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 2010  agosto 18 Mercoledì calendario

La nuova ninfetta del romanzo francese vorrebbe sposare Pete Doherty - Stavolta ha quindici anni. Un anno in più della sua protagonista, Palo­ma in vacanza sull’isola di Bréhat, qualcuno in meno rispetto a chi l’ha preceduta

La nuova ninfetta del romanzo francese vorrebbe sposare Pete Doherty - Stavolta ha quindici anni. Un anno in più della sua protagonista, Palo­ma in vacanza sull’isola di Bréhat, qualcuno in meno rispetto a chi l’ha preceduta.Le varie Melissa P.,Veroni­ca Q., Catherine M.... Le lolite dello scaffa­le, insomma.L’ultimo fenomeno editoria­le francese si chiama Carmen Bramly, fre­quenta il liceo Fénelon di Parigi, vorrebbe avere un rapporto sessuale con Pete Doherty (quello con cui non vuole più averne Kate Moss) ma lo lascia dire a Palo­ma, è figlia d’arte e con il suo libro Pastel fauve ( lei, in realtà, non arrossisce per nul­la) ha ulteriormente abbassato l’asticella dell’età delle romanziere «erotiche». O quanto meno di quelle che hanno deciso di rendere partecipe l’universo mondo dei propri turbamenti adolescenziali, convin­te come sono, alla maniera di Victor Hugo che «ogni volta che dico “io” è di voi che parlo, miserabili». Così è arrivata anche Carmen a spiegar­ci il primo amore, il pri­mo sesso, la prima sorsata di vodka, la pri­ma autointos­sicazione psi­cologica. È arri­vata anche Carmen che vorrebbe roto­larsi in un letto con Doherty. Come Clizia Gurrado che negli anni Ot­tanta voleva sposare Simon Le Bon ( Spose­rò Simon Le Bon , appunto). Ne fecero addi­rittura un film, lei ovviamente non sposò il cantante dei Duran Duran, sei mesi dopo cambiò idolo e oggi, quarantenne e alla guida di un service editoriale ammette: «Se mia figlia mi chiedesse di seguire un personaggio famoso le direi di no». O come Silvia Valerio che vorrebbe rega­lare la sua verginità a Mahmoud Ahmadi­nejad ( C’era una volta un presidente. Ius primae noctis ) affascinata com’è da que­st’uomo «tanto elegante», convinta com’è che questo presidente sia «l’unico capace di andare oltre le solite politiche di equili­brio. Per fare una metafora da circo, lui, tra gli uomini di Stato, è un lanciatore di coltel­li mentre gli altri solo dei clown». E così ha scritto un libro la Valerio, per dire al presi­dente iraniano che vuole essere solo sua. O sua o di nessuno. È arrivata anche Carmen che soffre e de­via e brucia senza nemmeno essersi auto­flagellata con Centi colpi di spazzola prima di andare a dormire . È arrivata anche Car­men a sbigottire i genitori benpensanti, a sollevare il velo di apparente ordine che ap­pa­nna certe vite tutt’altro che tranquille co­me già aveva raccontato Marilù Manzini in Io non chiedo permesso e poi in Il quader­no nero dell’amore . Col primo la Manzini aveva fustigato l’alta borghesia emiliana grazie a Giulia,col secondo aveva esplora­to le disavventure erotiche di un’aspirante velina e di un discotecaro bamboccione. Fiumi d’alcol e nuvole di coca anche lì.Co­me nel Vietato ai minori di Veronica Q., al­tra biografia estrema ( quella aveva addirit­tura quattordici anni), altra fetta di società bene-benissimo (stavolta romana), altra indigestione di sbandate. Una che non si faceva mancare niente Veronica:dall’ano­ressia alla bocciatura al sesso «cattivo». E pensare che tutto iniziò con un viaggio pre­mio a Londra. L’avesse saputo sua madre, poveretta. E ora c’è Carmen a rimpolpare questa frenetica produzione letteraria. Carmen e le altre a sfornare, più in fretta di quanto vivano, pagine sulle quali sembra di stare come su un ottovolante. Tra rabbia e ringhi e strappi stesi tra il nulla e il nulla. Non sono trame, sono disagi portati avanti per decine di volumi. Eccessi lunghi e fiato corto. Come quello che viene a chi legge, chissà poi per andare dove, per farsi porta­re dove. Dentro alle notti sprecate, dentro alle fantasie intasate, dentro a ettolitri di vodka. E non hanno ancora vent’anni... Per i quaranta possiamo augurare loro di rag­giungere la pace dei sensi. Meglio, la pace. I sensi, a voler ben vedere, forse non li han­no mai raggiunti.