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 2010  agosto 18 Mercoledì calendario

IL RITORNO DI BUKOWSKI

Ogni volta che la favola bella del sogno america­n­o mostra qual­che ruga (per colpa delle luci sbagliate, o di qualche trucca­tore distratto...), puntuale co­me il mal di testa del dopo­sbornia entra in scena la sago­ma traballante del più bene­detto dei Maledetti. Per lui l’ American Dream fu un incu­bo volontariamente affogato nell’alcol. Ma forse è vero an­che il contrario: proprio per­ché messo sotto spirito, il so­gno americano si conserva meglio e gli eccessi «normali» di Henry Charles Bukowski, come una cartina di tornaso­le, servono ad esaltarlo, a ri­qualificarlo per pura e sempli­ce contrapposizione dialetti­ca. In fondo, era nato in Ger­mania, ad Andernach, non molto distante da Stoccarda, la città natale di Hegel...
Avrebbe compiuto no­vant’anni due giorni fa, «il bra­vo, vecchio Hank», come vole­va farsi chiamare. Preferiva Hank perché Henry lo usava­no i suoi genitori quando vole­vano imporgli qualche com­missione, mentre Charles, di­ceva, «è ok solo sulla pagina scritta». Li avrebbe compiuti, novant’anni, se la leucemia non l’avesse stroncato il 9 marzo del ’94, riuscendo lad­dove avevano fallito le stoli­de, disperate digressioni che avrebbero facilmente abbat­tuto un fisico meno resistente del suo.
Bukowski, con John Fante, da lui molto apprezzato, e poi con la variegata compagnia di giro della Beat Generation , che invece non amava, è stato la (cattiva) coscienza di un Pa­ese. È stato il vento che marca visita e si placa, sarcastico, nei momenti incui ci sarebbe da far garrire la bandiera men­tre sotto, perfettamente alline­ati e con la mano destra sul cuore, i bravi americani sono pronti a commuoversi fin dal­le prime note dell’inno.
A proposito di stars and stri­pe s ,
un piccolo episodio della vita del giovane Hank, riporta­to da Paolo Roversi in Charles Bukowski. Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vende­r e (il saggio-biografia ripub­blicato in questi giorni da Ca­stelvecchi), è davvero illumi­nante sul suo carattere e sul suo destino di scrittore. Dun­que, alla Junior High School che il ragazzo frequenta sen­za infamia e senza lode, un bel giorno fa visita nienteme­no che il presidente Hoover. Inevitabile, quindi, il tema in classe inflitto dal professore di lettere sull’evento epocale. Ebbene, la relazione a firma del futuro autore di Pulp e
Post Office spicca nettamente su quelle dei compagni, tanto da ricevere un solenne enco­mio. Peccato che Hank, con mossa già chiaramente bukowskiana, il presidente non l’avesse nemmeno visto! Ecco, la sua scrittura è questo: è vestire il reale con i panni del plausibile.
Certo, l’autobiografismo è la cifra distintiva di Bukowski, ma ne è anche la fedele ma­schera. Dietro il whiskey c’era, a fiumi, l’acqua minera­le; dietro la frequentazione di bettole e cattive compagnie c’erano, eccome, le letture «al­te » (Lawrence e Hamsun, per esempio); dietro le innumere­voli Donne (titolo secco, dry
di un suo libro) prese e lascia­te c’era il fatto, attestato, che il primo rapporto sessuale completo lo ebbe alla vene­randa età di 23 anni; dietro al­lo scorbutico, allo scostante, al volgare mattatore (celebre la bottiglia scolata nel salotto buono della trasmissione del­la tv francese Apostrophes ) fa capolino qualche posa da gen­tiluomo d’antan , come il ba­ciamano e la rosa donati a Fer­nanda Pivano, accompagnati da una timida richiesta: «Scri­vi qualcosa di carino su di me»; dietro alle recite nazistoi­di atte a scandalizzare gli astanti trapela la tenerezza del padre per la figlia Marina. Non si tratta di spiare dal... Bukowski della serratura, ma di conoscerlo meglio, soffian­do via la polvere che, fatal­mente, s’è posata, da un de­cennio all’altro, sulla sua ope­ra. Contribuirà in tal senso la mostra «Charles Bukowski: Poet on the Edge», in program­ma alla Library’s West Hall di San Marino (California) dal 9 ottobre, che esporrà, fra l’al­tro, molti scritti originali, do­nati a «The Huntington», la li­breria- galleria di San Marino. Poi, per assumere informazio­ni di prima mano, ecco le op­portune recenti ristampe di Panino al prosciutto e Facto­tu m proposte
da Tea. Leggen­doli potremo smascherare Hank con la sua stessa compli­cità. Perché ogni vero istrio­ne, a un certo punto del mono­­logo, si ricorda che sta recitan­do. E magari torna a essere un timido ragazzo complessato per colpa dell’acne. Uno che non s’è ancora calato nella parte del personaggio di se stesso, e alza il bicchieredi na­scosto da tutti.