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 2010  agosto 17 Martedì calendario

CAMBI DI PASSO CHE SEGNANO LE EPOCHE

La maggiore forza politica ed economica della Cina fu, per quasi tre millenni, l’immensa dimensione geografica e demografica. Fino al 1700 il suo Prodotto interno lordo è stato superiore a quello combinato dei 29 paesi dell’Europa occidentale. Quando nell’Ottocento le potenze occidentali imponevano alla Cina, debole e divisa, duri trattati commerciali, il Pil del colosso asiatico era considerevolmente superiore a quello del Regno Unito, l’incontrastata potenza dominante. Solo tra il 1880 e il 1890 avvenne il primo sorpasso del colosso cinese da parte di un dinamico paese emergente, gli Stati Uniti di America. I sorpassi, come quello che oggi registriamo della Cina sul Giappone, segnalano, sovente, il prospettarsi di nuovi equilibri geopolitici.
Così, il sopravanzare degli Stati Uniti a fine Ottocento su quella che per millenni era stata la principale potenza economica mondiale fu presagio dell’aprirsi del secolo americano. Il Regno Unito, incontrastato egemone del secolo diciannovesimo, si avviava a un declino lento, dignitoso e non privo di gloria in due conflitti mondiali. Simbolo di questo declino è anche il fatto che il Pil della Gran Bretagna restò inferiore a quello della Cina sino alla fine degli anni Trenta.
Quando, nel 1931, il Giappone invase la Manciuria aveva dimensione economica assai minore di quella cinese: nei quindici anni successivi, l’impero del Sol Levante pagò a duro prezzo l’avere nutrito ambizioni egemoni incompatibili con la propria forza economica. Le ambizioni coeve della Germania erano sostenute da un Pil superiore per la prima volta a quello del Regno Unito.
Per oltre mezzo secolo dopo la seconda guerra mondiale, la gara economica assunse il significato di una pacifica rivincita degli sconfitti. Il Giappone, che non era riuscito se non parzialmente ed effimeramente, a includere la Cina nella propria area di influenza, realizzò un tale ritmo di crescita da superare, a partire dagli anni Sessanta, la dimensione economica del grande rivale. In Europa, l’economia tedesca accrebbe la propria superiorità su quella del Regno Unito. Lo stesso Pil italiano raggiunse e superò quello di oltre Manica all’inizio degli anni Ottanta. I tre grandi paesi che avevano perso la guerra vinsero la pace.
Molti cedettero, all’inizio degli anni Sessanta, dopo il lancio dello Sputnik, in un sorpasso di enorme valenza geopolitica,quello dell’Unione Sovietica sugli Stati Uniti.
Per un breve momento lo sperarono a Mosca, lo temettero a Washington. La storia, si sa, andò diversamente ma, come pure si sa, non finì nel 1991. Lo dimostra simbolicamente il nuovo sorpasso della Cina sul Giappone. Si intravede, entro il 2030, uno scenario in cui l’economia cinese sarà la più grande del mondo. Il Pil asiatico costituirà oltre la metà di quello mondiale.
Quello odierno è un passaggio privo di valore intrinseco ma assai simbolico. Mentre un terzo dell’umanità viene finalmente sollevato dalla povertà millenaria ci resta ancora molto da capire, sperare, temere attorno alla rivoluzione pacifica che ha investito l’umanità negli ultimi vent’anni.