Il Post.it 17/8/2010, 17 agosto 2010
Usiamo Facebook, forse anche troppo, ma non ci piace davvero. Questo almeno è quello che che rivela uno studio di ForeSee Results, che mette a confronto la quantità di utenti di un prodotto o servizio con la loro soddisfazione
Usiamo Facebook, forse anche troppo, ma non ci piace davvero. Questo almeno è quello che che rivela uno studio di ForeSee Results, che mette a confronto la quantità di utenti di un prodotto o servizio con la loro soddisfazione. Quando una piattaforma è la più usata è difficile distaccarsene, un po’ per pigrizia e un po’ per abitudine, soprattutto nel caso di un servizio come Facebook che richiede l’adesione di una quantità molto elevata di utenti per poter davvero funzionare. Spiega Businessweek: Probabilmente è una variazione del concetto di «satisficing». La parola «satisfice», coniata nel ‘56 da Herbert Simon, economista e psicologo della Canergie Mellon University, combina le due parole «satisfy» (essere soddisfatto) e «suffice» (essere abbastanza), e descrive il modo in cui i consumatori fanno le loro scelte seguendo la strada più comoda. Nel caso dei social media, vai dove sono i tuoi amici. L’articolo citato non riporta le cause dell’insoddisfazione diffusa, ma è facile ipotizzarle: Facebook intimorisce molti utenti con una politica sulla privacy difficile da comprendere, cambia interfaccia molto spesso disorientando i meno esperti o chi non lo usa con costanza, intasa le bacheche virtuali con notifiche di giochini e test che rendono difficoltosa la funzione primaria del mezzo, cioè comunicare con i propri amici. Insomma, nel corso del tempo Facebook è diventato “troppo”. Inoltre ha ridefinito e inventato nuove forme di relazioni sociali che creano non pochi imbarazzi tanto al principiante quanto all’utente esperto, dando un nuovo significato al concetto di “amicizia” e costringendo ad articolate giustificazioni chi, per un motivo o per un altro, non risponde a uno status o a una richiesta. Ma Facebook non è l’unico prodotto leader di mercato che non incontra la soddisfazione dei propri utenti. L’altro esempio fatto da Businessweek è il Blackberry, usato dal 41% degli utenti di smartphone ma apprezzato solo da un 30% di chi lo possiede. Ovviamente è una tendenza che può essere invertita, anche se con grosse difficoltà: è ciò che sta facendo Microsoft, finalmente risollevatasi da un periodo di grande impopolarità grazie a Windows 7.