Marco A. Capisani, ItaliaOggi 17/8/2010, 17 agosto 2010
LORENZETTO È NEL GUINNESS, IL SALIERI DEGLI INTERVISTATORI
«Quando ne finisco una, ne inizio subito un’altra». Stefano Lorenzetto risponde citando il compositore Antonio Salieri, autore di un’imponente produzione musicale, a chi gli chiede come fa a fare tutte quelle interviste. «Sono obbligato a farle. Quando ne termino una, vivo uno stato di grazia che dura circa mezz’ora», precisa il giornalista. «In quei momenti di equilibrio interiore non urlo, non tratto male nessuno, talvolta canticchio perfino».
Tanto obbligato a pubblicare interviste che Lorenzetto è finito nel Guinness dei primati per la serie di domande più lunga mai apparsa su un quotidiano, con tanto di certificato filigranato a testimonianza. La sua rubrica Tipi italiani ha debuttato sul quotidiano diretto oggi da Vittorio Feltri il 23 giugno 1999, anche se i suoi interventi hanno esordito nell’agosto 1998 con Gente di un altro secolo e poi L’altra Italia. A oggi Tipi italiani ha collezionato 11 anni di attività, 500 puntate e circa 8 milioni di battute scritte. Ogni intervista copre almeno una pagina di giornale.
«Prossimamente continuerò a cimentarmi su personaggi sconosciuti, come il professore di latino e greco che ci ha messo 28 anni per scrivere una Gerusalemme liberata sul tema della modernità oppure sulla vera storia della vasca Jacuzzi, nata per dare sollievo a un discendente del fondatore del marchio, gravemente ammalato», incalza il giornalista veneto. «Dopo la puntata con il ministro Brambilla, alternerò anche interviste con le altre ministre del governo Berlusconi». La prima intervista pubblicata in assoluto, però, era dedicata a un vero sconosciuto per molti lettori: «Jò Melanzana, il gigolò della Valsugana». Ma di queste chiacchierate quale è stata quella più deludente? «Nessuna. Metto in ognuna la stessa cura e meticolosità», sostiene Lorenzetto. «E su quella più debole giornalisticamente, come le mamme coi figli meno belli, mi applico di più per renderla migliore. Sono obbligato a farla bene. È la mia condanna». Di lui, infatti, Pietro Calabrese, ai tempi della direzione di Panorama, ha detto: «Ricordo la precisione, la meticolosità e la cura che ci mette nello scrivere le sue interviste. Il risultato? «Lorenzetto si fa leggere», ha dichiarato Enzo Biagi, «ed evita il più grande difetto della nostra categoria: annoiare». Anche l’intervistatore Claudio Sabelli Fioretti ha concesso: «È il più bravo intervistatore d’Italia».
Prossima sfida: l’uscita l’8 settembre del libro Cuor di veneto, edito da Marsilio, «sui veneti e la loro forte capacità di lavoro che li ha portati a bonificare l’Agropontino, a costruire Venezia e a scoprire la Cina. I veneti se non lavorano sono dei marziani. È tramite il lavoro che si riconnettono alla realtà».