Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 11/8/2010, pagina 72, 11 agosto 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
11 febbraio 1929
Provvidenza e dintorni
Nel giorno in cui si commemora la prima apparizione della Madonna di Lourdes, un impacciato signore in redingote varca i cancelli del Palazzo Apostolico di san Giovanni in Laterano. È il cavalier Benito Mussolini, vecchio mangiapreti e giovane dittatore in procinto di assurgere a Duce. Evirati i giornali, dichiarata fuorilegge l’opposizione, asservita la Camera che arriva a convalidare 2376 decreti governativi in una sola seduta, esautorati i sindacati non fascisti. Al regime, per diventare tale, non manca che un ultimo tocco: la benedizione del Papa. Difficile immaginarla, dopo che le camicie nere hanno ammazzato il coraggioso don Minzoni e costretto all’espatrio il segretario dei popolari don Sturzo. E invece Pio XI scopre in Mussolini «l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare». L’affossamento dei partiti risorgimentali e il ruolo di diga contro il comunismo ateo sono meriti che consentono di passare sopra tutto il resto. Quanto all’uomo della Provvidenza, la possibilità di passare alla storia come lo statista che ha chiuso per sempre la breccia di Porta Pia sembra avergli fatto dimenticare i peccati di gioventù, quando scriveva romanzi sulle amanti di un cardinale e nei comizi sfidava Dio a fulminarlo.
Il momento è storico: Mussolini e il segretario di Stato (pontificio) Gasparri firmano gli accordi con la stilografica d’oro donata dal Papa. Il Trattato riconosce alla Chiesa la sovranità sulla Città del Vaticano. La Convenzione le attribuisce un indennizzo miliardario e una serie di esenzioni fiscali abbastanza scandalose. Il Concordato le assicura una posizione privilegiata sul territorio italiano, tranne che per l’educazione dei giovani. Lì i boy-scout devono cedere il campo ai balilla e l’Azione Cattolica, dopo un lungo tira e molla, è costretta a limitarsi ad «attività religiose e ricreative». Pio XI si scaglia contro la «statolatria pagana» e le minigonne delle Piccole Italiane, ma digerisce tutto. Quasi tutto. La preghiera blasfema dei bambini fascisti - «Io credo nel sommo Duce, creatore delle Camicie Nere, e in Gesù Cristo suo unico protettore» - proprio non gli va giù e Mussolini la farà cambiare. La Conciliazione viene ratificata dal Parlamento (due voti contrari alla Camera e sei al Senato, fra cui quello di Croce) e benedetta dal Santo Padre. Il 29 luglio si riapre il Portone di Bronzo e, dopo 59 anni, un Papa esce di nuovo incontro alla folla osannante di piazza San Pietro, sancendo la fine della sua auto-imposta prigionia. Gli eredi di Cavour sono muti o al confino: non corre il rischio di incontrarli.