LUIGI GRASSIA, LA Stampa 17/8/2010, pagina 27, 17 agosto 2010
Una mega diga in Congo e un gasdotto dalla Nigeria - Il Desertec è il più costoso ma non l’unico mega-progetto per fornire di energia l’Africa e per esportarne in quantità verso l’Europa dal Continente nero
Una mega diga in Congo e un gasdotto dalla Nigeria - Il Desertec è il più costoso ma non l’unico mega-progetto per fornire di energia l’Africa e per esportarne in quantità verso l’Europa dal Continente nero. Nel Congo ex Zaire, quello con capitale Kinshasa, è in progetto un sistema di dighe al prezzo di 56 miliardi di euro, e fra la Nigeria e le coste dell’Algeria, tagliando per il Sahara, verrà costruito per 8,5 miliardi di euro un gasdotto che alimenterà di nuovo metano l’Italia e il resto d’Europa. Il sistema di dighe nel Congo si chiamerà Grand Inga, sarà collegato da lunghissime linee ad alta tensione con i mercati di consumo in Europa e in Sud Africa, e avrà una potenza quasi doppia della famosa diga delle Tre Gole in Cina: 39 mila MegaWatt, cioè l’equivalente di 23 centrali nucleari del tipo Epr che la francese Edf sta costruendo a Flamanville (Normandia) in collaborazione con l’Enel. A proposito di Enel, la sua controllata Enel Green Power (che sta per essere quotata in Borsa) ha aderito di recente al progetto Desertec, mentre la divisione Ricerca e innovazione del gruppo ha inaugurato pochi mesi fa a Priolo Gargallo, vicino a Siracusa, una centrale solare «termodinamica a concentrazione» che si candida al progetto Desertec con una tecnologia alternativa rispetto alle torri dell’impianto marocchino. È una tecnologia ideata dal Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia e sviluppata dall’Enea (Ente italiano energie alternative). In questo schema, un esercito di 17 mila specchi orientabili viene utilizzato per concentrare l’energia del sole su certi sali minerali, capaci di immagazzinarla e poi di utilizzarla per trasformare acqua in vapore e far girare delle turbine, che a loro volta generano elettricità. Fin qui è quello che succede in tutti gli impianti termoelettrici; ma in più, questi sali caldi possono essere immagazzinati e riutilizzati a tempo differito, in modo che la centrale di Priolo tragga energia dal sole anche di notte, o col cielo coperto da nuvole. Con tutti quegli specchi ed essendo stato costruito a Siracusa, l’impianto è stato battezzato Archimede. Enel Green Power ha molti altri progetti e fra l’altro ha presentato la domanda di valutazione d’impatto ambientale per un impianto solare fotovoltaico di 71,64 MegaWatt da realizzare sui terreni della centrale Enel «Federico II» di Cerano (Brindisi). Quest’impianto fotovoltaico sarà il più grande del suo genere in Italia e uno dei più grandi d’Europa. Il Desertec presta il fianco a una critica: prende energia in Africa e la porta (in parte) in Europa. Questo è ancor più vero per le dighe di Grand Inga, pensata per l’export. Qualcuno (sia in Africa sia in Europa) ha da ridire, perché 56 miliardi di euro spesi in Africa saranno destinati a soddisfare i bisogni europei. Ma la Banca mondiale e le altre istituzioni finanziarie internazionali che raccolgono i capitali per Grand Inga non accettano obiezioni: «Per finanziare investimenti di queste dimensioni bisogna avere clienti solvibili», e questi si possono trovare solo in Europa e in Sud Africa. Comunque nel resto del continente verrà portata l’elettricità a 500 milioni di persone che per finora non ce l’hanno.