regista di Hong Kong Sun. Ma gli spettatori hanno iniziato ad esprimere chiari segni di fatica. Cani & gatti: la vendetta di Kitty è stato un flop. Step Up 3D ha fatto meno dei primi due film della serie, usciti in 2D. E ora hanno iniziato a ribellarsi anche gli autori. «Quando ti infili quegli occhialini tutto diventa nebuloso», si lamenta J. J. Abrams, il cui Star Trek ha raccolto quasi 400 milioni di dollari pur essendo stato presentato alla vecchia maniera. Joss Whedon è in tensione con la MGM che vorrebbe convertire in 3D il film che ha appena finito, The Cabin in the Woods. «Quello che spero è di avere l’unico horror in uscita non in 3D», aggiunge. Poi si è unito al coro dei no Jon Favreau, che parlando del suo Cowboys & Aliens ha detto che si è rifiutato di girarlo adottando la nuova tecnologia: «E che il pubblico usi i soldi che risparmia per vederselo due volte». Insomma, come già accaduto sul finire degli Anni ‘50, anche questa nuova ondata di mania per il tridimensionale potrebbe rappresentare non una svolta epocale ma una breve parentesi. E una prova verrà da The Hobbit, il prologo de Il Signore degli anelli diretto da Peter Jackson. TheOneRing.Net, un sito dedicato al mondo creato da Tolkien, ha condotto un sondaggio tra i fan e su 450 risposte ci sono stati 450 no al 3D. E adesso il regista-produttore sta seriamente riconsiderando la sua scelta.