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 2010  agosto 18 Mercoledì calendario

MA DOVE VAI SE LA BANANA

La banana l’ho buttata dopo due giorni perché era diventata tutta scura. Il preservativo è ancora in frigo, tra una confezione di uova e un vasetto di hummus. Le istruzioni, invece, le ho messe da parte che non si sa mai.
The Art of the Blowjob, ovvero l’arte del sesso orale, era questo il titolo del seminario di cui il kit – banana, condom e miniguida – faceva parte, ordinatamente appoggiato su ciascuna delle sedie pieghevoli che riempivano il centro del negozio Babeland.
Luogo dell’appuntamento Soho, New York, in uno dei quattro store di questa piccola catena di sex-shop: due a Manhattan, uno a Brooklyn e un quarto a Seattle, il primo, in realtà a essere stato aperto.
Era il 1993 e Claire Cavanah e Rachel Venning fecero una riflessione: possibile che le donne non abbiano un negozio dopo poter acquistare qualche giocattolino senza sentirsi in imbarazzo? Decisero di ovviare al problema. Babeland ha un logo discreto, un + e un – racchiusi in due cerchietti, niente neon pulsanti né vetrine oscurate, niente cunicoli polverosi con tendine macchiate e ammuffite. Uno stile più neutro ed elegante, con vibratori esposti come borsette, che altri sex shop per signore hanno, in seguito, imitato con successo.
Oltre a vendere sex-toys e accessori vari, da qualche tempo Babeland propone anche brevi corsi su argomenti a tema. Tipo: G-Spot Delights, Fun with Floggers (Divertiti con il frustino); Keeping Your Sex Life Alive While Raising Kids (Tenere viva la tua vita sessuale mentre cresci i tuoi bambini) e The Art of the Blowjob, appunto.
Parecchi seminari sono gratis, per quelli a pagamento il costo massimo di iscrizione non supera i 35 dollari. «Il corso dura due ore, compresa una pausa di una decina di minuti», spiega Linda non appena siamo tutti seduti.
Linda è la professoressa. Capelli color rosso Milva, una tuta che la farebbe assomigliare a un elettricista se non fosse che, nel suo caso, la cerniera rimanda ad altre manutenzioni, Linda dimostra di saper mettere a proprio agio i suoi studenti.

il grido di battaglia
«Lavoro a Babeland da cinque anni, adoro il mio lavoro e mi piace da matti il sesso orale», si presenta, «la prima cosa che dobbiamo fare è non avere paura di chiamare le cose con il loro nome. Quindi, alzatevi tutti in piedi e urlate con me cock e pussy».
Dopo aver scandito più volte ad alta voce i nomi dei due organi sessuali, possiamo risederci, e lei riparte con l’introduzione: «Prima di tutto, vediamo per quale motivo il sesso orale è una fantastica opportunità per le donne. Intanto, è bello perché siete voi ad avere il controllo, inoltre agli uomini spesso piace di più di un normale rapporto sessuale, non c’è il rischio di rimanere incinte ed è un’ottima soluzione nei giorni del ciclo».
Tutto quello che avreste voluto avere sul comodino anche se non sapete a che cosa serve. Potrebbe essere il titolo di un video su Babeland, perché sugli scaffali, tra attrezzi riconoscibili, a partire dai «soliti» dildo di colori, dimensioni e forme diverse, anelli vibranti e non, candele (queste servono solo per creare l’atmosfera), paperette, ovetti (entrambi vibranti), fruste, collari e manette, ci sono altri oggetti di complessa interpretazione.
Come quello che la nostra insegnante ci mostra: si chiama Blossom Sleeve, è una sorta di tubo di gomma con un’estremità increspata in piccoli petali, si indossa sul pene, e può essere usato in vari modi, tra gli altri come «coaudiuvante» nel sesso orale.
Dopo un’introduzione sull’anatomia dell’organo maschile, parti e funzioni, si comincia con la pratica. Il che significa che, nel frattempo, l’assistente di Linda ha indossato una cintura (ovviamente di pelle nera con le borchie) dotata di un anello di metallo nel quale ha inserito un pene di lattice in erezione, completo di testicoli. Serve a mostrare le varie tecniche. Noi dovremo imitarla usando la banana rivestita col preservativo. Il quale, si accinge a spiegare e a mostrare Linda, sarebbe meglio riuscire a inserirlo usando la bocca.
Mi concedo la scusa di essere lì per motivi di servizio e non sbuccio il mio condom, mentre vorrei sbucciare la banana perché ormai sono le dieci di sera e non ho mangiato tutto il giorno, ma temo di essere cacciata dall’aula, così la ripongo nella borsa, pensando di farne un uso più tradizionale appena uscita dalla porta.
Nella sala, a parte due disobbedienti, me compresa, e un solo uomo (ripensandoci, me ne sarei aspettata di più), il resto della classe è composta da donne per lo più giovani, tra i 25 e i 35 anni, ordinatamente in attesa con loro la banana in mano. Le più sono arrivate da sole o in piccolo gruppi, di due, tre amiche.

DALL’UMMER AL TWIST
La nostra insegnante ripone una fede senza increspature nell’utilità dei lubrificanti. Il suo preferito, dice, è quello a base di silicone, non ha nessun sapore e non è dannoso, giura, «magari non me berrei un tubetto intero, ma per il resto nessun problema». Durano più a lungo di quelli a base di acqua, che hanno l’inconveniente di evaporare presto, e hanno il vantaggio di poter essere usati anche sotto la doccia e nella vasca da bagno.
Lubrificata la parte, si passa alla fase di «riscaldamento», quella con le mani, quindi al blowjob vero e proprio. Ogni stile ha il suo nome, e alcuni sono divertenti.
Ummer è accompagnato «dal verso che faresti assaggiando qualcosa di assolutamente delizioso», mentre un’altra versione sonora, questa volta un piccolo schiocco, si chiama Lollypop, lecca-lecca. Twist prevede un movimento rotatorio. E, purtroppo, non sono in grado di spiegare il Waterfall senza finire nella pornografia. Diciamo che si parte da molto in basso e si arriva molto in cima e viceversa.
Non manca il Deepthroating, stile gola profonda. «La posizione migliore è lui in piedi a lato del letto, lei sdraiata a pancia in su. Non è facilissimo, però. Bisogna fare un po’ di esercizio», spiega Linda, poi aggiunge che in generale, per ovviare a un eccesso di impulsività da parte del partner e per continuare ad avere il controllo della situazione, lei ha un piccolo trucco. «Gli chiedo: “Mi faresti un favore, tesoro, mi raccoglieresti i capelli dietro la nuca?”. Serve a tenergli le mani le mani occupate. Ma, ricordate, non c’è nulla che non possa essere detto o chiesto. Anzi, comunicare è fondamentale. L’importante è farlo con un minimo di tatto».
Segue la parte «posizioni», sdraiati, in piedi, sessantanove e così via, poi le istruzioni per altre stimolazioni, per finire con un applauso alla professoressa e un ultimo un giro nel negozio per acquisiti.
In fila alla cassa, le mie compagne di classe reggono le loro piccole scorte di lubrificanti, qualche dildo, e anelli vibranti (mentre nessuna pare sentire il bisogno di approfondire il tema con la lettura di The Ultimate Guide to Fellatio).
Io scappo con la mia banana destinata ad appassire e morire senza aver conosciuto le gioie del sesso orale.