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 2010  agosto 04 Mercoledì calendario

SOS, MANCANO LE MATERIE PRIME


L’industria di tutto il mondo lancia l’allarme: mancano materie prime. Alcuni settori come la plastica, la carta, l’elettronica, gli imballaggi e le vernici sono a rischio. Da diversi mesi c’è difficoltà a rifornirsi di elementi di base e prodotti chimici indispensabili alle successive lavorazioni per arrivare al prodotto finito.

Le piccole e medie imprese francesi della plastica sono preoccupate: dopo che il loro giro d’affari complessivo si è dimezzato nel 2009, si sono ritrovate nell’impossibilità di rifornire i loro clienti una volta che le ordinazioni sono ripartite.

Total, l’americana LyondellBasel e gli altri grandi fornitori di polipropilene consegnano in ritardo di tre mesi, con prezzi in crescita del 30%. I produttori di vernice, colle, adesivi e mastice si lamentano anch’essi della difficoltà di approvvigionamento e del forte rincaro di alcuni elementi di base acrilici. Stesso ritornello per l’elettronica, un settore che aveva attraversato la crisi con meno danni rispetto ad altri segmenti di mercato, ma che ora non riesce a far fronte alla domanda.

In aprile il 14% degli ordini non era stato evaso; in maggio la percentuale si è portata al 16% e in giugno al 20%. In ogni caso i prezzi lievitano da due a tre volte tanto. Daniel Marini, direttore degli affari economici all’Unione delle industrie chimiche francesi, ritiene che i problemi derivino dal fatto che i grandi gruppi del comparto dedichino gran parte dei loro investimenti ad aree in forte crescita, come l’Asia e l’America Latina ma anche il Medio Oriente, in prossimità dei luoghi dove viene estratto il petrolio.

I costi extra imposti agli utilizzatori nazionali sarebbero imputabili al trasporto.

Tra 41 minerali e metalli esaminati, 14 materie prime sono state ritenute di importanza critica dalll’Unione europea. Si tratta di antimonio, berillio, cobalto, fluorite, gallio, germanio, grafite, indio, magnesio, niobio, metalli della famiglia del platino, terre rare, tantalio e tungsteno. I rischi non riguardano la scarsità fisica, ma il fatto che la produzione mondiale sia nelle mani di una ristretta cerchia di paesi: Cina, Congo e Brasile. Per evitare future guerre commerciali e industriali, gli esperti dicono che occorre migliorare il riciclo e incoraggiare la ricerca di prodotti sostitutivi.