Varie, 12 agosto 2010
LAVAZZA Alberto
LAVAZZA Alberto Torino 1940. Industriale. Presidente della Luigi Lavazza S. p. A. (dal giugno 2008) • «La saga dei Lavazza [...] è la storia di un’impresa familiare di successo, ma anche di quattro generazioni che si sono impegnate con grande passione per mantenerne valori e tradizione. Alla guida dell’azienda torinese, di proprietà della famiglia al 100%, oggi ci sono Emilio Lavazza [...] con il cugino Alberto [...] che rappresentano la terza generazione. [...] Gente riservata, gelosa custode della propria privacy, che ben poco concede a mondanità e gossip. Un clan familiare di appassionati sportivi: giocatori di golf o driver di auto d’epoca, ma anche di cucina tradizionale e internazionale, collezionisti di vini pregiati, senza dimenticare l’arte, soprattutto quella della fotografia [...] La storia di quella che diventerà la più grande azienda del mondo specializzata in caffè inizia a Murisengo, un paesino sulle colline tra Asti e Casale Monferrato, da cui Luigi Lavazza alla fine degli anni Ottanta del 1800 parte per Torino in cerca di fortuna. Nella capitale del Risorgimento italiano Luigi trova lavoro come commesso nella drogheria “Paissa e Olivero”, ma la sera studia e pensa a un avvenire diverso. Il salto lo fa nel 1895 quando, firmando una cambiale da 50 lire, apre una bottega di “Droghe e Coloniali”, in Via San Tommaso 10. Non una bottega qualsiasi, perché il fondatore della Lavazza sceglie subito di dedicarsi a un’operazione che richiedeva perizia e abilità non comuni: la tostatura del caffè. Ma la vera “rivoluzione” che fece di lui un pioniere e un innovatore del settore fu la creazione del concetto di miscela di caffè, con un gioco raffinato di equilibri e proporzioni, aromi e sapori. Nel 1915 la Lavazza primeggiava già tra le imprese italiane del settore, grazie alle sue innovative tecnologie di torrefazione e in quell’anno si apre il primo stabilimento torinese dove viene introdotto nel ciclo di lavorazione, ormai su larga scala, un nuovo materiale, il “pergamin” che consente di conservare inalterati l’aroma e la fragranza del caffè appena tostato. Alla fine degli anni Venti, dopo un viaggio in Brasile, dove aveva visto bruciare immense piantagioni di caffè per sostenere i prezzi, Luigi Lavazza passa il testimone ai figli Mario, Pericle e Giuseppe. L’azienda affronta il periodo oscuro del Fascismo, il dramma della Seconda Guerra mondiale e la faticosa ricostruzione del dopoguerra. Nel 1957 viene inaugurato il nuovo stabilimento torinese di Corso Novara, dove ha tuttora sede il quartier generale della società e, nel 1965, viene aperto quello di Settimo Torinese che oggi è il più grande centro di torrefazione d’Europa. L’anno inizia la collaborazione con Armando Testa, che dura ancora oggi, e inserisce l’azienda nella pattuglia delle prime in Italia a credere nella forza della pubblicità televisiva e in un fenomeno di costume come Carosello. I personaggi di Caballero e Carmencita diventano un mito, mentre lo slogan di Nino Manfredi - “Più lo mandi giù, più ti tira su” - fa entrare Lavazza nel lessico familiare degli italiani. Poi arriveranno gli spot di Bonolis e Laurenti. E [...] la rivoluzione delle cialde» (Vanni Cornero, “La Stampa” 18/10/2007).